Come puoi ridurre l’inquinamento degli pneumatici?

Le gomme delle nostre auto contribuiscono in vari modi all’inquinamento: rilasciano particelle tossiche, influiscono sui consumi di carburante e provengono da una filiera molto dispendiosa. Ma delle soluzioni maggiormente sostenibili esistono: vediamole!
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Gianluca Cedolin 3 Febbraio 2020

Quando parli dell’inquinamento provocato dalle auto pensi al gas di scarico che esce dalla marmitta, alle emissioni dovute all’uso di combustibili fossili. Ma lo sapevi che queste sono responsabili solo del 50 per cento circa della produzione di polveri sottili da traffico? L’altra parte di inquinamento, come ha detto un bollettino dell’Oms, proviene dall’usura dei freni, dell’asfalto e degli pneumatici, che consumandosi rilasciano nell’aria e sul suolo particelle microscopiche molto tossiche. Inoltre, il rendimento e le caratteristiche delle gomme arrivano a incidere fino al 20 per cento sui consumi di carburante, che si traduce poi in maggiori (o minori) emissioni.

Se stai cercando di ridurre il tuo impatto ambientale, dovrai quindi tenere in conto, al momento del cambio delle gomme, del fatto che non sono tutte uguali, e ce ne sono alcune migliori di altre non solo in ottica di prestazioni, ma anche di minor inquinamento. Non solo: bisogna prestare anche molta cura alla manutenzione, decisiva per consumare meno, e allo smaltimento, per permettere il riciclo.

Come scegliere gli pneumatici migliori

Considerando le emissioni di CO2, esiste una classificazione europea che va dalla lettera A alla G, dove gli pneumatici A, i migliori, emettono meno di 120 grammi al chilometro di anidride carbonica e quelli G, i peggiori, oltre 225 g/km. Se hai un veicolo che percorre mediamente in un anno 15mila chilometri e fa 14-15 chilometri con un litro, passando da classe G a classe A risparmi circa 90 litri di carburante all’anno. In generale, sarebbe meglio non scendere sotto la classe B, e le differenze di prezzo non sono esagerate.

Ci sono almeno altri due fattori che influiscono in maniera importante sull’inquinamento da pneumatici. Il primo riguarda il materiale di cui sono fatti e la filiera da cui provengono. A questo proposito, i principali produttori di gomme stanno sviluppando nuove tecniche meno impattanti: Michelin punta ad avere, entro il 2024, l’80% di componenti sostenibili (realizzando gomme termoplastiche da legno, paglia o barbabietola); Pirelli lavora da anni a una catena di approvvigionamento sostenibile di gomma naturale; Continental ha presentato di recente degli pneumatici alternativi provenienti dalla pianta di tarassaco, mentre Directa plus ha brevettato degli pneumatici al grafene, che dovrebbero ridurre di molto la resistenza al rotolamento (e quindi i consumi).

Un’altra cosa da tenere in conto, e questa dipende molto da noi, riguarda la pressione delle gomme: se viaggi con la pressione delle gomme troppo bassa, riduci di molto la loro vita e aumenti in consumi. Secondo delle stime di una nota casa di pneumatici, se viaggi con la pressione delle gomme inferiore di 0,6 bar rispetto a quella raccomandata, il consumo di carburante cresce del 4%, la durata degli pneumatici quasi si dimezza e aumenta anche il rischio di incidenti. Ti conviene quindi controllare almeno una volta al mese che la pressione sia quella consigliata (generalmente si aggira intorno ai 2 bar, ma varia da macchina a macchina: meglio verificarla sul manuale d’uso dell’auto).

L’importanza di un corretto smaltimento

Per essere sostenibili, devi staro attento anche all’ultimo passaggio: se smaltirai correttamente gli pneumatici, infatti, garantirai loro una nuova vita. Per questo, non devi lasciarli nei normali bidoni per la raccolta rifiuti, e men che meno abbandonarli per strada. Portali invece al tuo gommista, che per legge deve aderire a un consorzio di riciclo gomme.

Con un adeguato trattamento, possiamo recuperare fino al 50% della gomma di cui sono formati gli pneumatici. Questa viene utilizzata in mille modi, dalle barriere stradali alle superfici per le piste di atletica, fino alle guaine e a diversi elementi di arredo urbano e fai da te. In questo modo, darai il tuo contributo a un’economia sostenibile e circolare.