Il linfonodo è un piccolo nodulo, composto da tessuto linfoide, che funge da filtro biologico per la linfa che passa attraverso esso. Di forma simile a quella di un fagiolo, ha quindi come funzione primaria quella di identificare, catturare e distruggere i microrganismi patogeni, le cellule tumorali o altre sostanze estranee che sono presenti nella linfa, la quale viene raccolta da regioni del corpo che sono maggiormente predisposte a essere contaminate da agenti patogeni.
Si trovano nella regione anatomica che collega il cranio al torace, il collo appunto. Drenano e filtrano la linfa che proviene dalla testa, volto compreso e dal collo stesso. Per semplicità si possono suddividere in 2 grandi categorie:
L’ingrossamento dei linfonodi può essere giustificato da un aumento di linfociti al proprio interno, le cui cause possono essere:
Va da se che i sintomi dipendono molto dalla condizione scatenante perciò l’elenco potrebbe essere molto lungo ma in linea di massima l’ingrossamento potrebbe essere accompagnato da dolore, ruvidità della zona, compattezza del nodulo, inamovibilità e via dicendo. Potrebbero essere presenti inoltre sintomi associati come mal di gola, tosse, raucedine, difficoltà a masticare, difficoltà a deglutire, dolore alla mandibola.
È bene rivolgersi ad un medico se il problema compare improvvisamente, non diminuisce con il passare dei giorni (anzi peggiora), dura da più di un mese, il linfonodo è duro o ruvido al tatto e non è dolente, è associato a febbre persistente, sudorazioni notturne, difficoltà a deglutire, perdita di peso ingiustificata. In generale è sempre opportuno, quando si nota un linfonodo ingrossato, rivolgersi ad un medico.
La diagnosi si avvale di:
E tutto ciò che potrebbe indirizzare verso una diagnosi precisa come tampone faringeo, endoscopie.