Hiv, cos’è la PIP: la profilassi post esposizione (PEP) da portare sempre con sé

Una nuova ricerca condotta in Canada ha sperimentato l’importanza di avere una profilassi post esposizione contro il virus dell’Hiv sempre a portata di mano. Ma cos’è la PIP?
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Francesco Castagna 13 Dicembre 2023
* ultima modifica il 13/12/2023

Ti sentiresti più sicuro se ti dicessi che, dopo un rapporto a rischio, potresti ricorrere molto facilmente a una pillola che ti permette di ridurre del 99% la possibilità di contrarre l'HIV? È proprio la strategia a cui stanno lavorando dei team di ricerca internazionali, in particolare in Canada. In passato ti avevamo già parlato della PEP, la profilassi per evitare che il virus dell'HIV si replichi all'interno di un soggetto che ha avuto un rapporto a rischio. Ora in Canada si sta sperimentando un nuovo tipo di profilassi, uguale alla PEP, ma diversa per somministrazione: è la PIP. Di cosa si tratta?

Cos'è la Pep

La Pep è diversa dalla Prep perché è una profilassi post-esposizione. I farmaci devono essere assunti il prima possibile e non oltre le 48 ore dal rapporto a rischio. Per accedere alla profilassi bisogna recarsi entro 2 giorni in un pronto soccorso di un ospedale che abbia un reparto di malattie infettive.

L'infettivologo deciderà il tipo di percorso da seguire. In ogni caso, la PEP deve essere assunta per 28 giorni, terminati i quali va fatto un test HIV.

Se risulti positivo, l'importante è che tu non ti faccia prendere dal panico. Non ce n'è assolutamente bisogno, se non lo sapevi infatti, con la terapia TasP  sei in grado di azzerare la trasmissibilità del virus e di vivere tranquillamente. I progressi su queste profilassi sono stati diversi, in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti. L'ultima cura è una  nuova terapia contro il virus dell’HIV basata su due farmaci “long-acting”, che si chiama «CaRLA».

Cos'è la PIP

Per ora la sperimentazione è attiva solamente in Canada. Si tratta della profilassi post-esposizione, ma ciò che cambia è che si può avere sempre a portata di mano, senza recarsi in un centro specifico. Si chiama PIP perché, per l'appunto, deriva dall'inglese "Pep in your pocket": nella tua tasca, per l'appunto. È stata pensata come soluzione per abbattere diversi ostacoli: la difficoltà di accedere a un pronto soccorso, sia per mancanza di mezzi di trasporto, che per ansia sociale riguardo il virus dell'Hiv.

L'idea è venuta al fisico e scienziato Isaac Bogoch, che ha diretto uno studio in cui è prevista l'identificazione prospettica di un gruppo di persone, la prescrizione proattiva di 28 giorni di farmaci PEP e la fornitura di istruzioni su quando iniziare i farmaci da soli e su come seguire le cure.

Lo studio ha coinvolto 112 persone, di cui 35 hanno ricorso la PIP in caso di necessità e 19 di questo ne hanno un uso più frequente. Dalla ricerca sono emersi due dettagli interessanti:

  • alcune persone che non avevano rapporti frequenti, e che erano in Prep, hanno interrotto la Prep e hanno iniziato la Pip. Nello specifico, 33 persone (30%) sono passate dalla PrEP alla PIP
  • chi invece ha provato la Pep, e allo stesso tempo ha cominciato ad avere rapporti frequenti, è passato alla Prep. Nello specifico, 34 (31%) persone sono passate dalla PIP alla PrEP
  • non c'è stato nessun caso di trasmissione del virus di Hiv

"La PIP è una strategia innovativa di prevenzione dell'HIV per le persone con una minore frequenza di esposizioni all'HIV ad alto rischio, e offre ai pazienti autonomia e controllo sulla loro cura. I pazienti possono passare dalla PIP alla PrEP in base all'evoluzione del rischio. La PIP dovrebbe essere inclusa nella PEP e nella PrEP come opzione di prevenzione biomedica dell'HIV per le persone a rischio di infezione", ha affermato il team di ricerca dello studio.

Fonte| NIH;

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.