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I bambini italiani sono tra i migliori in Europa nella lettura e nella comprensione dei testi scritti

Mentre a Torino si tiene la XIX edizione del Salone internazionale del libro, fanno ben sperare i risultati dell’indagine Iea Pirls sulle abilità di lettura dei più piccoli: i bambini italiani sono tra i più bravi in Europa nella comprensione dei testi scritti. Tuttavia restano alcuni ostacoli, primo tra tutti il divario Nord-Sud.
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Maria Teresa Gasbarrone 19 Maggio 2023

Quest'anno il Salone Internazionale del libro di Torino, la tradizionale fiera dell'editoria e della cultura torinese, giunta ormai alla XIX edizione, si è aperto all'insegna di una buona notizia: nella lettura i bambini italiani sono tra i più bravi in Europa. Tuttavia, l'abilità nella lettura non è uniforme in tutto il Paese e ancora pesano le differenze, sia geografiche che sociali.

È quanto è emerso dall'indagine Iea Pirls (Progress in international reading literacy study), presentata a Roma dall'istituto Invalsi il 16 maggio e risultato di un sondaggio condotto su 400mila allievi che frequentano il quarto anno della primaria di 57 Paesi e con loro 380mila genitori e 20mila insegnanti. Questo perché, oltre alla prova di comprensione del testo, eseguita dai bambini, l'indagine comprende anche un questionario sul contesto sociale e familiare e sulle esperienze di apprendimento della lettura a scuola.

L'indagine è quinquennale: quelli appena pubblicati sono i risultati dell'indagine svolta nel 2021, in piena pandemia. Un dato che ha avuto il suo peso nel quadro emerso dalla ricerca.

I bambini italiani sanno leggere

In Italia i bambini che frequentano le primarie (9-10 anni) non solo sanno leggere, ma riescono anche a comprendere i testi scritti e sono abili nelle ricerche sul web: il 97% possiede abilità di base di fronte a un testo scritto, più di 8 su dieci raggiungono il livello intermedio.

Il quadro, almeno a livello nazionale, è piuttosto buono, anzi migliore di molti altri Paesi europei: l'Italia ha ottenuto una risultato medio di 537 punti, ben dieci punti in più rispetto alla media europea, pari a 527. Sopra ci sono Inghilterra, Finlandia, Polonia, Bulgaria, Danimarca, Repubblica Ceca e Svezia, ma hanno ottenuto gli stessi risultati conseguiti dagli alunni italiani i coetanei di molti altri Paesi Ue, come la Danimarca e la Norvegia, e superando Germania, Spagna, Francia, Belgio, Portogallo e Paesi Bassi.

Nel confronto va inoltre considerato che i bambini italiani hanno quasi un anno in meno dell'età media degli alunni partecipanti al sondaggio internazionale.

Ancora il divario tra Nord e Sud

Nonostante i buoni risultati a livello nazionale alcuni dati fanno riflettere. Uno tra tutti, il divario tra Nord e Sud pesa ancora: a fronte di una media di 97%, per quanto riguarda i bambini che raggiungono il livello base di lettura, i valori oscillano in modo significativo in base all'area geografica. Il punteggio più alto, pari al 99%, è raggiunto dagli alunni nel Nord Ovest, il più basso, pari al 95%, appartiene al Sud e alle Isole.

Il ruolo del Covid-19

Un altro dato negativo, per quanto prevedibile, riguarda l'effetto pandemia. È ormai un dato di fatto che il Covid-19 e l'isolamento sociale abbiano rallentato l'apprendimento scolastico nei bambini e negli adolescenti. Ne abbiamo l'ennesima conferma: rispetto all'indagine del 2016 l'Italia perde 11 punti . I risultati del 2021 sono però nuovamente in linea con il 2011 e il 2001.