In quali casi si esegue un’isterectomia, come funziona e per chi è consigliata

L’isterectomia è un intervento chirurgico che viene effettuato per rimuovere l’utero e, in alcuni casi, anche tube di Falloppio e ovaie. Le conseguenze sono l’interruzione del ciclo mestruale, l’impossibilità di ulteriori gravidanze e la menopausa. Ne esistono di diversi tipi, tra cui il più invasivo è sicuramente l’isterectomia totale addominale, che necessita di un taglio di 10 centimetri lungo l’addome inferiore. Per questo motivo, si allungano i tempi di ricovero e recupero post-intervento.
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Giulia Dallagiovanna 18 Gennaio 2024
* ultima modifica il 30/01/2024

L'isterectomia è un intervento chirurgico che serve per rimuovere l'utero, ovvero l'organo genitale femminile dove viene garantito lo svilippo dell'embrione e del feto in caso di gravidanza. Come potrai facilmente immaginare, togliere questa parte del corpo significa non avere più la possibilità di rimanere incinta, ma anche interrompere il ciclo mestruale e dunque non incorrere più nelle mestruazioni mensili. Se poi è necessario asportre anche tube di Falloppio e ovaie, subentrerà la menopausa precoce. Si tratta quindi di un'operazione molto invasiva che viene consigliata solo in casi specifici in cui viene messa in discussione la salute o la qualità della vita della paziente.

Viene quindi effettuato in caso si sospetti la presenza di un tumore all'utero o alle ovaie, di un fibroma uterino, di un prolasso, endometriosi, sanguinamento vaginale imprevedibile o troppo abbondante, o quando una malattia infiammatoria pelvica produce un dolore cronico che arriva a interferire anche con lo svolgimento delle normali azioni quotidiane.

Esistono diversi tipi di isterectomia in base agli organi che devono essere asportati: se si rimuove utero e cervice uterina, si parla di isterectomia totale, mentre se la cervice viene lasciata in sede, si tratterà di un'isterectomia subtotale. Infine, quando è necessario togliere anche ovaie e tube di Falloppio, il nome sarà isterectomia totale con annessiectomia bilaterale.

Anche la procedura dell'intervento può variare in base alle tipologie. Si procede, ad esempio, con un taglio di circa 10 centimetri nell'addome inferiore quando si necessita un'isterectomia addominale, che potrebbe però lasciare cicatrici, sebbene molto piccole. Se invece si opta per un'isterectomia vaginale, il taglietto viene effettuato lungo la parte superiore della vagina e non è visibile. Infine, l'isterectomia laparoscopica, effettuata in laparoscopia appunto, produce solo piccoli fori sull'addome.

Naturalmente, sarà lo specialista, ovvero il ginecologo, a scegliere quale tipo di operazione sia più adatta al caso specifico in base agli organi da rimuovere e alle caratteristiche della paziente. In ogni caso, dopo l'intervento è necessario qualche giorno di ricovero in ospedale.

L'isterectomia totale addominale è la tipologia più soggetta a possibili eventi avversi e complicanze. Di conseguenza, oltre a richiedere un'anestesia totale saranno anche necessari un ricovero ospedaliero e tempi di recupero più lunghi, anche di 8 settimane. La convalescenza di solito prevede riposo e fisioterapia per recuperare la tonicità e la funzionalità muscolare.

Fonte| Policlinico Sant'Orsola

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