
La lombalgia cronica è un dolore alla schiena che prosegue ininterrottamente per almeno 3 o 6 mesi. Il disturbo potrebbe iniziare in forma acuta ed evolversi in un secondo momento in cronica, perché alla prima lesione, che ha colpito i muscoli o le articolazioni, si sono aggiunte altre complicanze.
Si tratta di un mal di schiena potenzialmente invalidante che ha un impatto sulla vita lavorativa e anche su quella sociale. Proviamo a capire meglio.
Possiamo parlare di forma acuta se dura da pochi giorni a poche decine di giorni, ma se il dolore si prolunga da 3 a 6 mesi questo è proprio il quadro della lombalgia cronica.
Ora specifichiamo: non si può parlare di semplice mal di schiena, per quanto il dolore percepito sia quello, ma di a una lesione iniziale (dei muscoli, delle vertebre, delle articolazioni) a cui si possono man mano aggiungere altre complicazioni che vanno poi a modificare lo stile di vita di chi ne soffre andando ad incidere anche sulla sfera psicologica.
La schiena, compreso il tratto lombare, è formata da una serie di tessuti, cartilagini, ossa ben collegati tra di loro e che se infiammati possono provocare dolore e la parte difficile è stabilire esattamente la causa.
Ecco alcune cause di lombalgia cronica:
Ci sono poi, come ti abbiamo detto, cause che non si possono identificare:
Possiamo poi aggiungere che ci sono alcuni fattori di rischio, ossia dei comportamenti che non è sicuro causino il problema, ma la loro ripetizione nel tempo potrebbe renderlo possibile:
Il sintomo principale della lombalgia, sia cronica che acuta, è il dolore:
Il primo passo è l’anamnesi, ossia il dialogo con il paziente che indica la durata del dolore (da quanto tempo c’è), la zona che fa male e il tipo di dolore. Il medico richiederà quindi alcuni esami per verificare il tipo di danno e soprattutto la sua sede:
La lombalgia viene curata inizialmente con un approccio di tipo conservativo, solo in un secondo momento si pensa all’eventuale intervento chirurgico.
Nella maggior parte dei casi il trattamento iniziale è di tipo farmacologico (quindi mirato al controllo del dolore e dell’infiammazione) e conservativo, basato cioè sulle tecniche manuali (il massaggio e le manipolazioni). Quando farmaci, massaggi e manipolazioni non raggiungono il miglioramento desiderato si pondera l’intervento chirurgico che varierà in base alla parte infiammata.
In linea di massima, gli infortuni della schiena generalmente possono risolversi in un arco temporale che va da pochi giorni a qualche settimana. Diversa è la questione se il problema viene ignorato o non riconosciuto e diventa cronico.
Fonte| Humanitas