Il tumore al seno con mutazione Brca1 non le impedisce di avere un figlio: la coraggiosa storia di Daniela

Una diagnosi che lascia poco scampo: tumore al seno con mutazione Brca1. Ha inizio così il calvario di Daniela D’Antoni, oggi 42 anni, siciliana d’origine ma bassanese d’adozione. Solo la sua determinazione nell’affidarsi alle cure prima dello Istituto Oncologico Veneto e poi dello IED di Milano, le permettono di realizzare il suo sogno e dare alla luce il piccolo Angelo.
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Gaia Cortese 28 Settembre 2021
* ultima modifica il 28/09/2021

Angelo è un bimbo paffuto di 5 mesi con gli occhi celesti e i capelli biondi. Nessun altro nome poteva essere più appropriato, ma non solo per il suo aspetto. Angelo, infatti, è un vero miracolo perché è nato da una mamma con una diagnosi di tumore al seno con mutazione, e che ha lottato giorno dopo giorno per poterlo un giorno stringere tra le braccia.

Daniela e Marco sono i genitori del piccolo Angelo. A soli 3 mesi dal loro matrimonio, Daniela, all’epoca 37 anni, riceve all’Istituto Oncologico Veneto (IOV) una diagnosi che sembra lasciarle poche possibilità di diventare mamma. I medici, infatti, scoprono che ha un tumore al seno con mutazione Brca1, la cosiddetta mutazione "Jolie" (dal cognome dell’attrice Angelina Jolie, portatrice sana di Brca1), in pratica un tumore triplo negativo con fattore di recidiva altissimo, al 70 per cento.

Daniela viene sottoposta prima alla chemioterapia per ridurre le dimensioni della neoplasia, poi ad una mastectomia bilaterale. Ma non è finita qui. Daniela rientra in un avanzato protocollo immunoterapico allo IOV e nel 2018 si sottopone anche ad un intervento di oncofertilità, un’annessiectomia bilaterale per proteggere le ovaie, eseguita all'Istituto Europeo di Oncologia di Milano in percosdo tandem con Padova.

Un vero calvario, ma il sogno di diventare mamma le infonde un coraggio e una determinazione inimmaginabili, giorno dopo giorno. Grazie alla cure ricevute Daniela non solo è guarita, ma è riuscita a realizzare il suo desiderio più grande: dare alla luce il piccolo Angelo.

Come viene spiegato sul sito della Fondazione Umberto Veronesi le donne portatrici di mutazioni di geni Brca hanno un elevato rischio di sviluppare tumori al seno e all’ovaio. Questa problematica era venuta alla ribalta già nel 2013 quando l’attrice Angelina Jolie, portatrice sana di Brca1, comunicava al mondo la sua scelta di sottoporsi ad una serie di interventi (di norma mastectomia e/o ovariectomia) per la riduzione dei rischi.

Una scelta molto discussa che tuttavia negli ultimi anni ha portato all’identificazione di un sempre maggior numero di portatori sani di mutazione Brca1 e 2 e una  ricerca più avanzata per soluzioni di sorveglianza e abbattimento dei rischi legati a questa condizione. Cosi,  negli ultimi anni, la richiesta e l’esecuzione del test per l’identificazione delle mutazioni è aumentata esponenzialmente, anche per la possibilità di poter fare affidamento su nuove terapie oncologiche mirate, che hanno cambiato la prognosi delle pazienti.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.