La sindrome di Cotard: è davvero possibile credere di essere ormai morto?

Conosciuta anche come sindrome del cadavere che cammina o dell’uomo morto, la sindrome di Cotard è un disturbo di natura psicologica molto raro, tuttavia la convinzione di essere morto nel paziente, e la sua alienazione dalla realtà, può davvero portarlo anche a tentare di suicidarsi.
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Rubrica a cura di Gaia Cortese
4 Maggio 2022

Immagina di svegliarti un giorno e di essere convinto di essere morto, o di credere fermamente di non avere più delle parti del tuo corpo come il sangue o gli organi vitali. Sei forse diventato improvvisamente pazzo? Non proprio, ma più probabilmente potrebbe trattarsi di una malattia psichiatrica, una tra le più stravaganti al mondo, conosciuta come sindrome di Cotard.

Il nome si deve ad un neurologo francese, tale Jules Cotard, che per primo descrisse questa patologia a Parigi nel 1880. Cotard ne parlò come "le délire de négation", di fatti si tratta di una vera e propria negazione di fronte alla realtà.

Il neurologo portò in aula il caso di una donna di 43 anni che sosteneva di “non avere più cervello, nervi, torace, stomaco e intestino". Questa convinzione era presente da almeno un paio di anni e aveva portato la donna ad uno stato di ansia molto grave, tanto da spingerla anche a un tentativo di suicidio,

La sindrome di Cotard, detta anche sindrome dell'uomo morto o sindrome del cadavere che cammina, può davvero portare un individuo a credere di non essere più in vita. Chi soffre di questa patologia arriva a negare totalmente la sua stessa esistenza e pertanto, tale convinzione, non può che mettere il paziente in maggiore difficoltà nel trovare un senso alla realtà.

A cosa è dovuta?

Le cause della sindrome di Cotard sono molto dibattute. Sembra che questa malattia psichiatrica possa essere correlata a disturbi di tipo bipolare o psicotico, o anche alla depressione; non è insomma che questa sindrome possa colpire una vasta categoria di persone (è piuttosto rara), tuttavia questa malattia mentale potrebbe avere origine anche da un trauma cranico, un tumore cerebrale, una forma di demenza, una sclerosi multipla o da altri disturbi di natura psichiatrica. Non solo. La sindrome di Cotard può manifestarsi a qualunque età, anche a partire dall’infanzia.

Alcuni approfondimenti su questa malattia riconducono la sindrome ad una difficoltà nel riconoscere i volti delle persone, una condizione che in neuropsicologia prende il nome di prosopoagnosia. In parole semplici, non riconoscendo i volti delle persone, chi soffre di questa sindrome, inizia a non percepire alcuna emozione e la conseguenza può essere un forte senso di isolamento cosi grave da portare a pensare di non essere neppure più in vita.

Gli stadi della Sindrome di Cotard

il primo campanello di allarme che potrebbe preannunciare la sindrome in questione  è un umore tendenzialmente depresso, con manifestazioni di ipocondria che si aggiungono a cenestopatie, vale a dire sensazioni di dolore riferite a organi vitali precisi. Questo stadio iniziale, in cui non è ancora possibile formulare una diagnosi, ma si possono già distinguere i primi sintomi, viene identificato come stadio germinale.

Quando ansia e negatività prendono il sopravvento dallo stadio germinale si passa a quello florido: è da questo momento che compare il delirio di negazione, e il paziente inizia a credere che alcune parti del corpo abbiano smesso di esistere e da qui a credere di essere morto. In questa fase può capitare che nasca anche la convinzione di essere immortali per espiare le proprie colpe, ed è per questa ragione che molto spesso, in questo stadio non mancano condotte autolesive e idee suicidarie.

Infine, si arriva allo stadio cronico, che può manifestarsi in due forme: quella di tipo depressivo e quella paranoide. Im ogni caso, in questo stadio persiste il delirio di negazione, accompagnato dall'ipocondria.

Come si cura

La Sindrome di Cotard viene di norma trattata con medicinali antidepressivi e antipsicotici, che accompagnano uno o più cicli di sedute di psicoterapia.

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