L’uso scorretto degli antibiotici causerà più morti del cancro entro il 2050

Potrebbero essere 10 milioni i decessi causati da batteri resistenti ai farmaci. Uno scenario tragico che abbiamo contribuito a creare, utilizzando troppi antibiotici e in modo sbagliato. Non è la prima volta che viene lanciato questo allarme. È urgente migliorare la consapevolezza e smettere di sperimentare cure mediche fai da te.
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Giulia Dallagiovanna 6 Novembre 2018
* ultima modifica il 12/04/2021

Nel 2050 ci saranno 10 milioni di morti a causa dei batteri resistenti agli antibiotici. Per darti un'idea, i decessi per cancro saranno 8 milioni. Ora che ti sarai reso conto della gravità della situazione, c'è un'altra notizia a cui dare risalto: non è la prima volta che viene lanciato questo allarme. L'ultimo in ordine di tempo è stato Mauro Stronati, direttore del dipartimento della Salute della donna e del bambino del Policlinico San Matteo di Pavia. Ma già nel 2016 Dame Sally Davies, a capo del servizio sanitario britannico, usava parole ben poco rassicuranti, paragonando le conseguenze dell'antibiotico-resistenza a quelle del terrorismo e del cambiamento climatico. E l'Italia è il paese europeo che rischia di più.

Ne usiamo troppi e male. Senza giri di parole, questa è la causa scatenante di uno scenario drammatico che ci stiamo dipingendo da soli. Come ha detto Stronati al Corriere della Sera: "Nel 2050 il fenomeno dell’antibiotico resistenza sarà la prima causa di morte". La prima. E poi ha spiegato: "Il problema nasce perché se ne prescrivono troppi e se ne utilizzano troppi a tutti i livelli. Purtroppo creano dei microorganismi multi resistenti quando sono usati male o in eccesso e questo sarà un problema con cui dovremmo confrontarci probabilmente nei prossimi 10 anni".

L'infettivologo Claudio Viscoli, Direttore della Clinica delle Malattie Infettive dell'università degli studi di Genova, ha puntato però il dito anche contro la ricerca farmaceutica. Durante gli ultimi 20 anni, sostiene, sono diminuite il numero di nuove molecole studiate e registrate e di conseguenza lo sviluppo di antibiotici. Così, non sono state tamponate le resistenze che via via emergevano. Ma, aggiunge: "I dati scientifici dimostrano che molte malattie infettive batteriche potrebbero essere trattate per meno giorni di quanto si pensasse in passato. Di fatto, ci si sta accorgendo che è maggiore il danno collaterale di dare antibiotici più a lungo inutilmente, rispetto al rischio di darne troppo pochi".

E allora, quando vanno utilizzati gli antibiotici? Innanzitutto, non per curare un virus. Sono farmaci che hanno invece il compito di fermare o rallentare la proliferazione dei batteri nel tuo organismo. Se li assumi in modo improprio, favorirai una mutazione nei microbi che gli permetterà di sopravvivere. Perciò non sarà solo inutile per te, ma anche dannoso per tutti. In generale, quindi, rispetta sempre le prescrizioni del medico ed evita cure fai da te.

Anche perché, già oggi la situazione non è rosea per nulla. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, sono 500mila, le persone colpite da infezioni ormai antibiotico-resistenti. Sono in Europa, ogni anno ne muoiono 24mila. I responsabili sono soprattutto Escherichia coli, che colpisce prevalentemente l'intestino, Staffilococco aureo, che colonizza cavità nasali e pelle, Pseudomonas aeruginosa, che può dare origine a infezioni urinarie e del sangue, e Klebsiella pneumoniae, che causa polmoniti.

L'ultimo battere probabilmente non l'hai mai sentito, eppure è il più diffuso in Italia ed è il punto di partenza della maggior parte delle infezioni che nascono nelle strutture sanitarie. E proprio nel nostro paese dobbiamo fare molta attenzione. È lo stato europeo dove si consumano più antibiotici: al primo posto per l'uso animale, al secondo per quello umano. E così, abbiamo ottenuto anche un altro primato: la prevalenza maggiore dei ceppi di batteri resistenti, che può arrivare anche al 50%. In termini più concreti, ogni anno si registrano fra i 4.500 e i 7mila decessi.

Di questo passo, un parto cesareo o un'appendicite potrebbero risultare interventi ad alto rischio. Per non parlare del trattamento dei tumori e di malattie più gravi. A livello europeo esistono campagne, come "Keep antibiotics working", e il piano d'azione "One Health", che vuole affrontare la questione dell'abuso di antibiotici sia sulle persone che sugli animali. Inoltre, nell'ambito di Horizon 2020, il piano di finanziamenti dell'Unione per ricerca e innovazione, 200 milioni saranno destinati alla lotta contro la resistenza antibiotica.

Tante iniziative, certo, che però non bastano, se non cambia anche il tuo modo di utilizzare i farmaci. Una nuova cultura della consapevolezza è necessaria prima di dare vita a quella che Dame Sally Davies ha definito: "un'apocalisse degli antibiotici".

Fonte| World Health Organization

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