In che modo l’Italia renderà la moda, il settore manufattiero e l’arredamento sostenibili

L’esperienza di MICS, il Partenariato Esteso dedicato a implementare soluzioni innovative per promuovere un’industria della moda e dell’arredamento più circolare.
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Andrea Di Piazza Geologo specializzato in Green Management
25 Gennaio 2024 * ultima modifica il 28/01/2024

È stato presentato il 23 gennaio a Roma, nella cornice di Palazzo Brancaccio, "Mics – Made in Italy Circolare e Sostenibile”, un Partenariato Esteso tra Università, Centri di Ricerca e Imprese finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca grazie ai fondi messi a disposizione dall’Unione Europea nell’ambito del programma NextGenerationEU. Numeri da capogiro considerando i 125 milioni di euro di fondi pubblici (114 milioni di euro dal PNRR) e privati (11 milioni di euro) destinati alla ricerca e all'innovazione nei settori dell'abbigliamento, dell'arredamento e dell'automazione meccanica, con la possibilità di ampliare i settori di interesse nell'immediato futuro.

MICS affronta in prima linea le sfide dell'economia circolare, con particolare attenzione ai modelli di design, produzione, consumo, nonché al fine vita dei materiali, dei prodotti, delle tecnologie di produzione e dei processi necessari per passare a un futuro più sostenibile.

I nuovi bandi a cascata

Tra le prime novità di questo interessante progetto, la presentazione avvenuta ieri a Roma di due bandi a cascata per un valore totale di 18 milioni di euro. Tre milioni di euro sono riservati ai progetti attivati da organismi di ricerca e università pubbliche e private, mentre quindici milioni di euro sono per le micro, piccole, medie e grandi imprese. Gli avvisi sono orientati a finanziare progetti nell'ambito della ricerca di base per rendere più sostenibili e circolari i tre settori di abbigliamento, arredamento e automazione-meccanica. Una commissione valuterà le istanze presentate attraverso le lenti della sostenibilità: saranno considerati criteri premianti la presenza femminile nel team di ricerca e il coinvolgimento di realtà delle regioni del Sud Italia. A proposito di quest'ultimo punto, ben il 40% delle risorse di progetto sarà destinato al Mezzogiorno, territorio soggetto a un recente e importante sviluppo tecnologico e industriale.

I progetti

Sono almeno 72 i progetti già attivi, realizzati da 12 partner pubblici e 13 industriali e che da soli rappresentano il 50% della produzione nazionale. Tra gli interventi nel programma vi sono "una fabbrica nello Spazio", ovvero un sistema industriale a completo circuito chiuso basato sull'additive manufacturing (stampanti 3D, per intenderci) per produrre oggetti senza l'ausilio di materiali aggiuntivi spediti dal nostro Pianeta. Una condizione che consentirebbe di riatomizzare i materiali utilizzati per creare fabbriche zero-waste (utile forse anche sulla Terra!). C'è spazio anche per l'estrazione mineraria urbana con il fine di rifornire il settore della gioielleria, a questa sarà affiancata la progettazione su metaverso per evitare la necessità di campionature e risparmiare su scarti e materiali.

Un occhio di riguardo al Made in Italy, per cui per esempio si prevede l'uso dei sistemi blockchain o di altre tecnologie, come speciali tag digitali, per il monitoraggio delle catene di fornitura.

Un'occhio di riguardo alla moda

Tra i progetti in archivio quelli che riguardano il settore tessile e della moda sono mirati a migliorare la sostenibilità di uno dei settori più inquinanti al mondo. Tra le varie proposte molte puntano ad una differenziazione dell'approvvigionamento per la realizzazione di abiti e accessori, mentre altri progetti puntano ad un efficientamento dei servizi in un'ottica più digitale.

Lusso sostenibile con i materiali bio-stampati per la moda basati su materie prime rinnovabili o su compositi inorganici-organici di scarto. Anche in questo caso è prevista la progettazione digitale di materiali ecocompatibili, specie per il settore dell'arredamento e di nuovi materiali bio-based per l’industria tessile e dell’arredamento.

Un altro progetto interessante, proposto dall'Università di Firenze, mira a creare una piattaforma di servizi pensata per accompagnare e sostenere i cluster di PMI dei distretti tessili nella transizione circolare e sostenibile. I servizi riguarderanno in particolare 4 macro-aree di servizio: supporto legale, tecnologico e progettuale in linea con le nuove normative, soluzioni digitali abilitanti per industrial designer e progettisti (eco-design); condivisione delle informazioni necessarie per le operazioni di riciclo, riuso, riparazione e disassemblaggio lungo l’intera filiera (tracciabilità e trasparenza); sviluppo di reti e partnership tra imprese settoriali e intersettoriali (simbiosi industriale).

Il PNRR per il tessile

Circolarità e sostenibilità nel campo del tessile passano necessariamente anche dagli interventi previsti dal PNRR. Nello specifico la Missione dedicata all'Economia Circolare, ha previsto 150 milioni di euro destinati alla realizzazione di impianti innovativi per il riciclo della frazione tessile che tutti i comuni italiani sono obbligati a raccogliere separatamente dal 1 gennaio 2022.

Sono stati 35 i progetti presentati per un volume complessivo pari a 304 milioni di euro. Ulteriori fondi per interventi in questo tipo di infrastrutture sono stati allocati sulla linea di investimento dedicata alla Realizzazione di nuovi impianti per il riciclo dei rifiuti.

Dopo una laurea in Geologia ed un dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ha lavorato come ricercatore presso altro…