
“Quando avevo 12 anni mia nonna mi portò al canile di Porta Portese. Ricordo questi occhi che mi guardavano da dietro le sbarre delle gabbie e in particolare una cagnolina nera con quattro cuccioli che non avrei potuto portare a casa. Quella creatura mi è rimasta talmente impressa che dentro di me ho detto: ‘un giorno farò qualcosa per una come te’."
Giada Bernardi è avvocato del foro di Roma, è madre, ha tre cani e ogni giorno si occupa di diritto. E non solo quello delle persone. Da quando era piccola, infatti, ha sempre avuto una grande sensibilità nei confronti degli animali, trasmessale dalla sua famiglia, e crescendo, diventando professionista, ha iniziato a interessarsi alle norme che li tutelano, fino a fondare nel 2014 una Onlus chiamata “Zampe che danno una mano” e, da pochi mesi, GiustiziAnimale, un vero e proprio studio legale in difesa delle creature che non hanno voce.
“La mia prima denuncia per maltrattamento risale al 1997, mi ero laureata da appena un anno. Un husky era stato preso a calci dal proprietario della cagnolina in calore che continuava a seguire e si era rotto una zampa. Io ero riuscita a trovare il nome del proprietario del cane e mi ero offerta di dargli tutela legale. Da lì, parallelamente alle altre questioni di cui mi occupo, ho iniziato a seguire diversi casi e la nascita di questo studio legale è stata un po’ la realizzazione di un sogno”.
All’inizio di quest’anno, infatti, assieme a una collega, Rosaria Loprete e a un consulente investigativo, Gregorio Ercoli, ha deciso di creare una realtà ufficiale per assicurare difesa e protezione giuridica a tutti gli animali maltrattati e in difficoltà. GiustiziAnimale è quindi il primo luogo ufficiale di tutela giuridica per gli animali diretto e gestito da professionisti della legge. Ma come è stato possibile?
“Conosco Gregorio da quattro anni e Aurora da tre. Con entrambi ho seguito diversi casi, qui a Roma. Ciascuno di noi porta avanti questo percorso da anni e siccome niente accade per caso le nostre strade a un certo punto si sono incrociate. Circa un anno fa parlavamo della necessità di introdurre in Italia una realtà che si occupasse nello specifico della tutela degli animali, che è sempre troppo poco considerata nel nostro ordinamento giuridico, e abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto creare un vero e proprio studio legale che unisse le nostre competenze, le nostre forze e i nostri contatti. Così, a inizio 2020 abbiamo finalmente deciso di dare corpo a quest’idea ed ora eccoci qua!”
Naturalmente Giada continua allo stesso tempo a portare avanti il proprio studio legale con tutte le sue altre attività. Ma oggi GiustiziAnimale è una realtà vera e propria e ha già tantissimo lavoro da fare in difesa di tutte le creature che ne hanno bisogno, siano esse di proprietà oppure randagi abbandonati.
“Lo studio legale GiustiziAnimale, a prescindere dalle altre attività che facciamo a latere, si occupa solo ed esclusivamente di difendere i diritti degli animali, che si tratti di privati che hanno bisogno di assistenza per casi di responsabilità veterinaria, di cani randagi, maltrattati, dimenticati o abbandonati, di impugnazioni al Tar per casi di affidamento non conformi alle normative, di canili lager… Diciamo che ci occupiamo di tutela dell’animale a 360 gradi.”
Al momento lo studio legale è dislocato in diverse sedi, in base a dove si trovano i professionisti che ne fanno parte, ma potrebbe presto ampliare il proprio raggio d’azione.
“Come luogo fisico al momento abbiamo Roma, dove ci sono io, e Catanzaro che è dove sta Rosaria. Siamo molto felici perché abbiamo avuto da subito un enorme riscontro da parte di molti colleghi che ci hanno contattati per complimentarsi e ci hanno dato piena e massima disponibilità di collaborazione. Il nostro sogno nel cassetto è riuscire a costituire un giorno una rete a livello nazionale, con avvocati in tutte le Regioni e in tutte le Province a cui fare riferimento. Sarebbe davvero un sogno che diventa realtà.”
E la voglia di collaborare non arriva solo dal mondo della giurisprudenza ma anche e soprattutto dalle realtà che aspettavano la possibilità di un supporto del genere da una vita, come le guardie zoofile e le centinaia di associazioni presenti sul territorio. Un insieme di forze che potrebbe creare qualcosa di grande per cambiare davvero le cose.
“Abbiamo deciso di unire le forze perché siamo convinti che da soli non si va da nessuna parte e insieme, invece, si può. Quindi abbiamo scelto di unirci e convogliare le nostre conoscenze, formare un gruppo ed espanderci a macchia d’olio per costituire una struttura forte, importante, un punto di riferimento per tutti. Noi ci teniamo che questa diventi una cosa grande e bella, in grado di aiutare più animali possibili e garantire la massima tutela a chi non ha voce, tutela che noi siamo pronti a dare.”
E lo studio legale intende lavorare intensamente sui vari problemi che al momento il nostro Paese presenta in merito alla tutela degli animali e sulle questioni che è importante migliorare.
“Innanzitutto è fondamentale modificare le leggi perché al momento le pene sono bassissime, non fanno paura a nessuno. Bisognerebbe fare un protocollo da portare nelle scuole, per sensibilizzare i bambini sin da piccoli a rispettare gli animali che sono parte integrante della nostra vita non solo a livello di compagnia ma anche dal punto di vista terapeutico e di salvataggio. Al sud poi c’è la piaga del randagismo che sembra un problema incontenibile, quindi bisognerebbe andare a interfacciarsi con le strutture dei canili lager, in cui non si sa che fine facciano i cani… Le cose da fare sono tante, tantissime. Solo oggi ci sono arrivate 10 segnalazioni di illeciti e situazioni non consone, ed è ora di cominciare a intervenire. La violenza nei confronti di un animale, di chi non può difendersi, è ciò che presto porterà alla violenza nei confronti dell’uomo. Il passo è brevissimo perché è proprio il mancato rispetto nei confronti della vita.”
A questo punto viene spontaneo chiedere a Giada come fa ad affrontare situazioni così pesanti considerata la sua sensibilità.
“Io non mi vergogno a dire che piango. Negli anni però, per preservarmi ho imparato a trasformare il dolore in forza. Certo, all’inizio è dolore, sono lacrime. Ma per diventare forti, per combattere, per risolvere bisogna guardare, capire, comprendere. Se non guardi non puoi sapere come affrontarlo, girare la testa non cambia le cose. E noi le cose le vogliamo cambiare.”