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Ipocalcemia: cosa accade quanto abbiamo poco calcio all’interno del nostro corpo

Il calcio è un minerale presente in grandi quantità nel nostro organismo, che garantisce il mantenimento di svariati processi all’interno di esso. Quando la sua presenza è troppo bassa si parla di ipocalcemia, uno dei disturbi del metabolismo del calcio: vediamo quali sintomi può provocare e come trattarla.
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8 Gennaio 2022 * ultima modifica il 08/01/2022

I disturbi del metabolismo del calcio non sono rari: l’ipercalcemia, ossia la presenza troppo elevata di calcio nell’organismo, è la più frequente, mentre l’ipocalcemia, una quantità troppo bassa di calcio, è più rara ma può essere pericolosa se non trattata.

Cos’è

Il calcio svolge molte funzioni vitali nel nostro organismo ed è molto importante, tra le altre, per la corretta funzione cellulare, la trasmissione nervosa e il mantenimento della struttura ossea. Il nostro organismo è capace di autoregolare i livelli del calcio all’interno dello stesso, mantenendolo tramite una complessa interazione tra diverse componenti.

I livelli di calcio considerati nel nostro organismo sono due, il calcio sierico, ossia quello presente nel sangue, e il calcio ionizzato, quello libero e non legato a proteine: i valori considerati nella norma sono compresi per il calcio sierico tra 8,5 e 10,5 mg/dl, mentre per il calcio ionizzato si attestano circa tra 4,4 e 5,4 mg/dl. Quando i livelli si trovano sotto a questi due intervalli si considera la presenza di ipocalcemia.

Abbiamo già riportato che l’ipocalcemia è meno comune dell’ipercalcemia, e solitamente è dovuta da fattori acquisiti, anche se in alcune circostanze può trattarsi di una condizione ereditaria; può presentarsi sia in uno stato asintomatico, e riscontrarla dai semplici esami di routine, che riportare una serie di sintomi che possono anche rivelarsi fatali se non trattati adeguatamente.

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Livelli troppo bassi di calcio possono mettere a rischio la salute delle ossa.

Cause

Le cause principali di carenza di calcio sono dovute principalmente da una circostanza, ossia dai livelli del paratormone nel nostro corpo. Il paratormone (PTH) è un ormone prodotto da alcune ghiandole posizionate sul retro della tiroide, le paratiroidi, la cui funzione è per l’appunto mantenere costanti i livelli di calcio che circolano nel nostro corpo.

La carenza di calcio può essere dovuta, quindi, sia ad un livello troppo basso di PTH (ipoparatiroidismo), sia ad un livello troppo alto (iperparatiroidismo); ci sono poi anche altre circostanze non dovute dai livelli di PTH che possono causare ipocalcemia.

Tra le cause di PTH basso possiamo trovare:

  • condizione post-chirurgica, la causa più comune;
  • una malattia autoimmune delle paratiroidi.

Tra le cause di PTH alto possiamo elencare:

  • carenza o mancanza assoluta di vitamina D;
  • insufficienza renale;
  • pseudoipoparatiroidismo.

Altre cause possono essere:

  • una diminuzione del livello di albumina;
  • pancreatite acuta;
  • livelli bassi o alti di magnesio;
  • utilizzo di determinati farmaci;
  • shock settico;
  • trasfusioni.

Sintomi

Abbiamo accennato che la sintomatologia legata all’ipocalcemia può variare da una totale assenza di sintomi a sintomi molto più gravi; le manifestazioni cliniche variano molto in base al livello di carenza di calcio e al fatto o meno che si tratti di una condizione passeggera o cronica.

Tra i sintomi più gravi possiamo trovare:

  • convulsioni;
  • tetania, uno stato patologico caratterizzato da crampi, spasmi e tremori muscolari, manifestati in particolar modo dal segno di Trousseau (uno spasmo carpale) e il segno di Chvostek (una contrazione dei muscoli facciali);
  • encefalopatia;
  • insufficienza cardiaca e sindrome del QT lungo;
  • parestesia, ossia un’alterata percezione a diversi stimoli sensitivi;
  • laringospasmo;
  • ansia o depressione.

Conseguenze e diagnosi

Il mancato trattamento dell’ipocalcemia può portare a conseguenze anche gravi, ma di norma la carenza di calcio è facilmente correggibile.

Occorrerà quindi la misurazione diretta dei livelli di calcio e, una volta che è stata riscontrata la carenza, la diagnosi di ipocalcemia avverrà in seguito ad un’anamnesi approfondita del paziente, in cui si cercherà di comprendere le cause che potrebbero aver portato alla carenza di calcio: ad esempio il paziente è stato sottoposto recentemente ad un intervento chirurgico (soprattutto tiroidectomia), eventuali storie familiari simili, patologie renali, ecc..

I pazienti dovranno essere sottoposti a valutazione della funzionalità dei reni, a test che misurino i livelli di magnesio, fosfato, di paratormone e di vitamina D.

Nei casi di ipocalcemia grave sarà necessario controllare i pazienti con ECG, in quanto potrebbero sviluppare aritmie anche letali.

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Il trattamento dell’ipocalcemia prevede anche una dieta basata su alimenti ad alto contenuto di calcio.

Terapia

Il trattamento dell’ipocalcemia dipenderà da diversi fattori: dalla presenza o meno di sintomi e dalla loro gravità, dal grado di carenza di calcio e dalla causa che ha portato alla stessa. Innanzitutto potrebbe essere utile fermare le eventuali terapie di farmaci che possono abbassare i livelli di calcio e impostare una dieta che preveda l’assunzione di alimenti ad alto contenuto dello stesso.

La terapia vera e propria solitamente prevede il ripristino dei livelli di calcio, quindi:

  • nei casi di interventi chirurgici come tiroidectomia, di patologie renali croniche, e di carenze di vitamina D, il calcio può essere somministrato per via orale, in concomitanza con integrazione di vitamina D, monitorando i livelli di entrambi;
  • nei casi con sintomatologia grave o acuta e di tetania potrebbe essere necessaria una terapia endovenosa di calcio.

Nei pazienti con ipomagnesemia, talvolta associata a tetania, occorrerà correggere e ripristinare i normali livelli di magnesio prima di concentrarsi sul calcio.

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Pavia, ha svolto periodi di formazione in ospedali universitari della Comunidad altro…
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