Tutti noi abbiamo sperimentato nel corso della nostra vita l’ansia, quella sensazione di apprensione e paura in risposta a situazioni di stress che preparano il nostro corpo a una reazione. È del tutto normale e fisiologico che sia così. Quando invece l’ansia si presenta in maniera improvvisa, molto intensa, senza ragione e ci paralizza dalla paura, parliamo di attacco di panico.
Un attacco di panico è un breve periodo di estremo malessere, ansia o paura, che si manifesta in modo improvviso e con sintomi fisici ed emotivi. Questi possono essere anche molto intensi e a volte perfino invalidanti.
Spesso si tende infatti a usare l'espressione "andare nel panico" nel modo inappropriato, vediamo invece più da vicino cosa significa avere un attacco di panico, quali sono i sintomi e che cosa lo differenzia dall'ansia.
L’attacco di panico è la comparsa improvvisa e inaspettata di un terrore molto intenso, che insorge di colpo, senza un’apparente causa scatenante, raggiunge il picco in pochi minuti e ha una durata di circa 5’-20’ (anche se alcuni possono durare fino a 1 ora).
Non tutti conoscono nel dettaglio la differenza tra attacchi di panico e ansia: a volte si tende infatti a sovrapporre questi due condizioni. Vediamo perché non è corretto farlo.
L’ansia può essere definita come uno stato di allerta che si attiva nel momento in cui si percepisce un pericolo generico. L'ansia non è in sé una condizione patologia, anzi questa rappresenta la nostra miglior difesa a situazioni di stress o pericolo. Tuttavia, se l'ansia persiste anche in assenza di pericoli, allora si potrebbe soffrire di una forma d'ansia patologica o di un disturbo d'ansia generalizzato.
Ma, mentre l'ansia patologica è una condizione costante, l'attacco di panico insorge improvvisamente e nel momento in cui si manifesta può essere totalizzante.
Durante l’attacco di panico si sperimentano spiacevolissimi sintomi fisici e chi ne soffre spesso racconta di aver paura di impazzire, di perdere il controllo, di avere un attacco cardiaco o di morire. L'attacco di panico è quindi qualcosa di ben diverso rispetto all'attacco d'ansia.
Un tipo di attacco di panico inaspettato è l’attacco di panico notturno in cui ci si sveglia dal sonno in stato di completo panico.
La presenza di attacchi di panico ricorrenti nel tempo configura quello che si chiama disturbo di panico: in questo caso il numero di attacchi è variabile e dipende dalla gravità del quadro.
Chi soffre di attacchi di panico inoltre può sviluppare nel tempo ansia e paura costanti di avere nuovi attacchi futuri e di non riuscire a gestirli. Ma vediamo più nel dettaglio i sintomi e la durata media di un attacco di panico.
I sintomi fisici sono quelli tipici della risposta “attacco e fuga” che la preda ha di fronte a un ghepardo pronto ad azzannarla, né più né meno. Se non fosse per il fatto che di fronte a noi non c’è nessun ghepardo, o qualsiasi altro predatore della Savana.
Il cervello, il coordinatore di tutto il nostro corpo, crede di trovarsi di fronte a una minaccia imminente per la vita. A causa di ciò mette in allerta tutto il suo esecutivo (cuore, polmoni, intestino, muscoli e così via) che si coordinerà per consentirci o di attaccare il nemico o di scappare il più velocemente possibile.
L’attacco di panico è completo quando sono presenti 4 o più dei seguenti sintomi:
I sintomi fisici sono accompagnati anche da sintomi psicologici e cognitivi, sensazioni drammatiche che rendono l’esperienza ancora più disorientante:
Nei periodi fra un attacco di panico e l’altro, soprattutto se frequenti, si può vivere in uno stato di perenne tensione e ansia, si teme che i sintomi fisici si ripresentino e che siano la spia di una malattia non diagnosticata pericolosa per la vita come infarto, epilessia o un tumore cerebrale nascosto.
Un attacco di panico in genere dura tra i cinque e i venti minuti anche se saltuariamente può durare di più, sebbene difficilmente la durata di un attacco di panico supera un'ora.
La frequenza degli attacchi può variare notevolmente. Alcuni soggetti presentano attacchi ogni settimana, se non addirittura ogni giorno per mesi, mentre altri presentano numerosi episodi quotidiani, seguiti da settimane o mesi di remissione.
Purtroppo, per l’attacco di panico non esistono delle evidenti cause scatenanti e questo toglie il controllo della persona sul disturbo, perché lo rende inatteso e chi ne è colpito può essere investito dai sintomi da un momento all’altro. Nonostante ciò esistono dei fattori che potrebbero contribuire al disturbo:
Secondo il DSM-5, ovvero il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, la diagnosi di disturbo di panico è possibile in presenza di almeno quattro di questi elementi:
Inoltre per diagnosticare la presenza di attacchi di panico bisognerebbe riscontrare nella persona una sensazione di paura persistente di manifestare nuovi attacchi di panico almeno per un mese, con evidente riduzione della qualità di vita del soggetto. Ad esempio con la riduzione significativa della vita sociale, o lavorativa.
Durante un attacco è difficile mantenere la lucidità ma col tempo potrai riconoscere queste sensazioni spiacevoli e diventerai più consapevole su come gestirle.
Quello che puoi fare durante un attacco di panico è:
Se invece non sei tu ad avere un attacco di panico, ma sei vicino a qualcuno che lo sta avendo, puoi provare ad aiutarlo, anche se potrebbe non essere semplice. In queste situazioni potrebbe però tornarti utile seguire queste indicazioni:
La terapia dell’attacco di panico è di tipo psicologico e con i farmaci. Tieni presente che, se s’interviene precocemente, l’attacco di panico e il disturbo di panico possono essere trattati e si può recuperare il proprio stato di benessere fisico e psicologico. Chi chiede aiuto non è un debole o tutto ciò che comporta lo stigma purtroppo ancora presente circa la salute mentale.
Solo andando a intervenire sulla propria salute mentale attraverso uno specialista si può infatti lavorare per prevenire e ridurre sempre di più gli attacchi di panico, così da rimuovere le cause che ne sono all'origine. Vale la pena ricordare che non c’è nulla di cui vergognarsi. È importante cercare aiuto e trattare precocemente il disturbo, ne va della qualità della nostra vita.
Tra un attacco e l’altro si può infatti vivere in costante tensione: potrebbe perciò essere utile inserire nella propria quotidianità delle attività che aumentino la capacità di rilassamento e consapevolezza come la meditazione, lo yoga, l’attività fisica aerobica (contribuiscono a ridurre lo stress e stimolano il cervello a rilasciare la serotonina, l’ormone della felicità).
Ricordiamo, infine, che anche può essere d'aiuto – ma non ovviamente risolutivo – anche seguire una dieta sana ed equilibrata, evitando cibi processati e zuccherati, caffè, alcol e fumo.
Fonti| DSM V – Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi mentali – Quinta edizione; Istituto Superiore di Sanità (ISS); Ministero della Salute; Msd; Ospedale Maria Luigia; Santagostino Psiche
(Scritto dalla Dottoressa Roberta Kayed il 17 settembre 2019
modificato da Maria Teresa Gasbarrone il 10 luglio 2023)