Se ti stai chiedendo come siamo messi nella lotta al tumore al seno, la risposta arriva da un maxi studio canadese: i casi stanno aumentando in tutto il mondo. La ricerca, pubblicata sulla rivista The Lancet Global Health, ha osservato l’andamento della patologia tra il 1998 e il 2012 ed è la prima che ne ha disegnato il trend anche dal punto di vista dell’età delle pazienti. Dai risultati sembra che nei paesi ad alto reddito (tra cui l’Italia) i tumori al seno sarebbero aumentati, soprattutto quelli in pre-menopausa, differentemente dai paesi meno ricchi dove invece prevalgono casi in stadio avanzato e in post-menopausa. I ricercatori canadesi hanno messo in luce anche la mortalità legata al tumore al seno, maggiore nei paesi più poveri e sviluppati, con l’Africa in cima al triste podio. Tre dati che, come puoi capire, cristallizzano l’importanza di migliorare ancora di più i programmi screening, la diagnosi e soprattutto il trattamento della patologia.
Il primo dato che fornisce lo studio è l’aumento dei casi di tumore al seno in tutto il mondo. Tra il 1998 e il 2012 i paesi con un indice di sviluppo umano maggiore, e quindi con un livello di benessere più alto, hanno fatto registrare un aumento dei casi sia in pre-menopausa sia post. Sto parlando rispettivamente di 30,6 e di 253,6 donne ogni 100mila: praticamente il doppio dei paesi meno ricchi.
Perché è così importante la distinzione tra pre e post-menopausa? I ricercatori spiegano che il tumore del seno ha caratteristiche e cause diverse in base all’età: l'eccesso di peso, per esempio, è un fattore di rischio più marcato in post-menopausa. Inoltre la diagnosi precoce del cancro al seno è più difficile nelle donne in pre-menopausa e gli esiti della malattia differiscono tra pazienti più giovani e più anziane.
A preoccupare i ricercatori sono dunque proprio le età delle pazienti. Perché sarebbero aumentati i casi nelle donne più giovani. Nello studio i ricercatori hanno considerato pre-menopausa tutte le pazienti sotto i 50 anni: e dai dati sarebbe emerso che nei paesi più ricchi come l’Europa occidentale (38,4 ogni 100 mila), l’Australia e la Nuova Zelanda (36,7 ogni 100 mila) sarebbero stati registrati i tassi più alti di cancro in pre-menopausa. I casi di cancro in post-menopausa, invece, sarebbero più alti in Australia e Nuova Zelanda (circa 324 ogni 100 mila) e nell’Europa occidentale (circa 310) e settentrionale (308).
La disuguaglianza economica si riflette anche nei tassi di mortalità legata al tumore al seno. Nei paesi con un basso livello di benessere ci sarebbero più decessi rispetto a quelli registrati nelle zone con un benessere maggiore, dove la percentuale di pazienti decedute per cancro al seno in pre-menopausa è pari all’11% rispetto al 47% dei paesi più poveri. Le zone più colpite sarebbero le regioni africane, con Camerun e Somalia tra i primi. Per quanto riguarda i decessi in post-menopausa, siamo a un 21% nei paesi più ricchi contro un 56% osservato in quelli meno abbienti.
I ricercatori hanno individuato alcuni fattori che aumenterebbero sensibilmente il rischio di sviluppare la malattia. Nel caso dei tumori in donne più anziane e post-menopausa potrebbero avere un ruolo importante la crescente obesità, l’abuso di alcol e l’inattività fisica, per i casi pre-menopausa invece la crescente incidenza sarebbe più difficile da spiegare perché i fattori di rischio non sono chiari. Secondo i ricercatori un ruolo importante potrebbero averlo i figli: un minor numero o addirittura nessuno potrebbe favorire una minor incidenza.
Puoi capire però che un importante contributo ai numeri in crescita arriva dai programmi di screening e in questo senso i ricercatori canadesi portano un esempio su tutti: dal 2011 al 2015, negli Stati Uniti, il 14% delle donne tra 18 e 39 anni a rischio medio di cancro al seno ha ricevuto una mammografia.
Nella percentuale di mortalità, invece, un ruolo primario è ricoperto dai progressi più o meno evidenti nel trattamento e nella diagnosi precoce a tutte le età della malattia. Anche qui i ricercatori portano un esempio: su oltre 75mila donne con nuovi casi di cancro al seno che hanno ricevuto o cercato un trattamento in India, tra il 50% e il 70% dei casi erano diagnosi di malattie in stadio avanzato, nei paesi ad alto reddito come il Canada, invece, più dell'80% dei casi di cancro al seno viene diagnosticato in una fase precoce.
È chiaro, dunque, quali sono i passaggi da seguire per provare a migliorare la situazione. Intervenire sull’inadeguatezza delle diagnosi, del trattamento e delle infrastrutture sanitarie. Allo stesso tempo, però, è decisivo superare le ampie disuguaglianze che si riscontrano, purtroppo, anche nella cura del cancro al seno.
Fonti | "Global burden and trends in premenopausal and postmenopausal breast cancer: a population-based study" pubblicata nell'agosto 2020 su The Lancet Global Health