Nasce con un “buco” di 12 centimetri nell’esofago: bimbo di 4 mesi salvato grazie a due interventi di 7 ore ciascuno

Un neonato di 4 mesi è stato operato con un delicatissimo doppio intervento per una malformazione chiamata atresia esofagea: si tratta di una patologia che causa un’interruzione dell’esofago, cioè il tubo digerente che permette il passaggio del cibo dalla bocca allo stomaco.
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Kevin Ben Alì Zinati 4 Gennaio 2023
* ultima modifica il 04/01/2023

Dodici centimetri. Sono un abisso se sei un bambino di 4 mesi e quella è la misura del tratto di esofago che ti manca. Vuol dire che il tubo digerente che permette il passaggio del cibo dalla bocca allo stomaco ha letteralmente un buco.

Si tratta di una malformazione chiamata atresia esofagea ed è la patologia che ha costretto il piccolo Matteo (nome di fantasia) a subire due operazioni chirurgiche di sette ore ciascuna, una a distanza di 10 giorni dall’altra.

La diagnosi era arrivata ancor prima della nascita, quando dall’ecografia i medici avevano osservato che il suo esofago presentava una grave interruzione che, una volta venuto al mondo, lo avrebbe costretto ad alimentarsi in modo artificiale.

Ad oggi l’identikit dell’atresia esofagea ci racconta che si tratta di una malattia decisamente invalidante, di origine sconosciuta, spesso associata all’anomala presenza di una comunicazione con la trachea (il cui compito è di permettere il passaggio dell'aria nei polmoni) e responsabile di un caso ogni 3mila neonati.

Nel nostro caso di Matteo, l’interruzione dell’esofago era di quelle importanti dato che misurava ben 12 centimetri. Che, come puoi intuire, su un neonato sono tantissimi. Serviva dunque intervenire in fretta ma per portarlo in sala operatoria con un certo grado di sicurezza serviva che crescesse, letteralmente.

Una volta nato, Matteo è stato così preso in carico dal reparto di Neonatologia del Policlinico di Modena ed è stato nutrito con un sondino fino ai 4 mesi: fino a raggiungere insomma il peso e la dimensione adatte per l’operazione.

I chirurghi avrebbero proceduto con la ricostruzione in toracoscopia. È una tecnica di chirurgia svolta in anestesia generale che consente l’esplorazione visiva del cavo pleurico attraverso tre diversi accessi transtoracici. Oltre alla mini-invasività, offre ospedalizzazioni più ridotte, minor dolore post-operatorio e una ripresa più rapida.

Il team di chirurghi del Policlinico di Modena che ha portato a termine il doppio intervento. Photo credit: Aou Modena

L’intervento si è dunque svolto in due momenti diversi. Prima i chirurghi hanno avvicinato i due lembi dell’esofago fino a lasciare un “vuoto” di circa 3 centimetri, quando dieci giorni dopo i tessuti si sono stabilizzati, li hanno finalmente uniti ricostruendo il nuovo esofago.

Il doppio intervento è stato un successo dopo poche settimane Matteo è stato dimesso, in tempo per trascorrere le festività di Natale a casa con mamma e papà. Ora sta bene ed è pronto alla sua prima avventura: alimentarsi da solo e in modo corretto.

Fonte | Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena

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