Il tuo occhio potrebbe rivelare se corri il rischio di soffrire di diabete

L’analisi del cristallino potrebbe rappresentare uno strumento non invasivo per la diagnosi precoce del diabete di tipo 2 e della ridotta tolleranza del glucosio. Per lo studio è stato utilizzato un nuovo biomicroscopio avanzato, ma serviranno ulteriori ricerche per sviluppare questa tecnica di screening.
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Federico Turrisi 30 Settembre 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Guardare negli occhi potrebbe non essere più solo sinonimo di sincerità o di sfida. Potrebbe diventare uno strumento per diagnosticare in anticipo il diabete di tipo 2 e la ridotta tolleranza al glucosio, una condizione pre-diabetica conosciuta anche con la sigla Igt (Impaired glucose tolerance). Secondo uno studio pilota, condotto da Mitra Tavakoli, della scuola medica dell’Università di Exeter (in Gran Bretagna) e presentato alla riunione annuale dell’associazione europea per lo studio del diabete (EASD) che si tiene fino al 20 settembre a Barcellona, si potrebbe raggiungere tale risultato attraverso un'analisi specialistica del cristallino e in particolare misurando il livello di autofluorescenza nella lente dell'occhio.

Per questa ricerca è stato utilizzato un biomicroscopio di nuova concezione in grado di rilevare i prodotti finali di glicazione avanzata (AGE Advanced Glycation End-products), ossia i risultati della reazione chimica tra uno zucchero (come il fruttosio o il glucosio) e una proteina o un grasso, attraverso una semplice scansione dell'occhio. L'aumento del livello di AGE nel corpo contribuisce infatti allo sviluppo di molte malattie, tra cui alcune complicanze del diabete mellito come la retinopatia, che colpisce gli occhi, e la neuropatia, che invece interessa il sistema nervoso periferico. Tavakoli ha notato che l’autofluorescenza del cristallino e i livelli di AGE erano significativamente maggiori nei pazienti con prediabete e diabete di tipo 2.

Il livello di autofluorescenza potrebbe rivelarsi un utile biomarcatore e l'analisi oculare un metodo non invasivo per arrivare a una diagnosi precoce di queste due patologie. Si stima che tra l'insorgenza del diabete di tipo 2 e la diagnosi possono passare anche dieci anni; capisci allora che una diagnosi precoce e un intervento tempestivo sono particolarmente importanti, dal momento che potrebbero aiutare medici e pazienti a prevenire le complicanze. Ma per la messa a punto di questa sofisticata tecnica di screening bisognerà attendere studi clinici più approfonditi e a lungo termine.

Fonte | "Scanning the lens of the eye could predict type 2 diabetes and prediabetes" pubblicato su Diabetologia il 16 settembre 2019

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