
Una vita interamente dedicata alla lotta contro la povertà, un’indistruttibile fiducia nel desiderio delle persone di creare progetti e preservare la propria dignità.
Questo è Muhammad Yunus, soprannominato “ il banchiere dei poveri”, un economo e docente universitario originario del Bangladesh che ha scelto aiutare le persone più povere a crearsi un futuro con le proprie forze.
E come? Mettendo in pratica un sistema di piccoli prestiti in denaro da offrire a chi non può permettersi di richiederli alle banche tradizionali, incentivandone così l’investimento in piccole attività imprenditoriali finalizzate alla creazione di una stabilità economica. È un sistema ormai famoso e replicato in tutto il mondo, il microcredito, ma alla fine degli anni ’70 in Bangladesh, era praticamente fantascienza.
Yunus, che dopo aver studiato economia in America era tornato a Chittadong, sua città natale, a insegnare all’università di economia, si era reso conto che sì, l’economia avrebbe potuto risolvere tutti i problemi del mondo, ma le persone dei villaggi attorno al suo paese continuavano a morire di fame, sommerse dai debiti contratti con gli usurai della zona per acquistare materia prima da lavorare.
Per Yunus, la beneficenza non serviva. Regalare denaro ai poveri avrebbe significato soltanto offrire loro la possibilità di sopravvivere fino alla fine della giornata, mentre la vera soluzione era un’altra. Così, assieme ad alcuni suoi studenti, trascorse molto tempo ad esaminare le condizioni di vita degli abitanti dei paesi vicini, e nel 1976 avviò l’esperimento della Grameen Bank, detta anche “Banca del villaggio”.
Era un progetto rivoluzionario, completamente fuori dagli schemi, senza alcuna garanzia. Chiunque avrebbe scommesso sul suo fallimento, chiunque avrebbe pensato che quel progetto avrebbe portato soltanto perdite economiche. Prestare denaro a persone poverissime fidandosi del fatto che lo avrebbero investito per avviare delle attività e diventare economicamente autosufficienti? Sembrava una vera e propria follia. Ma Yunus, che nelle persone ci credeva, e ci crede tuttora, era convinto che fosse la strada giusta, che la gente desiderasse davvero riscattarsi e vivere meglio con le proprie forze.
«Quando oggi qualcuno mi chiede come mi sono venute tutte quelle idee innovative… io rispondo che abbiamo guardato come funzionano le altre banche e abbiamo fatto il contrario.»
Non trascorse molto tempo che la fiducia di Yunus venne ripagata. Più del 90% delle persone a cui aveva concesso un prestito, quasi tutte donne a cui le banche tradizionali non avrebbero mai affidato del denaro, aveva avviato un progetto e ripagato il debito, risollevandosi dalla propria condizione svantaggiata.
Il sistema del microcredito venne riconosciuto come un vero e proprio strumento di lotta contro la povertà, e questa intuizione si rivelò talmente rivoluzionaria non solo da essere adottata con successo in tutto il mondo, ma anche da valere a Yunus, nel 2006, il Premio Nobel per la Pace con la seguente motivazione: «Attraverso culture e civiltà, Yunus e la Grameen Bank hanno dimostrato che anche i più poveri fra i poveri possono lavorare per portare avanti il proprio sviluppo. La pace duratura non può essere ottenuta a meno che larghe fasce della popolazione non trovino mezzi per uscire dalla povertà. Il microcredito è uno di questi mezzi».