
Sicuramente anche tu hai una passione, un talento, qualcosa che ami fare e che puoi mettere a disposizione per una buona causa. Lunedì 13 aprile puoi farlo, partecipando alla #50challenge e alla raccolta fondi per il Policlinico di Milano. L’idea è di Ivana Di Martino, mamma (di 3 figli), insegnante e atleta. La sua passione per la corsa l’accompagna da quando aveva appena 11 anni, e l’ha portata negli anni a correre inizialmente più per obiettivi agonistici, e poi sempre più per fare del bene.
Così nel 2013 dà vita a 21 volte donna, 21 mezze maratone in giro per l’italia a scopo benefico per sostenere l’associazione contro la violenza sulle donne Doppia Difesa, nel 2016 a Running for Kids che la porta da Milano a Bruxelles (in totale 909 km) per portare un messaggio speciale in Commissione Europea per Banco Alimentare. La lista sarebbe lunga, ma come dice lei stessa “bisogna concentrasi sul presente” e oggi Ivana ha deciso di lanciare la sfida dei 50 giorni. Lunedi 13 aprile, il giorno di Pasquetta, saranno passati esattamente 50 giorni dal giorno del primo decreto ministeriale che ha chiuso attività e scuole e che ci ha isolato in casa.
Ivana Di Martino invita chiunque a partecipare alla challenge facendo qualcosa per 50 volte: puoi fare 50 salti alla corda, 50 flessioni, 50 saluti del sole se sei un appassionato di yoga. Ma se non ami particolarmente lo sport, puoi comunque partecipare: puoi leggere 50 pagine del tuo libro, dare 50 baci ai tuoi bambini e via dicendo.
Il giorno della #50challenge la sfida sarà condivisa sui social. Chiunque potrà mandare la propria "impresa" a Ivana, raccontandola su Instagram con l'hashtag #50challenge e taggando Ivana Di Martino.
Dopo la pubblicazione del decreto ministeriale, ho smesso per qualche giorno di correre, mi allenavo facendo le scale o facendo aerobica. Poi un giorno sono scesa a buttare la spazzatura e mi è venuto come un flash: ho misurato il corsello dei box prima con i passi, poi con un'app e ho visto che erano poco più di 83 metri e che un giro completo copriva la distanza di 173 metri. Così ho calcolato che devo fare 290 giri circa per correre la distanza di 50 km. E vorrei riuscirci in 4 ore e 15 minuti. Posso avere tanti difetti, ma un mio pregio è quello che, se mi metto in testa una cosa, la faccio. In questo senso, sono un martello.
Personalmente ci sono momenti in cui mi manca l’aria, d'altronde non sono abituata a stare tanto in casa. Sono tuttavia convinta che in ogni cosa sia importante predisporsi in modo positivo, in modo da trovare solo elementi positivi che ti circondano. Adesso è il momento di pensare solo al presente, il cosiddetto "qui e ora", soprattutto perché non abbiamo una data, non abbiamo un termine che ci dica che in tal giorno finirà tutto. E questa incertezza fa impazzire gli esseri umani.
Questo è il momento della qualità, bisogna fare qualità. Studiare, leggere, programmare, rispolverare delle passioni che abbiamo tenuto nel cassetto per mancanza di tempo, delle passioni che avevamo da ragazzi. Abbiamo tanto da poter fare e sono convinta che l’energia crea energia.
Ogni volta che mi succede qualcosa di brutto, la codifico, la ragiono. Ci deve essere una prima fase di accettazione, poi una volta che accetti la cosa, un passaggio di trasformazione. A me è capitato di passare dal poter correre una maratona a non riuscire a fare quasi le scale: è successo anni fa nel momento in cui sono stata operata per un problema al cuore. È stato traumatico. Pensavo di essere invincibile, ma non era cosi. E oltretutto non avevo nella mia valutazione cognitiva i mezzi per affrontare il trauma.
Ho ripreso a fare gare, ad allenarmi, finché un giorno non sono stata aggredita sui Navigli in pieno giorno. Anche in questo caso avevo due opzioni da prendere in considerazione: sprofondare nel buio o reagire dedicandomi in una nuova impresa (nel 2013 lancia la 21 volte donna per l'Associazione Doppia Difesa).
La resilienza si può allenare. Basta mettersi dei micro-obiettivi cercando di acquisire sempre più consapevolezza. Fissati degli obiettivi, raggiungili e cancellali e da lì, riparti per un altro obiettivo ancora. Ciò che ti dà consapevolezza è inventarti delle cose, provare uscire dal tuo stato di comfort. Oggi, in quarantena, puoi anche permetterti di buttarti in qualcosa di nuovo o di riprendere in mano qualcosa che ti piace, puoi cambiare la tua routine, facendo almeno una cosa nuova.