Il tumore dell'esofago è una malattia aggressiva dovuta alla crescita disordinata e incontrollata delle cellule della mucosa esofagea. La sua identificazione è spesso tardiva e per questo motivo, al momento della diagnosi, il tumore è già cresciuto.
L’esofago è un canale che origina dalla gola, attraversa il torace e una piccola porzione dell’addome per poi continuarsi con lo stomaco. È lungo circa 25-30 centimetri e largo 2-3 centimetri e, attraverso i muscoli che circondano la sua parte più esterna, spinge il cibo verso lo stomaco per la digestione. La parte più interna dell’esofago è chiamata mucosa, ed è formata da cellule con caratteristiche proprie, tra le quali la produzione del muco per facilitare la progressione del cibo e difendersi dal reflusso acido dello stomaco.
Alcune situazioni, come è il caso del reflusso gastrico, possono trasformare le cellule della mucosa in risposta al contatto prolungato del succo acido, contribuendo così allo sviluppo dei tumori. Come tutti i tumori, anche quelli dell’esofago sono distinti in benigni e maligni. All’interno di queste due categorie poi esistono altri tipi di tumore.
I tumori benigni dell'esofago sono:
I tumori maligni dell'esofago sono più frequenti nei maschi dopo i 60 anni.
Sebbene lo squamocellulare rimanga il tipo più comune, si è visto invece che l’incidenza dell’adenocarcinoma sta aumentando negli ultimi anni, anche nelle femmine, soprattutto nei paesi dell’Europa occidentale e del Nord America.
I sintomi del tumore all’esofago sono dovuti alla crescita della massa all’interno dell’organo. Più il tumore è grande e più il lume sarà ristretto, impedendo così al cibo di scendere verso lo stomaco.
I sintomi più comuni sono la disfagia e la perdita di peso.
I tumori dell’esofago sono dovuti dalla crescita incontrollata delle cellule della mucosa, la parte più interna dell’organo. Le cause che provocano la crescita sono diverse e possono dipendere da fattori genetici, alimentari, di stile di vita e infiammatori.
I fattori di rischio più importanti sono il fumo di tabacco e l’alcol. Chi fuma ha un rischio di sviluppare il tumore che è 5-10 volte più alto rispetto ai non fumatori. Chi fuma e beve alcol vede aumentare ancora di più il rischio tumorale poiché l’alcol non solo è una causa tumorale diretta, ma potenzia il danno del fumo sulla mucosa.
Per fare diagnosi di tumore dell’esofago, in presenza dei sintomi di sospetto, sono necessari prima di tutto due esami fondamentali:
Questi esami permettono di escludere la presenza di altre malattie ma soprattutto di visualizzare la mucosa dell’organo e di prelevarne una piccola porzione per poi studiarla in laboratorio (biopsia).
Radiografia ed endoscopia non sono gli unici esami necessari, infatti, si utilizzano anche:
Queste metodiche hanno lo scopo di determinare l’estensione locale e a distanza del tumore in modo da poterlo suddividere in stadi (stadiazione), per consentire il corretto trattamento.
In base all’estensione della malattia, il tumore si classifica in stadi in ordine crescente. Più il tumore è cresciuto e più lo stadio sarà alto:
Infine ricordiamo che i tumori possono localizzarsi a vari livelli dell’esofago. La posizione, insieme allo stadio, guidano la scelta terapeutica.
La terapia del tumore dell’esofago è l’intervento chirurgico di rimozione della massa e dei linfonodi vicini, seguito dalla ricostruzione della continuità dell’organo. La tecnica più adeguata si sceglie in base allo stadio del tumore e alla sua posizione.
Più il tumore è piccolo e localizzato, più la chirurgia è capace di eliminare quanto più possibile la malattia. Al contrario, più la diagnosi è stata tardiva, più il tumore è infiltrato e tanto maggiore sarà l’aggressività della terapia, e minore la percentuale di sopravvivenza. Nei casi avanzati, in cui non è possibile operare per rimuovere il tumore si utilizza la chemioterapia.
Il tumore all’esofago è una malattia aggressiva. Sebbene si possano eliminare alcuni dei fattori di rischio per la sua insorgenza, non esiste uno screening oncologico cui le persone sane si possono sottoporre (come accade ad esempio per il tumore alla mammella o al colon). Questo rende difficile la diagnosi precoce e, per questo motivo, non tutti possono essere candidati all’intervento chirurgico e la mortalità risulta perciò generalmente alta.
Detto questo, per i tumori diagnosticati in fase molto precoce si può guarire, ma le probabilità si abbassano in base allo stadio del tumore: nei casi avanzati la sopravvivenza a 5 anni è del 5-15 %. Nei casi scoperti precocemente la percentuale è più alta.
Per il tumore esofageo non esiste uno screening periodico come invece è disponibile per altri tumori (come ad esempio il tumore al collo dell’utero). La prevenzione del tumore all’esofago si basa sul controllo dei fattori di rischio che abbiamo elencato, quindi:
Fonti| Grieco M. Chirurgia generale. Manuale CTO di Medicina e Chirurgia. Madrid, CTO EDITORIAL, S.L. (2019), IV ed.; Medscape; AIRC