Il Black Carbon nell’aria e gli effetti sulla salute: lo studio sugli scarichi delle auto di Milano

Quanto è inquinata l’aria di Milano? E i filtri delle nostre automobili sono sufficienti a proteggerci? Putroppo i dati emersi da uno nuovo studio non sono incoraggianti per quanto riguarda i motori tradizionali. Meglio i veicoli ibridi oppure elettrici.
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Valentina Danesi 10 Aprile 2022
* ultima modifica il 10/04/2022
In collaborazione con Dott. Michele Carugno Docente di Medicina del Lavoro presso l’Università Statale di Milano

Quante volte prendi la macchina per fare poche centinaia di metri? E quante altre devi stare attento a non transitare per alcune zone a traffico limitato se la tua auto è troppo vecchia e quindi poco rispettosa dell’ambiente? Probabilmente tante. Eppure un nuovo studio condotto dall'associazione Cittadini per l’Aria, insieme a esperti del settore e Statale Impatto Zero, Resilient Gap ed Extinction Rebellion di Milano, ha dimostrato che anche le vetture più recenti possono essere un problema per l'inquinamento atmosferico e quindi per la tua salute.

La domanda che si sono voluti porre è cosa emettono, di preciso, gli scarichi delle automobili. La risposta è stata secca: circa la metà dei veicoli che sono in circolazione a Milano rilascerebbe importanti residui di carbone molto pericolosi per la salute. Gli autori dello studio hanno raccolto questi residui passando semplicemente un fazzoletto di carta sui tubi di scappamento delle vetture parcheggiate. Cosa hanno scoperto?

I dati

I campionamenti realizzati sono stati 5.000 in un lasso di tempo di due mesi, tra novembre e dicembre 2021. La prova migliore, come spesso accade, è quella più semplice: come ti abbiamo detto è bastato passare un fazzoletto di carta sulla superficie interna di ogni tubo di scappamento. Il risultato?  Quasi la metà dei fazzoletti era completamente annerita. Per semplificare, il nero è composto da un insieme di residui che vengono rilasciati a causa della combustione incompleta del carburante e che i ricercatori, allarmati, hanno trovato anche all’interno della placenta. Come potrai intuire, si tratta di sostanze cancerogene e pericolose.

Quello che in gergo tecnico viene chiamato “Black carbon”, e che a occhio nudo non vedi, crea molti danni alla tua salute, perché rimane nell’aria che respiri. In questo esperimento, infatti, è stato raccolto dai fazzoletti di carta ma di norma si deposita allo stesso modo nei tuoi polmoni.

Se vogliamo essere precisi e snocciolare qualche dato in più, possiamo dire che l'87% dei fazzoletti con cui hanno campionato i tubi di scarico delle moto e dei ciclomotori è risultato nero. Il 66%, invece, è risultato nero dopo aver campionato dei furgoni e il 46% si è annerito in seguito alle prove su automobili private. Dividendo per classi di appartenenza dei veicoli, infine, possiamo notare che: per le auto di classi Euro 1-3, il 62% ha rilevato depositi di cabone, nei mezzi Euro 4 è stato il 55%, in quelli Euro 5 il 57%, e negli Euro 6 si è annerito il 33% dei fazzoletti utilizzati. Come puoi notare, i risultati peggiori si ritrovano nelle classi che vanno dall'Euro 1 all'Euro 3, mentre per quanto riguarda le ibride i dati sono decisamente più incoraggianti: solo il 28% dei campioni prelevati era nero.

Le soluzioni

Un incontro, quello organizzato dall'associazione Cittadini per l’Aria, che ha lo scopo di mettere in luce quanto le restrizioni che sono state imposte in alcune aree urbane siano importanti proprio per “alleggerire” l’aria che repirti e renderla più salubre..

Un aiuto fondamentale, sostiene Cittadini per l’Aria, potrebbe derivare proprio dai veicoli elettrici e da un potenziamento delle linee di mezzi pubblici. Ma non solo: anche da più restrittive e aggiornate revisioni dei veicoli (come già accade in Germania, Belgio e Svizzera). Infine, non sarebbe una cattiva idea promuovere di più lo smart working e l'uso di mezzi pubblici, in modo che la mobilità con veicoli propri venga ulteriormetne ridotta.

Il parere dell'esperto

Abbiamo chiesto a Michele Carugno, docente di Medicina del Lavoro presso l’Università Statale di Milano, quali siano gli effetti del Black Carbon sulla nostra salute, in particolare per le donne che aspettano un figlio.

“Iniziamo dicendo che il Black Carbon è la componente fuligginosa del cosiddetto PM2.5, quel particolato che si disperde nell’aria con particelle più piccole di 2,5 micron, e deriva prevalentemente dalla combustione incompleta di combustibili fossili e biomasse. Il Black Carbon fa parte di quella miscela di gas e particelle solide e liquide che normalmente chiamiamo inquinamento atmosferico e di cui conosciamo bene gli effetti ormai. Per dare qualche dato, consideriamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che circa 7 milioni di persone muoiono ogni anno prematuramente per colpa dell’inquinamento atmosferico. Se poi andiamo a vedere nello specifico le varie cause di morte, vediamo come questi decessi siano legati a patologie cardiovascolari, malattie cerebrovascolari (come l’ictus) e malattie polmonari sia acute (ad esempio le polmoniti) sia croniche (tra cui la bronchite cronica o il cancro del polmone). Ci sono poi evidenze crescenti che suggeriscono come l’inquinamento atmosferico possa comportare degli effetti anche in seguito all'esposizione durante la gravidanza, in particolare basso peso alla nascita e parto pretermine. Non dimentichiamoci che il parto pretermine (che si verifica cioè prima della 37esima settimana di gestazione) è tra le prime cause di mortalità neonatale. È chiaro quindi come questi siano aspetti da prendere in seria considerazione, sia per noi sia per le future generazioni”.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.