Julia “Butterfly” Hill: la ragazza che passò due anni in cima a una sequoia per salvare un’intera foresta

Julia “Butterfly” Hill trascorse più di due anni in cima a una sequoia millenaria in California, e con il suo leggendario atto di disobbedienza civile fu l’eco-eroe che salvò la foresta di Headwaters da devastanti azioni di deforestazione.
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Rubrica a cura di Kevin Ben Alì Zinati
22 Marzo 2022

C'è chi si incatena agli alberi cingendoli in un abbraccio e c'è chi, per salvarli ci vive letteralmente sopra. È il caso di Julia "Butterfly" Hill, l'eco-eroe che passò 738 giorni in cima a una sequoia di oltre mille anni per proteggere la foresta di Headwaters, in California, dal disboscamento. 

La mattina del 10 dicembre 1997 Julia si gettò lo zaino sulle spalle, arrotolò all’insù le maniche della felpa e un ramo dopo l’altro si arrampicò fino quasi alla cima di un gigantesco albero della foresta di Headwaters, in California.

Forse non ne hai mai sentito parlare, eppure si tratta di una delle aree verdi più importanti del Pianeta. Situato vicino alla città di Eureka, è uno dei pochi luoghi sulla Terra dove sopravvivono delle sequoie sempreverdi meravigliose e antichissime.

Giovane donna cresciuta nel cuore dello stato dell’Arkansas e già schierata in prima linea nella battaglia per la difesa dell’ambiente, per Julia Hill la scalata su una sequoia di più di mille anni proiettata verso il cielo per oltre 50 metri non fu nulla di troppo impegnativo o straordinario.

Eccezionale fu invece l’obiettivo con cui salì: restarci finché le azioni di disboscamento della foresta californiana finanziate dalla Pacific Lumber Company e dalla Maxxam Corp non fossero state bloccate.

Julia aveva continuato il proprio percorso scolastico fino ai 16 anni, quando poi decise di mettere in pausa la carriera universitaria e aprire il proprio ristorante a soli 18 anni ma un anno prima della sua scalata, era stata coinvolta in un grave incidente automobilistico nel quale aveva rischiato seriamente di perdere la vita.

Potenzialmente tragico, quel momento si trasformò invece nella grande epifania che aiutò Julia a trovare il proprio posto nel mondo. A due passi dalla morte, Julia capì che il suo destino era lottare per il proprio Pianeta.

La sua battaglia si cristallizzò in un leggendario atto di disobbedienza civile durato più di 2 anni, durante i quali visse su una piattaforma di un metro per due costruita in cima alla “sua” sequoia che, nel frattempo, aveva ribattezzato "Luna".

L’obiettivo originale di Julia era già abbastanza ambizioso e prevedeva di battere il record di permanenza su un albero di 42 giorni così da attirare l’attenzione della stampa sulle azioni di disboscamento della foresta.

Ben presto però capì che come eco-eroe non poteva limitarsi ad accendere i riflettori sul problema. Spettava a lei, dalla cima della millenaria sequoia nel cuore della foresta di Headwaters, trovare un modo per risolverlo.

Con caparbietà e determinazione Julia restò sull’albero. Resistette ai colpi della pioggia e alle sberle del vento, si divincolò dagli abbracci del caldo e dagli artigli dell’inverno. Non si fece scalfire nemmeno dagli acciacchi e dall’influenza o, peggio, dai tentativi di chi voleva a tutti i costi tirarla giù con tanto di riflettori e altoparlanti.

Julia, che nel frattempo era stata ribattezzata "Butterfly" (la farfalla) visse in cima alla "sua" pianta per ben 738 giorni. Fino a quando, cioè, non vinse la battaglia e la Maxxam Corp non abbandonò l’idea di mettere a ferro e fuoco la foresta dichiarando sospeso l’abbattimento di “Luna” e di tutte le altre sequoie nel raggio di 60 metri.

Con la sua protesta Julia Hill riuscì a calamitare l’attenzione del mondo sul ruolo che le foreste svolgono all’intento dell’ecosistema e della nostra vita. E con il suo coraggio insegnò a più di una generazione a riconnettersi con il mondo che ci circonda.

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Giornalista fin dalla prima volta che ho dovuto rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande”. Sulla carta, sono pubblicista dal altro…