Mascherine, controllo delle temperatura in strada e app: così la Cina riparte dopo il Coronavirus

Un docu-video mostra le misure di prevenzione adottate da Nanchino, città distante 500 chilometri da Wuhan e che per 23 giorni di fila non ha registrato neanche un caso positivo. Mascherine obbligatorie, ristoranti aperti ma con i clienti disposti su tavolini lontani oltre un metro e divisi da un separè, app di condivisione dei dati personali per segnalare le zone più a rischio e controllo della temperatura sui mezzi pubblici.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Marzo 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Al ristorante si mangia su due tavolini diversi e divisi da un separè. Sui taxi, il guidatore e i sedili posteriori sono separati da una pellicole protettiva. Negli ascensori, non si schiaccino i tasti a mani nude ma con i fazzolettini appositamente piazzati sotto la tastiera. Ripartire dopo il Coronavirus è complicato, ma si può.

Ci sta provando la città cinese di Nanchino, a quasi 600 chilometri dall’epicentro di Wuhan. I suoi quasi 8 milioni e mezzo di cittadini stanno lentamente tornando a una nuova quotidianità: con misure rigide e precise e molte accortezze che dopo gli zero contagi registrati per 23 giorni di fila,  stanno regalando certezze e speranze.

Lo testimonia un video-documentario diffuso da Hezhimeng e realizzato dal videomaker Ryo Takeuchi, che ci ha concesso di riutilizzare le sue immagini raccolte nella prima settimana di marzo. Takeuchi mostra quali sono le misure di prevenzione che la città di Nanjing ha messo in campo per eliminare l’infezione da Covid-19 e per poi poter ripartire, anche a costo di sacrificare la propria economia.

Quello che il regista ha voluto dare con il proprio documentario è un messaggio di speranza e di ispirazione. Che possa servire anche all’Italia?

Nei ristoranti

Il documentario mostra quali sono le misure che la città di Nanchino ha adottato per poter riaprire le attività di ristoranti e fast food. Qui, per esempio, ora si può pagare via app senza entrare in contatto con nessuno e la busta con il proprio cibo è sigillata e riporta una scheda di sicurezza. Questa certifica che il ritiro è avvenuto senza nessun contatto e riporta anche i nomi e le temperature dei cuochi e degli addetti alla consegna.

In altri ristoranti, invece, gli inservienti indossano tute protettive e ogni cliente, per poter mangiare, deve registrarsi scannerizzando un “QR-code” con il proprio smartphone con cui si comunicano le proprie informazioni personali. Dato che saranno poi riutilizzati per il tracciamento della “via dei contagi”.

I tavoli a disposizione dei clienti molti meno e sono distanziati gli uni dagli altri di oltre un metro e mezzo. È previsto che ogni pasto venga consumato in solitaria: se si è in due, quindi, si viene smistati su due tavolini diversi in mezzo ai quali è posto un divisorio.

Sui mezzi di trasporto

All’aria aperta come sui mezzi di trasporto pubblici l’uso della mascherina “è obbligatorio” dice il regista nel documentario. Agli ingressi della metropolitana viene provata la temperatura con termometri senza contatto e sui finestrini dei vagoni ogni passeggero è tenuto a scannerizzare un altro QR-Code per rintracci la via dell’infezione.

All’aperto

I controlli della temperatura vengono effettuati anche per le strade e nei negozi, sempre attraverso termometri che evitano permettono di misurarla pur rimanendo a distanza.

Diverse app per i dispositivi mobili danno informazioni sulla posizione dei contagiati e le zone dove vi sono più casi positivi vengono isolate lasciando un solo ingresso (o uscita) dove vengono fatti controlli specifici.

Al lavoro

Anche sui posti di lavoro le misure di prevenzione sono ferree e precise. Negli uffici ci sono zone apposite dove ogni dipendente può trovare mascherine, termometri senza contatto, guanti monouso e disinfettanti per le mani e gli oggetti. Ogni giorno viene registrata la temperatura ci ciascuno e per eventuale ogni situazione (sintomatico, asintomatico) c’è una procedura da seguire per l’avvertimento delle autorità sanitarie e l’isolamento.

Fonte| Hezhimeng

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.