Ogni giorno compiamo migliaia di azioni, una dopo l’altra. Azioni che siamo sempre stati abituati a svolgere in un certo modo, senza farci troppe domande. D’altra parte è sempre stato così, perché cambiare? Così magari ti capita di andare al lavoro o all’università e comprare una bottiglietta d’acqua dopo l’altra, riempirti il frigo di contenitori in plastica monouso, acquistare e gettare via, acquistare e gettare via, alimentando una produzione di rifiuti che hai sempre considerato fisiologica, normale. Tuttavia ti sarai accorto (e se stai leggendo questa rubrica di sicuro è successo) che negli ultimi anni l’attenzione all’impatto ambientale delle nostre abitudini ha subito un’impennata incredibile. Da quando ci si è resi conto che l’inquinamento è un problema serio, che il nostro modo di interagire con il Pianeta è strettamente collegato con eventi che ci riguardano da vicino come eventi atmosferici estremi, salute pubblica e pandemie, all’improvviso tutte le nostre certezze, le nostre azioni quotidiane tanto ben radicate sono state messe in discussione. E trovare un’alternativa sostenibile si è reso quanto mai necessario.
Questa rubrica nasce così. Per offrire un’alternativa sostenibile a chiunque desideri capire come ridurre l’impatto della propria vita sul Pianeta attraverso piccoli cambiamenti quotidiani. Alcune cose ti sembreranno logiche e naturali, altre invece potranno essere una nuova, piacevole scoperta.
Iniziamo dall’elemento da cui, nel mondo, inizia tutto. L’acqua. Che in questo caso può declinarsi in qualsiasi bevanda tu possa voler bere o portarti dietro. Bottiglie e bottigliette, infatti, rappresentano uno dei maggiori problemi legati ai rifiuti di plastica monouso. Non è raro infatti imbattersi in video o fotografie che mostrano fiumi o parti di spiagge e coste pieni zeppi di questi oggetti. E non è complicato capire perché. Secondo i dati Ismea, negli ultimi 10 anni il numero delle vendite di bottiglie d’acqua è raddoppiato, raggiungendo i 10 miliardi dai 5 del 2009. Significa una grande quantità di plastica da gettare e soprattutto smaltire.
Per iniziare, anzi continuare a contrastare questo trend, gli espedienti che puoi adottare sono diversi e quasi sempre comportano un risparmio economico, oltre che di inquinamento. Eccoti quindi qualche alternativa sostenibile.
Un tempo la vedevi soltanto incastonata nelle biciclette oppure nello zaino dei regolari camminatori in montagna. Oggi la borraccia, soprattutto nella sua versione in alluminio, è diventata l’accessorio base di chiunque desideri adottare uno stile di vita più sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Questo perché si tratta di un oggetto semplice, che costa poco e consente risparmiare soldi e rifiuti plastici dispersi nell’ambiente. Naturalmente la borraccia è utile principalmente quando ti trovi fuori casa e hai bisogno di bere, quindi non si tratta di un’alternativa sensata per contenere l’acqua nel frigo di casa (anche se nulla ti vieta di farlo).
Se vuoi acquistare la tua prima borraccia, devi sapere che in circolazione ce ne sono diverse e hai l’imbarazzo della scelta sia per quanto riguarda dimensione, colore, materiale e addirittura tipo di tappo. Un ottimo brand, che ha letteralmente spopolato negli ultimi tempi, è 24Bottles. Si tratta di un’azienda nata nel 2013 a Bologna, i cui due fondatori hanno voluto offrire una soluzione per ridurre la quantità di bottiglie di plastica usa e getta, basata su qualità e design ma soprattutto in un’ottica di sostenibilità a 360 gradi. Infatti, l’azienda ha creato anche una foresta, chiamata Oxygen, in cui pianta alberi veri tramite cui calcola l’assorbimento delle emissioni di CO2 provenienti dalla produzione delle sue borracce. Un’altra marca molto diffusa è la Chilly’s, nata nel 2010, che presenta una borraccia termica elegante e di design completamente personalizzabile.
