“La balbuzie non è un disturbo di ansia, ma una malattia neurologica”. Intervista al Prof. Jubin Abutalebi

Suoni prolungati, difficoltà a pronunciare sillabe o parole, blocchi durante la conversazione. La balbuzie si manifesta tipicamente in queste forme. Ne abbiamo parlato con il Prof. Jubin Abutalebi, esperto di linguaggio e neurologo cognitivo.
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Gaia Cortese 29 Marzo 2023
* ultima modifica il 29/03/2023
Intervista a Prof. Jubin Abutalebi Neurologo cognitivo e professore associato di Neuropsicologia alla Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele

Un disturbo del linguaggio, un problema psicologico o una disfluenza verbale. Non sempre è chiaro cosa sia la balbuzie e quale ne sia la causa. Per approfondire la questione ne abbiamo parlato con un esperto di linguaggio, Jubin Abutalebi, neurologo cognitivo e professore associato di Neuropsicologia alla Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

Cos’è la balbuzie?

La balbuzie è un disturbo della fluenza verbale e tipicamente compare durante l’infanzia. Per dare una definizione ufficiale usando il DSM (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, ndr) che classifica le malattie mentali e neurologiche, la balbuzie è un disturbo del neurosviluppo, con esordio nell’infanzia. Poi, ovviamente, le caratteristiche fisiche possono essere diverse da persona a persona, variare dalle forme molto gravi alle forme più leggere.

Tipicamente la balbuzie si manifesta con persone che hanno difficoltà a pronunciare la prima sillaba della parola o a pronunciare l'intera frase; possono incepparsi o prolungare le parole, o ancora, avere difficoltà con l’uso di alcune circonlocuzioni, che significa che, per esempio, in presenza di parole o cluster di consonanti che tipicamente bloccano, si preferisce non dire quella parola, ma cercarne una simile che si possa pronunciare con minor fatica.

È un disturbo che compare nell’infanzia o può comparire anche in età adulta?

Questo se lo è chiesto tutta Italia! In medicina il 100 per cento non esiste mai, ci sono sempre eccezioni. Tipicamente è un disturbo dell’età evolutiva, il che non significa che non ci siano adulti balbuzienti, però l’esordio tipico è intorno ai tre anni di vita e nell'88 per cento dei casi, in chi ne è affetto la balbuzie sparisce da sola anche prima della pubertà;, mentre un 12 per cento se la porta avanti. C'è poi chi migliora seguendo  terapie specifiche, chi non migliora, ma sono pochi, perché semplicemente non fa nulla per risolvere il disturbo.

L’insorgenza ex novo in età adulta è molto rara, ma potrebbe anche comparire quando un adulto, che magari non sembrava essere balbuziente, inizia a balbettare: forse era già balbuziente e il disturbo era semplicemente scomparso, perché accade anche che alcune condizioni come aspetti psicologici, stati di ansia, stress emotivo, oppure l’uso di psicofarmaci, possano creare le condizioni per un ritorno della balbuzie.

Nel caso di Fedez a cosa può essere attribuita la difficoltà nel parlare in uno dei suoi video?

Di Fedez non sappiamo se era balbuziente o no da giovane. Tuttavia, il video di Fedez l’ho visto diverse volte e le sue non sono le caratteristiche tipiche di un balbuziente perché lui si inceppa magari prima della frase o prima di dire qualcosa, ma sulla parola poco, non ripete più volte le consonanti e via dicendo. Fedez si inceppa una volta, ma poi parla senza problemi e questo in una persona sana può anche essere dovuto ad uno stress emotivo o all'uso di psicofarmaci, come lui stesso in un altro suo post aveva ammesso di aver usato.

La balbuzie è più frequente negli uomini o nelle donne?

Nel periodo dell'infanzia il rapporto è di due maschi su una femmina, mentre in adolescenza o età adulta il rapporto è quattro maschi su una femmina. C’è sicuramente una base genetica per la balbuzie, e lo si sa anche da osservazioni abbastanza empiriche: per esempio, due gemelli omozigoti di genitori balbuzienti, sono destinati a diventarlo anche loro, mentre questo non succede con gemelli eterozigoti. Anche i figli di genitori balbuzienti hanno una maggiore probabilità di diventare balbuzienti, mentre un figlio adottato (da genitori balbuzienti), no.

Quindi per la balbuzie c’è una base genetica multifattoriale dovuta a diversi geni, non solo a uno; di questi geni alcuni sono stati ormai identificati per spiegare almeno il 20 per cento delle balbuzie.

Altra cosa molto importante è che c’è questo stereotipo della società che la balbuzie sia causata solo da ansia o fattori psicologici, ma non è cosi. si tratta veramente di una malattia neurologica dello sviluppo neurale per cui alcune strutture importanti del cervello sottocorticali, che sono responsabili per il controllo del movimento, non  arrivano a completa maturazione come dovrebbero. Ecco perché l’88 per cento dei casi di balbuzie regredisce spontaneamente prima della pubertà; ciò significa che il cervello ci ha messo semplicemente un po' di più per la maturazione di quei circuiti che controllano i movimenti articolatori dell’apparato fonoarticolatorio.

Ho letto che la balbuzie può dipendere anche da un cattivo passaggio di aria mentre si parla, è vero?

È una conseguenza, ma non dipende mai da questo. Se io non ho un controllo perfetto dei muscoli che servono per l’articolazione, a cominciare dai muscoli della gola (corde vocali, laringe, faringe…) fino ai muscoli del viso, se non ho un controllo ottimale, è ovvio che anche il flusso dell’aria che passa non sia ottimale. È una conseguenza, non una causa.

Come si cura?

Per curare la balbuzie ci sono diversi approcci, ma tipicamente si passa per la logopedia, attraverso una sorta di feedback, dove quello più classico è di tipo uditivo. Ad esempio se prima di dire una parola, la ascolto, non farò errori nel pronunciarla. Poi usiamo anche metodi multisensorial, che possono essere di tipo uditivo, visivo e sensoriale, e poi si aggiunge la realtà virtuale che può riprodurre il respiro, determinati movimenti della bocca e del viso, etc.

Tra le terapie più avanzate quindi non c’è solo la logopedia, ma diversi metodi multidisciplinari, senza dimenticare il ruolo fondamentale dello psicologo nella terapia. Lo psicologo è utile anche per gli aspetti più emotivi perché chi è balbuziente, non riuscendo a comunicare, è esposto a un notevole stress emotivo: si sente discriminato, deve vincere la paura di parlare in pubblico e tra i ragazzi c’è anche tanto bullismo.

Quanto può durare una terapia per curare la balbuzie?

Dipende dall’età del paziente, dalla gravità della balbuzie, dalla motivazione dello stesso paziente. Mediamente i percorsi possono durare dai sei mesi a un anno e in alcuni casi, anche di più.

Come mai alcune persone balbuzienti non balbettano quando cantano o recitano?

È vero, in passato un tipo di terapia prescriveva corsi di recitazione o di canto, perché sono azioni più automatiche che parlare, esprimere il proprio pensiero. Tuttavia non è detto che un terapia che magari consiste solo nel canto o nella recitazione, porti davvero a dei risultati positivi del paziente, in maniera spontanea.

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