No, io non porterò i miei bambini fuori. Non è affatto una buona idea

Tutti amiamo i nostri figli e per questo dovremmo tenerli a casa ancora qualche settimana. Che è in questo momento il luogo più sicuro per proteggere la società. Per il bene loro e di tutti.
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Simona Cardillo 1 Aprile 2020

Se hai figli, sai cosa significhi per loro stare chiusi in casa. Se stai lavorando in smart working, conosci la fatica nel far quadrare tutto. Se sei abituato a portare fuori il tuo bambino, mai lo recluderesti in casa.

E poi, dopo tutto ciò, c'è una considerazione, la più importante. Chiunque, ragionando razionalmente, sa che deve resistere ancora un po'. Eppure proprio dalle istituzioni è arrivata un'indicazione quantomeno discutibile che riguarda i più piccoli.

Ma andiamo con ordine. Da settimane l'Italia intera è blindata: ognuno a casa propria. Poche le eccezioni concesse: esigenze di lavoro, bisogni fisiologici degli animali domestici, attività motoria a massimo 200 metri da casa, stati di necessità comprovati. Le scuole sono chiuse da un mese e in nessun decreto sono previste specifiche misure per i bambini.

Tutto questo fino a qualche giorno fa, poi le cose sono cambiate. La settimana scorsa Uppa (Un pediatra per amico), rivista dei pediatri dedicata a genitori e famiglie, ha lanciato un appello chiedendo per i bambini almeno un'ora d'aria al giorno. Alla petizione ha prima risposto Elena Bonetti, ministro per le pari opportunità e la famiglia, sostenendo la necessità che venissero organizzati "modi e tempi, limitati, in cui anche a loro sia consentito uscire di casa in piena sicurezza sanitaria". Poi ieri sera è arrivato il chiarimento del Viminale: "E' da intendersi consentito, ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori".

Sono mamma di due bambini piccoli. Stanno soffrendo chiusi in casa? Certo. Li porterò fuori? Nemmeno per sogno.

In buona sostanza c'è il via libera. Ad alcune condizioni, certo, ma pur sempre via libera è. Con tutti i rischi che ne comporta.

Sono mamma, ho due bambini di 2 anni ciascuno. Sono chiusi in casa da settimane, senza poter stare all'aria aperta (se si esclude il balcone), senza poter vedere i nonni e senza poter andare al parco. Stanno soffrendo? Certo. Li porterò fuori adesso che il Viminale ha dato l'ok? Nemmeno per sogno.

Per tanti motivi.

Fuori c'è già tanta gente che deve per forza uscire. Incontrerei chi va a fare la spesa, chi va a lavoro, chi porta il cane in giro, chi esce a fare due passi.

Per uscire fuori dovrei toccare interruttori, maniglie, porte e tasti di ascensori, chiavi, corrimano. Adesso la priorità per tutti noi è evitare contatti e quindi la possibilità di trasmettere il virus.

Dovrei rimanere entro 200 metri da casa, quindi nello spazio che circonda casa mia troverei tutti i bambini che abitano nella mia zona. E con loro anche i genitori, naturalmente.

Dovrei uscire da sola con loro (un genitore per volta, dice la circolare): due bambini di due anni che non camminerebbero mai tranquilli mano nella mano con me. Chi ha scritto quella circolare sicuramente non ha due bambini, entrambi molto piccoli.

I bambini non hanno la razionalità degli adulti. Non capiscono cosa significhi fare due passi vicino casa senza bicicletta, palla o parco giochi. Come posso spiegare loro che pur uscendo sotto casa, non potrebbero giocare con gli altri bambini o andare al parco?

No, non porterò i miei figli fuori e credo che oggi nessuno dovrebbe farlo.

Tutti amiamo i nostri figli e per questo dovremmo tenerli a casa ancora qualche settimana. Che è in questo momento il luogo più sicuro per proteggere la società. Per il bene loro e di tutti.

Giornalista di professione, curiosa per passione. Amo scoprire cose nuove, andare al di là delle apparenze e conoscere i fatti in altro…