Il significato di Namasté, il saluto che riconosce la divinità che c’è in ognuno di noi

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Conosci il significato della parola Namasté? Pensare che sia un semplice saluto, sarebbe riduttivo, perché dietro questo termine che deriva dal sanscrito, si nasconde un concetto spirituale molto profondo. Namasté è un gesto che unisce umiltà, gratitudine e un profondo rispetto verso il tuo prossimo.
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Gaia Cortese 17 Gennaio 2020

Le due mani giunte, portate all'altezza del cuore. Il capo leggermente inclinato in avanti. E una parola, Namasté. Se ti è capitato di fare un viaggio in Oriente, non puoi non essere rimasto affascinato di fronte al saluto tradizionale di questa parte del mondo, accompagnato dalla parola Namasté, un gesto che unisce gratitudine, umiltà e profondo rispetto come pochi altri.

Namasté è il saluto che viene fatto quando ci si incontra o quando ci si lascia in India e in Nepal. Da qui si è diffuso anche in Occidente, soprattutto attraverso la pratica dello yoga, e quindi potrebbe capitarti di vedere questo gesto proprio al termine di una lezione, quando il maestro yogi congeda i praticanti.

Cosa significa namasté

Letteralmente la parola namasté (o namaskar) significa “mi inchino a te” e deriva dal sanscrito, dove namas significa inchino, saluto, e te  significa te. Oltre a essere una parola, nella cultura indiana questo gesto è un mudra, vale a dire un gesto che viene fatto durante la pratica dello yoga; nello specifico si tratta dell'Anjali Mudra, simbolo di unione spirituale tra la mente e il cuore. Nel momento in cui porti le mani al petto in questa posizione, infatti, stai ricongiungendo lo spirito con la materia, il razionale con l’intuitivo. Questo mudra lavora anche sul chakra del cuore (anahata chakra) e contribuisce a sbloccare eventuali tensioni emotive poste nella zona del plesso solare.

Il significato spirituale

Il significato spirituale di namasté è “la mia anima si inchina alla tua anima e la mia anima spirituale riconosce la tua anima spirituale”, ma gliene vengono riconosciuti anche altri come: “Attraverso l’unione di corpo e mente, riconosco il mio potenziale divino e mi inchino alla tua anima divina” o anche “Grazie alla luce presente dentro di me, riesco a riconoscere la luce presente dentro di te”.

Namasté nello yoga

Come ti dicevo è facile che il saluto accompagnato dalla parola Namasté venga fatto al termine di una lezione yoga. Non solo. Nello yoga ritroviamo l'Anjali Mudra anche in diversi frangenti: durante la meditazione a gambe incrociate, all’inizio del saluto al sole e durante l’esecuzione di alcune posizioni yoga: parivritta utkatasana (posizione della sedia in torsione), Ashwa Sanchalanasana (posizione equestre), malasana (posizione della ghirlanda) e altre ancora.

Come si fa la posizione di Namasté

Per praticare correttamente Anjali Mudra devi unire i palmi delle mani, chiudere gli occhi e rilassare tutti i muscoli del viso. Concentrati sui tuoi palmi e prova a creare un minimo spazio tra le mani, come se volessi contenere una piccola sfera di energia. Premi leggermente i polpastrelli e la base delle mani. Ascolta il cuore e la tua mente, lascia andare i pensieri e concentrati sul qui ed ora.