L’Irlanda introdurrà etichette per vino e alcolici come quelle usate per le sigarette

La Commissione europea ha dato il via libera a una nuova normativa irlandese che prevede l’introduzione di “etichette sanitarie” su vino e alcolici. L’obiettivo? Informare sui rischi dell’alcol e ridurne l’uso. Soluzione o flop? Ecco cosa dice un confronto con il tabacco.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Maria Teresa Gasbarrone 12 Gennaio 2023
* ultima modifica il 13/01/2023

"L'alcol provoca malattie del fegato", oppure "alcol e tumori sono collegati in modo diretto". A breve etichette di questo genere potrebbero apparire sulle bottiglie di vino e altri alcolici venduti in Irlanda. Il Paese ha infatti appena ottenuto il via libera dall'Unione europea sulla normativa che introduce la possibilità si utilizzare alert sanitari sui rischi e gli effetti anche per quanto riguarda l'alcol.

La norma, che di fatto vuole riprodurre per gli alcolici la stessa politica di etichettatura utilizzata per tabacco e sigarette, era stata notificata a giugno 2022 da Dubino alle autorità dell'Ue. Dopo i sei mesi di moratoria, a dicembre Bruxelles ha autorizzato l'Irlanda a disporre di questa normativa, che potrebbe diventare il primo Paese europeo a introdurre una legge simile.

Le ragioni della nuova legge

Le nuove etichette – che stando a quanto anticipato dalle autorità irlandesi dovrebbero apparire nel retro delle bottiglie, sotto gli ingredienti e le altre informazioni di produzione – avrebbero, secondo i sostenitori della legge, lo scopo di informare e rendere consapevoli i consumatori dei rischi per la propria salute connessi all'uso di alcol.

Secondo uno studio irlandese oltre il 60% degli intervistati è favorevole alle etichette sanitarie anche sugli alcolici

"Buone notizie – scriveva su Twitter Alcohol Action Ireland il 9 gennaio – dalla Commissione europea che non ha sollevato nessuna obiezione al piano irlandese di etichettatura di informazioni sanitarie sui prodotti alcolici". Alcohol Action Ireland è l'ente nazionale indipendente impegnato nella lotta all'uso eccessivo di alcol che ha insistito affinché il governo irlandese introducesse questa nuova legge.

A difesa delle proprie ragioni l'associazione ha citato i dati di uno studio realizzato da Ireland Think : secondo la ricerca il 72% degli intervistati ritiene che i consumatori abbiano il diritto di essere informati sul prodotto e nella pubblicità sul rischio per la salute derivante dal consumo di alcol; solo l'11% si oppone a tale mossa. Il 62% ritiene che i prodotti alcolici debbano recare avvertenze sulla salute che identifichino chiaramente il rischio per la gravidanza, le malattie epatiche e i tumori fatali derivanti dal consumo di alcol, mentre si è detto contrario solo il 15%.

Alcol come il tabacco: ma le etichette funzionano?

In Italia e in molti altri Paesi del mondo le avvertenze sui pacchetti di sigarette e sul tabacco sono stati introdotti ormai anni fa. Era il 2003 quando l'Organizzazione mondiale di sanità adottò la convenzione quadro per la lotta anti-tabacco, il primo grande trattato di salute pubblica, a cui aderito oltre 170 nazioni. Tra le raccomandazioni presenti c'era anche l’inserimento di messaggi che descrivono i danni alla salute provocati dal fumo. Ma questa legge ha ottenuto i risultati sperati?

Secondo un'inchiesta realizzata dall'Università Sapienza di Roma nel 2010 etichette di questo tipo avrebbero effettivamente un impatto sul consumatore, anche se riuscirebbero a ridurre il consumo di tabacco solo in pochi casi.

Nello specifico i risultati di quell'indagine – condotta su un campione simbolico di 243 persone – misero in evidenza alcuni punti fondamentali:

  • Il 95% dei fumatori ha dichiarato di aver recepito informazioni sui danni del fumo grazie ai messaggi sui pacchetti di sigarette;
  • Il 14% ha diminuito temporaneamente il numero di sigarette fumate dopo aver letto gli avvertimenti;
  • Il 5% ha detto di aver tentato di smettere.

Le opposizioni

L'ok della Commissione è arrivato nonostante i pareri negativi sulla misura espressi da Italia, Francia e Spagna – tra i maggiori esportatori di vino in Europa – e altri stati europei. Secondo le loro obiezioni, questa misura costituirebbe una barriera al mercato interno e causerebbe forti danni ai Paesi produttori di vino.

A preoccupare il settore del vino è più in generale la direzione che le istituzioni europee stanno assumendo rispetto ai consumi di vino e alcool. L'inserimento di etichette simili a quelle volute dall'Irlanda è infatti uno dei punti presenti nel report relativo al Piano anticancro realizzato dalla Commissione Beca (Beating cancer) approvato dal Parlamento europeo a febbraio 2022. Nel documento si evidenziava come "il consumo nocivo di alcol fosse un fattore di rischio per molti carcinomi differenti".

Questa misura è un attivo all'Italia, dove la produzione di vino vale 14 miliardi

Coldiretti

In Italia sono diverse le voci contrarie all'iniziativa promossa da Dublino: "Temiamo che – ha dichiarato il presidente Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi – la Direzione generale per la Salute voglia adottare nei prossimi mesi questo approccio a livello europeo lasciando nel frattempo libera iniziativa ai singoli Paesi membri, al fine di sdoganare sistemi adottati senza un previo dibattito pubblico a livello europeo".

Ancora più dure le parole di Coldiretti che ha definito il via libera alla legge irlandese "un attacco diretto all'Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale di vino con oltre 14 miliardi di fatturato".

Combattere l'uso eccessivo di alcol

Questa è solo l'ultima delle armi messe in campo dal governo irlandese per contrastare l'uso eccessivo di alcool nel Paese. A inizio gennaio 2022 – per citarne una – è stato introdotto il prezzo minimo per legge: la norma ha fissato a non meno di 20,70 euro il costo al pubblico delle bottiglie con oltre il 40% di alcol.

L'Irlanda è uno dei Paesi in cui si beve più al mondo: secondo Federvini con i suoi 12,88 litri pro capite all'anno si posiziona al settimo posto nella top ten dei Paesi con il più alto tasso di consumo d'alcol. Per fare un confronto, in Italia il consumo medio per persona è di 7,6 litri all'anno (dati Istituto Superiore di Sanità).

Fonti: Dors – Centro regionale di documentazione per la promozione della salute, Iss, Alcohol Action Ireland, Parlamento europeo, Federvini

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.