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Medicinali e sole, attenzione ai “fotosensibilizzanti”: quali farmaci possono scatenare reazioni avverse

Esporsi al sole nelle fasce orarie considerate rischiose è sconsigliato a tutti, ma quando si assumono farmaci le controindicazioni possono anche essere più gravi. Si chiamano “farmaci fotosensibilizzanti” e se assunti nello stesso periodo di esposizione al sole possono innescare reazioni di diverso tipo.
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Maria Teresa Gasbarrone 23 Giugno 2023
* ultima modifica il 03/07/2023

L'arrivo dell'estate fa rima con sole, ma spesso anche con il rischio scottature. Prendere il sole in maniera sbagliata è rischioso per tutti, ma per chi assume farmaci gli effetti potrebbero essere ancora più dannosi.

Nello specifico ci sono alcuni farmaci, detti "fotosensibilizzanti", che se assunti nello stesso periodo in cui ci si espone al sole possono portare a reazioni cutanee. Il loro nome tecnico è "fotodermatiti indotte da farmaco". Vediamo in cosa consistono e quali farmaci possono essere rischiosi se assunti negli stessi giorni di esposizione al sole.

Reazioni avverse

Per prima bisogna distinguere tra raggi UVB e raggi UVA. I raggi UVB – spiega Humanitas – sono dannosi per la pelle, provocano scottature e, a lungo andare, possono causare tumori alla pelle. I raggi UVA sono quelli che interagiscono coi farmaci assunti e possono provocare reazioni fotosensibili.

Quindi, fermo restando la raccomandazione valida per tutti di esporsi al sole in modo responsabile – ovvero sempre con crema protettiva e mai nella fascia oraria 12-16, occorre sapere che chi è in terapia farmacologica con un medicinale fotosensibilizzante potrebbe andare incontro a due tipologie di reazioni avverse: le reazioni fototossiche e quelle fotoallergiche.

Le reazioni fototossiche sono le più frequenti e comuni. A determinarle è la reazione della luce con alcuni componenti dei farmaci, che producono sostanze tossiche chimiche per le membrane cellulari e il DNA.

Le reazioni fototossiche possono manifestarsi anche dopo pochi minuti di esposizione al sole e dipendono dalle quantità di farmaco assunte. Si presentano come scottature – di diversa entità – nell'area esposta. Il quadro clinico varia da lievi bruciature a ustioni più estese e potrebbero anche verificarsi forme di iperpigmentazione.

La radiazione ultravioletta (UVA) è comunemente associata alla fototossicità ma anche i raggi UVB e la luce visibile possono dare questo tipo di risposta. Il rash cutaneo è limitato alla zona colpita dalle radiazioni e la reazione si risolve spontaneamente una volta interrotta l’assunzione del farmaco.

Le reazioni fotoallergiche avvengono quando i raggi UVA, reagendo col farmaco, producono reazioni allergiche. Si scatenano in soggetti allergici e dopo prolungate esposizioni al sole. In queste reazioni i raggi UVA trasformano un farmaco in un antigene che scatena una reazione allergica. Il risultato è un'infiammazione della pelle nelle zone esposte alla luce  e si manifesta come una forma di dermatite simile alle manifestazioni cutanee tipiche dell'orticaria, caratterizzate da arrossamento e desquamazione.

Questo tipo di risposta si può verificare anche dopo aver terminato l’assunzione del farmaco e si può trovare anche in zone non esposte al sole. La risposta è ritardata (dopo 24-72 ore).

Farmaci fotosensibilizzanti

I farmaci più frequentemente associati a reazioni di fotosensibilità sono:

  • contraccettivi orali;
  • farmaci cardiovascolari;
  • antifungini;
  • ipoglicemizzanti orali;
  • retinoidi;
  • antibiotici;
  • derivati del catrame di carbone e psoraleni, usati per via topica per la psoriasi;
  • farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
  • diuretici.

Oltre a queste farmaci, sono state registrate forme di ipersensibilità cutanea o reazioni di fotosensibilizzazione anche per il Ketoprofene, un farmaco antinfiammatorio non steroide, cioè non appartenente alla famiglia dei FANS, utilizzato nel trattamento degli stati dolorosi e infiammatori di natura reumatica o traumatica delle articolazioni.

In ogni caso, se si sospetta una reazione di fotosensibilità, sempre dopo aver avvertito e contatto il proprio medico, la prima indicazione che si dà – a parte casi eccezionale – è interrompere l'esposizione al sole e sospendere il farmaco. In alcuni casi, in cui si manifestano sintomi piuttosto severi, il medico potrebbe suggerire il ricorso a un corticosteroide, a livello topico o sistemico.

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