In tutto il mondo aumentano i casi di tumore al seno: cosa sta succedendo?

Uno studio canadese ha analizzato i dati globali sul carcinoma alla mammella tra il 1998 e il 2012 e ne ha disegnato anche l’andamento in base all’età delle pazienti: nei paesi più ricchi vi sarebbe un aumento dei casi in pre-menopausa mentre nei paesi a basso reddito sarebbero sempre più le diagnosi in post-menopausa.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 20 Agosto 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Se ti stai chiedendo come siamo messi nella lotta al tumore al seno, la risposta arriva da un maxi studio canadese: i casi stanno aumentando in tutto il mondo. La ricerca, pubblicata sulla rivista The Lancet Global Health, ha osservato l’andamento della patologia tra il 1998 e il 2012 ed è la prima che ne ha disegnato il trend anche dal punto di vista dell’età delle pazienti. Dai risultati sembra che nei paesi ad alto reddito (tra cui l’Italia) i tumori al seno sarebbero aumentati, soprattutto quelli in pre-menopausa, differentemente dai paesi meno ricchi dove invece prevalgono casi in stadio avanzato e in post-menopausa. I ricercatori canadesi hanno messo in luce anche la mortalità legata al tumore al seno, maggiore nei paesi più poveri e sviluppati, con l’Africa in cima al triste podio. Tre dati che, come puoi capire, cristallizzano l’importanza di migliorare ancora di più i programmi screening, la diagnosi e soprattutto il trattamento della patologia.

Aumentano i casi

Il primo dato che fornisce lo studio è l’aumento dei casi di tumore al seno in tutto il mondo. Tra il 1998 e il 2012 i paesi con un indice di sviluppo umano maggiore, e quindi con un livello di benessere più alto, hanno fatto registrare un aumento dei casi sia in pre-menopausa sia post. Sto parlando rispettivamente di 30,6 e di 253,6 donne ogni 100mila: praticamente il doppio dei paesi meno ricchi.

Età delle pazienti

Perché è così importante la distinzione tra pre e post-menopausa? I ricercatori spiegano che il tumore del seno ha caratteristiche e cause diverse in base all’età: l'eccesso di peso, per esempio, è un fattore di rischio più marcato in post-menopausa. Inoltre la diagnosi precoce del cancro al seno è più difficile nelle donne in pre-menopausa e gli esiti della malattia differiscono tra pazienti più giovani e più anziane.

A preoccupare i ricercatori sono dunque proprio le età delle pazienti. Perché sarebbero aumentati i casi nelle donne più giovani. Nello studio i ricercatori hanno considerato pre-menopausa tutte le pazienti sotto i 50 anni: e dai dati sarebbe emerso che nei paesi più ricchi come l’Europa occidentale (38,4 ogni 100 mila), l’Australia e la Nuova Zelanda (36,7 ogni 100 mila) sarebbero stati registrati i tassi più alti di cancro in pre-menopausa. I casi di cancro in post-menopausa, invece, sarebbero più alti in Australia e Nuova Zelanda (circa 324 ogni 100 mila) e nell’Europa occidentale (circa 310) e settentrionale (308).

La mortalità

La disuguaglianza economica si riflette anche nei tassi di mortalità legata al tumore al seno. Nei paesi con un basso livello di benessere ci sarebbero più decessi rispetto a quelli registrati nelle zone con un benessere maggiore, dove la percentuale di pazienti decedute per cancro al seno in pre-menopausa è pari all’11% rispetto al 47% dei paesi più poveri. Le zone più colpite sarebbero le regioni africane, con Camerun e Somalia tra i primi. Per quanto riguarda i decessi in post-menopausa, siamo a un 21% nei paesi più ricchi contro un 56% osservato in quelli meno abbienti.

Cause e fattori di rischio

I ricercatori hanno individuato alcuni fattori che aumenterebbero sensibilmente il rischio di sviluppare la malattia. Nel caso dei tumori in donne più anziane e post-menopausa potrebbero avere un ruolo importante la crescente obesità, l’abuso di alcol e l’inattività fisica, per i casi pre-menopausa invece la crescente incidenza sarebbe più difficile da spiegare perché i fattori di rischio non sono chiari. Secondo i ricercatori un ruolo importante potrebbero averlo i figli: un minor numero o addirittura nessuno potrebbe favorire una minor incidenza.

Puoi capire però che un importante contributo ai numeri in crescita arriva dai programmi di screening e in questo senso i ricercatori canadesi portano un esempio su tutti: dal 2011 al 2015, negli Stati Uniti, il 14% delle donne tra 18 e 39 anni a rischio medio di cancro al seno ha ricevuto una mammografia.

Nella percentuale di mortalità, invece, un ruolo primario è ricoperto dai progressi più o meno evidenti nel trattamento e nella diagnosi precoce a tutte le età della malattia. Anche qui i ricercatori portano un esempio: su oltre 75mila donne con nuovi casi di cancro al seno che hanno ricevuto o cercato un trattamento in India, tra il 50% e il 70% dei casi erano diagnosi di malattie in stadio avanzato, nei paesi ad alto reddito come il Canada, invece, più dell'80% dei casi di cancro al seno viene diagnosticato in una fase precoce.

Cosa fare?

È chiaro, dunque, quali sono i passaggi da seguire per provare a migliorare la situazione. Intervenire sull’inadeguatezza delle diagnosi, del trattamento e delle infrastrutture sanitarie. Allo stesso tempo, però, è decisivo superare le ampie disuguaglianze che si riscontrano, purtroppo, anche nella cura del cancro al seno.

Fonti | "Global burden and trends in premenopausal and postmenopausal breast cancer: a population-based study" pubblicata nell'agosto 2020 su The Lancet Global Health

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.