Il riciclo oggi è fashion: dalle sfilate di alta moda ai grandi magazzini si cerca di evitare lo spreco di risorse

Sono diversi i marchi che stanno puntando sul riutilizzo di materiale, soprattutto plastica riciclata e magari recuperata dagli oceani. L’idea è quello di rendere il settore della moda sempre meno inquinante. Certo, si tratta solo di un primo piccolo passo, ma che anche tu puoi incoraggiare per cercare di cambiare cultura e comportamenti.
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Il riciclo sta diventando di moda. Quell'abitudine che di solito veniva associata a scarsità di risorse economiche e alle persone meno abbienti, oggi invece è sdoganata nei negozi di vestiti e persino nelle sfilate delle grandi firme. Perché per fortuna, dopo anni in cui veniva relegato all'ultimo posto nella lista delle priorità, sembra che il rispetto dell'ambiente sia finalmente entrato a far parte delle abitudini e della sensibilità di tutti. O quasi. Certo, quando guardi a un settore produttivo tra i più inquinanti, devi sempre utilizzare un occhio critico: inaugurare una collezione ecosostenibile non significa aver smesso di emettere gas a effetto serra e sostanze tossiche. Però almeno è un primo passo, che anche tu, con i tuoi acquisti, puoi incoraggiare. Sto parlando nello specifico di abiti e scarpe confezionati con materiali di riciclo, soprattutto plastica.

Ci aveva già pensato Mango che lo scorso maggio ha lanciato la sua prima collezione derivata interamente dall'economia circolare. L'iniziativa di chiama Second Chances ed è in collaborazione con KOOPERA (una cooperativa sostenuta dalla Caritas). Lo scopo è quello di garantire il riutilizzo di tutti i capi di abbigliamento e i tessuti che i clienti possono depositare negli appositi bidoni di raccolta. Va detto però che al momento questi contenitori sono disponibili solo in una ventina di negozi in tutta Italia, quindi dovrai capire prima di tutto se vicino a casa tua se ne trovi uno. Questo perché il progetto è partito in Spagna, Paese d'origine del marchio, e comincia ora ad essere esportato anche all'estero.

H&M, Mango, Adidas sono tra i marchi che stanno cominciando a usare tessuti riciclati per le loro collezioni

Una maglietta o un paio di vecchi pantaloni potranno dunque venire destinati a diversi usi, in base anche al materiale e allo stato di conservazione. Potrebbero tornare ad essere materia prima per nuovi abiti, oppure trasformarsi in materiale isolante o in tappetini per le automobili. O ancora bruciati, per creare energia pulita. Sul sito non viene specificato molto altro, ma come ti dicevo prima esiste già una linea frutto di questa idea. Sono pantaloni e giubbotti di jeans, realizzati con il 20% di denim riciclato e l'80% in cotone sostenibile.

Mango, però, non è il solo. Un altro marchio mainstream come H&M ha investito sulla plastica recuperata dagli oceani per trovare materiali per nuovi vestiti. La prima collezione era del 2017. Si chiamava Conscious Exclusive Collection ed era stata realizzata assieme all'azienda Bitonic, che si occupava di trasformare i rifiuti in filato. Al suo interno anche un lungo abito rosa antico, con rouge e plissettatura che rendevano il tutto leggero ed elegante, al punto che a prima vista poteva sembrare in chiffon.

Nello stesso anno anche Adidas ha guardato al problema dell'inquinamento degli oceani per trarne vantaggio. Nel tentativo di eliminare la plastica vergine dal loro processo produttivo, hanno cominciato a inserire il corrispettivo riciclato e recuperato dalle acque salate. Le prime 7mila scarpe realizzate in questo modo si chiamavano Ultra BOOST Uncaged Parley, perché realizzate in collaborazione con l'associazione ambientalista Parley for the Oceans, ed erano costituite al 95% da filato sostenibile che aveva contribuito a ripulire l'area attorno alle Maldive. Attenzione, non che ora sia completamente priva di plastica e microplastiche: l'accumulo di rifiuti è imponente e non potrà certo essere smaltito grazie a paio di scarpe.

L'azienda poi, sempre nell'ottica di sensibilizzare i propri clienti verso un'attenzione maggiore nei confronti del Pianeta, ha inserito fibre di plastica riciclata anche dei tessuti per le divise del Bayern Monaco e di altre squadre sportive che si servono da loro.

Un gruppo di ricercatori tedeschi ha messo a punto una tecnica per riciclare tessuti misti

Ma novità ancora più importante arriva dal Nord Europa: una tecnica per riciclare anche i tessuti misti, i più difficili da trattare. Se guardi l'etichetta dell'ultimo pullover che hai comprato, ti accorgerai che, sì, magari è in cotone, ma contiene anche una percentuale di elastan, poliestere o di un'altra fibra sintetica. Riutilizzarlo per creare nuovi abiti era dunque impossibile. Un gruppo di ricercatori tedeschi assieme all'azienda svedese re:newcell ha però messo a punto un sistema di upcycling che potrebbe risolvere il problema. Sono infatti riusciti a convertire la polpa di cotone riciclato in fibre di cellulosa. E questo filato serve poi per produrre materiali come la viscosa, il lyocell e il modal. Di norma, si utilizza il legno come materia prima, ma se questo procedimento dovesse funzionare, potremmo evitare anche di disturbare gli alberi e non dovremmo più ricorrere a nuove fonti.

E ora veniamo al dunque. Cosa puoi fare tu. Oltre a ridurre i tuoi acquisti in termini di fast fashion e privilegiare abiti di qualità che durino più a lungo, puoi puntare alle collezioni realizzate con materiale di riciclo. Lancerai così il messaggio che anche tu dai valore al rispetto dell'ambiente e che la sostenibilità può essere una strada che garantisce anche un certo guadagno (d'altronde questo è il nocciolo della questione).

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Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…