Forse non ci pensi spesso, dal momento che rispetto alla plastica con cui siamo nati risulta ai nostri occhi un materiale quasi arcaico, non più utilizzato in tempi moderni. Eppure il vetro resta uno dei materiali più riciclabili e sostenibili in circolazione, dal momento che è riciclabile al 100% e per infinite volte. Per questo se vivi in un luogo in cui l’acqua di rubinetto è potabile, o hai a disposizione un filtro, un’alternativa alla bottiglia di plastica può essere quella di procurarti delle bottiglie di vetro da riempire di volta in volta e tenere in frigo, oppure da caricare in auto e riempire al distributore comunale. Si tratta di un metodo decisamente più eco-friendly e anche sano, dal momento che si tratta di un materiale più igienico rispetto alla plastica. Inoltre, esistono anche dei servizi in grado di consegnarti casse di vetro direttamente sulla porta di casa, per poi recuperarle una volta svuotate e così via, secondo il principio di vuoto a rendere. Insomma, le vie del vetro sono infinte… cosa aspetti ad approfittarne?
Si chiamano “casette dell’acqua” e si trovano sparse su tutto il territorio comunale. Erogano la cosiddetta “acqua del sindaco”, quella che, con la semplice tessera sanitaria, puoi prendere e portare a casa riempiendo bottiglie che porti da casa (meglio se di vetro). Per trovare quella più vicina a te o alla tua abitazione, esistono anche delle comode app per individuarle tutte. Può essere una buona alternativa ad acquistare i pacchi da sei al supermercato. Il peso sarà uguale, la qualità superiore e il costo azzerato.
Se non hai nessuna voglia di uscire di casa per procurarti dell’acqua che puoi tranquillamente recuperare semplicemente aprendo il rubinetto della cucina, risparmiandoti anche la fatica del trasporto, puoi sempre optare per la caraffa filtrante. Si tratta di una vera e propria caraffa dotata di un filtro in grado di depurare l’acqua di rubinetto migliorandone le caratteristiche organolettiche e rendendola più sicura da bere. Le caraffe filtranti sono di norma composte da due parti, una superiore in cui viene versata l’acqua da filtrare e quella inferiore in cui l’acqua arriva dopo essere passata per il filtro, naturalmente posto al centro. Ogni filtro ha una determinata durata ed è importante ricordarsi di cambiarlo regolarmente, così come è opportuno informarsi su quali siano le sostanze specifiche su cui la caraffa è in grado di agire per funzionare al meglio. Sicuramente la comodità di questo strumento è che, una volta filtrata l’acqua, non deve essere travasata da nessuna parte ma può essere tenuta nel frigorifero e versata direttamente dalla caraffa stessa.
Se poi la tua intenzione è di agire ancora più alla radice, attingendo direttamente al rubinetto per bere o riempire bottiglie e borracce, puoi sempre procedere con l’installazione di un filtro apposito direttamente sul tuo impianto. Nella maggior parte dei casi si tratta di un dispositivo semplice da applicare, che provvederà autonomamente a trattenere le sostanze nocive presenti nell’acqua di casa. Anche in questo caso, ovviamente, dovrai sostituire il filtro regolarmente. Se poi vuoi proprio esagerare con l’ecologia, sappi che esistono delle tipologie di filtro, come quello di TAPP Water di cui abbiamo già parlato in questo articolo, che presentano delle componenti addirittura biodegradabili in un’ottica di innovazione 100% green.
A tutto questo si aggiunge quella che potrebbe rappresentare la rivoluzione vera, una transizione ecologica che presto potrebbe mettere da parte ufficialmente la scelta personale per investire l’intero settore dell’acqua in bottiglia. Probabilmente lo conosci già, si chiama PLA, acido polilattico, ed è un materiale biodegradabile derivato dal mais che già in molti campi sta sostituendo la plastica in piatti, posate e bicchieri monouso. Di bottiglie in PLA al momento ce ne sono già sul mercato, come quelle dell’acqua Sant’Anna. Ma attenzione. Le bottiglie in PLA diventano compostabili soltanto all’interno degli appositi impianti, quindi non significa che se le lasci nell’ambiente non risultino inquinanti!