Aveva chiuso la sua carriera con 2 milioni di dollari ma, nel corso della sua vita, aveva donato quasi 8 miliardi di dollari in beneficienza, per cause educative, sanitarie, scientifiche e sociali. Chuck Feeney era il magnate irlandese e statunitense che nel 1960 aveva cofondato Duty Free Shoppers, rivenditore di prodotti di lusso, ed è mancato lunedì a San Francisco, all'età di 92 anni. Feeney rimane noto per aver donato più denaro di quanto ne abbia tenuto per sé grazie alla sua fondazione Atlantic Philanthropies, una delle più grandi fondazioni private al mondo, che gli serviva anche per mantenere il segreto sui destinatari delle sue elargizioni. Pioniere dell'idea della continua beneficienza anche in vita, Feeney ha ispirato altri miliardari a fare lo stesso al posto di finanziare una fondazione per donare il patrimonio solo alla loro morte. A seguire il suo esempio, Bill Gates e Warren Buffett.

Ma quindi, a chi sono andati i suoi soldi? Un totale di 7,5 miliardi di dollari sono serviti, ad esempio, per portare la pace in Irlanda del Nord, per finanziare un campus tecnologico sulla Roosevelt Island di New York, per modernizzare il sistema sanitario vietnamita, lavorare all’abolizione della pena di morte negli Stati Uniti e sostenere l’approvazione dell’Obamacare. Altre grandi scommesse della fondazione Atlantic Philanthropies sono state il finanziamento del Global Brain Health Institute, la creazione dell’Atlantic Fellows for Racial Equity per combattere l’ingiustizia razziale e la Nelson Mandela Foundation, la formazione dell’Atlantic Fellows for Social Equity per affrontare la disuguaglianza sociale.

Nel 2019 Feeney aveva dichiarato: "Non vedo motivo di rimandare quando c'è così tanto da fare ora, sostenendo giuste cause. Inoltre, è molto più appagante donare mentre si è ancora in vita anziché farlo dopo la morte". Dai dati di Forbes, le uniche persone che hanno donato più denaro di Feeney sono Warren Buffett, Bill e Melinda Gates, George Soros, Michael Bloomberg e MacKenzie Scott, l’ex moglie di Jeff Bezos, anche se nessuno ha ceduto una percentuale di quote così grande rispetto alle proprie fortune. Donare a chi ha più bisogno rimane uno dei modi più etici per gestire grandi patrimoni.