Il bambù sempre più protagonista nell’arredo di casa. La sua colpa? Non essere a km 0

In edilizia non esiste il materiale a impatto zero e parlando del bambù, possiamo dire che la sua pecca più grande è quella di non rispondere al principio del Km 0. Anche in Italia però stanno nascendo bambuseti, per provare a ridurre il suo impatto ambientale causato dal trasporto.
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Rubrica a cura di Gaia Cortese
3 Giugno 2021

Resistente, elegante e sempre più usato nell'arredo. Questa volta tocca parlare del bambù, materiale che si sta sempre più diffondendo nel mondo dell'architettura e del design. Una risorsa per molti aspetti rinnovabile e sostenibile, anche se non al 100%.

Appartenente alla famiglia delle Graminacee, il bambù proviene principalmente dalle regioni tropicali e subtropicali di continenti quali l'Asia, nello specifico l'area dell’Estremo Oriente, l’Africa, l’Oceania e l’America. Non si tratta propriamente di un’essenza di legno, ma più di un tipo di erba che, per queste sue caratteristiche, può vantare un impatto più leggero sull’ambiente rispetto alla maggior parte dei materiali usati nel mondo dell'edilizia. Il fatto di essere una sorta di erba significa che non sviluppa grandi e profonde radici, e per questo, non contribuisce all’erosione del suolo.

Il bambù cattura quattro volte più CO2 rispetto alle giovani foreste, producendo il 35% di ossigeno in più.

Cresce molto rapidamente e questo  aspetto, se ben sfruttato, può diventare un vantaggio. Comparato con il rovere (la specie lignea più diffusa in Italia), che ha tempi di ricrescita di circa ottant'anni, il bambù si assesta intorno ai cinque anni circa. Per questo motivo può essere definito rinnovabile, soprattutto se viene prelevato in aree in cui la riforestazione viene garantita, oppure aree unicamente destinate alla sua coltivazione.

Bisogna fare attenzione, però: non è tutto oro quel che luccica. Il bambù infatti è una pianta che può diventare molto infestante e quindi intaccare le altre piantagioni, danneggiandole.

Il bambù può produrre fino a 20 volte più legname rispetto al numero di alberi di una stessa area.

Niente è perfetto, e anche il bambù conferma questa regola. Questo materiale, infatti, tradisce in parte il principio del "km zero". Trattandosi infatti di una pianta che fonda le sue origini in Asia, l’approvvigionamento maggiore avviene da aree lontane: ogni volta che il bambù viene utilizzato, vanno quindi considerati i consumi legati al trasporto. Una soluzione potrebbe, tuttavia, essere molto vicina:  anche nel nostro Paese si stanno diffondendo sempre più bambuseti che, se ben utilizzati e curati, possono risolvere l'impatto ambientale causato dal (non) principio del km 0 nel caso del bambù.

Se pensi che il bambù sia destinato unicamente all’arredo di uno spazio all’aperto, come una terrazza o un giardino, ti sbagli. Il bambù è molto utilizzato anche nell'arredo degli interni dell’abitazione. Spesso lo vediamo come piano di appoggio nei bagni o come piano di lavoro nella cucina, D’altronde ha una buona resistenza agli ambienti più umidi, visto le aree del mondo da cui ha origine.

Il parquet in bambù è particolarmente resistente all’acqua e al fuoco.
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Con il segno zodiacale dei Gemelli, non potevo avere come unica passione quella della scrittura. Al piacere di spingere freneticamente tasti altro…