La sindrome da iperventilazione è un disturbo che riguarda la respirazione ed è caratterizzato da un corollario di sintomi che comprendono anche un aumento della frequenza degli atti respiratori in condizioni di riposo (tachipnea) dovuto a situazioni emotivamente stressanti come ansia, depressione o rabbia.
È importante distinguerla dall’attacco di panico, in cui il soggetto prova anche una profonda paura, spesso immotivata, e dall’iperpnea, in cui l’aumento della frequenza e del ritmo degli atti respiratori sono conseguenza di un incremento del metabolismo (ad esempio un aumento dell’attività fisica in cui si ha una crescita della produzione di anidride carbonica che viene compensata dall’iperpnea). Possiamo riscontrare 2 forme diverse:
I sintomi della sindrome da iperventilazione dipendono proprio dalla forma specifica:
Questa condizione è secondaria a stati di ansia, stress emotivo, rabbia e depressione. La natura del disturbo è quindi psicologica e i sintomi clinici che ne derivano sono una conseguenza.
Poiché in questa condizione l’iperventilazione è di natura psicologica non assume particolare pericolosità. Ad ogni modo se il quadro clinico dovesse peggiorare o associarsi ad altri sintomi quali febbre, emorragie o altro, sarebbe consigliabile rivolgersi al pronto soccorso o contattare un medico poiché potrebbe essere la spia per altri disturbi potenzialmente dannosi.
La diagnosi viene fatta per esclusione. Si valutano i sintomi. L’esame obiettivo è poco utile in questo caso. Per escludere cause cardiovascolari si ricorre a:
Si può ricorrere anche all’emogasanalisi per escludere acidosi metabolica e alla scintigrafia polmonare e angio-TC per escludere embolia polmonare.
Il trattamento riguarda la causa scatenante. Sarà necessario quindi ricorrere a un supporto psicologico o psichiatrico associati a un counseling. In alcuni casi il medico può decidere di utilizzare una terapia farmacologica per migliorare eventuali disturbi d’umore o d’ansia.
In molti consigliano di respirare in un sacchetto oppure nelle mani unite a coppa oppure con una sola narice (tappando l’altra e la bocca) per aumentare i livelli di anidride carbonica nel sangue. È molto utile anche imparare e mettere in atto tecniche di rilassamento. Bisogna tuttavia fare molta attenzione alla pratica di queste tecniche poiché il quadro clinico dell’iperventilazione può essere mimato anche da altre patologie quali infarto miocardico o asma bronchiale e le condizione potrebbero quindi peggiorare anziché il contrario. Bisogna istruire il paziente a eseguire un’espirazione massimale e la respirazione diaframmatica.