No, non è come l’anno scorso. E dobbiamo ringraziare i vaccini

Lo dicono i numeri. Mentre siamo nel pieno della quarta ondata, i ricoveri sono quasi la metà rispetto all’inverno 2020-21 e oggi due terzi delle persone in terapia intensiva è no vax. Ne stiamo uscendo, grazie a chi si è vaccinato.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 11 Gennaio 2022

No, non è come l'anno scorso. Nelle ultime settimane siamo arrivati a registrare anche 219mila nuovi contagi in un solo giorno. Ci troviamo nel pieno della quarta ondata. Probabilmente, ciascuno di noi conosce almeno una persona positiva. Qualcuno si sentirà "accerchiato". Colleghi, amici, parenti. Sui social l'annuncio "sono positivo" ha dominato il periodo natalizio. Persino chi ha già preso il Covid si può ricontagiare. Il virus sembra dilagare ovunque, senza incontrare più alcun ostacolo. Nonostante ciò, no, non è come l'anno scorso. E lo dicono i numeri.

Al 10 gennaio 2022 si contano 16.340 persone ricoverate. Di queste, ci fa sapere la Fiaso, il 34% è in ospedale per ragioni che non hanno nulla a che fare con il SARS-Cov-2, ma occupano un letto Covid perché trovate positive al tampone. Il 10 gennaio 2021, con "soli" 18.627 nuovi casi, i ricoverati con sintomi erano 23.427. E ci trovavamo nella fase discendente della seconda ondata.

Guardiamo a novembre 2020. Il 13 di quel mese toccavamo il picco della curva, con 40mila nuovi casi. Le conseguenze si vedevano una decina di giorni dopo: oltre 34mila ricoveri, più del doppio di quelli attuali. Nelle terapie intensive, eravamo arrivati a superare i 3.800 pazienti. Oggi sono circa 1.600. E due terzi di loro non sono vaccinati.

L'inverno 2020-21 è stato contrassegnato da un lunghissimo lockdown che quest'anno non abbiamo avuto

Ma soprattutto, l'inverno 2020-21 è stato contrassegnato da un lunghissimo lockdown che, tra alti e bassi, è durato quasi tre mesi. Per poi ricominciare a marzo. Oggi ci sono 15 regioni in zona gialla, tre che rischiano l'arancione e nessuna attività chiusa, a eccezione delle discoteche. Continuiamo ad andare a cena fuori, a guardare film al cinema, a fare shopping nei negozi del centro. Le restrizioni al momento sono rivolte solo a non vaccinati.

Nella maggior parte dei casi, risultare positivi oggi è più che altro una scocciatura. Si devono rimandare gli impegni, bisogna rimanere chiusi in casa e sperare che la propria azienda sanitaria risolva tutte le pratiche in tempi stretti. Un anno fa avere il Covid significava rischiare seriamente di finire in ospedale attaccati all'ossigeno, quando non di morire.

La luce alla fine del tunnel si fa via via sempre più intensa. Aumentano le voci che indicano la fine della pandemia per la primavera di quest'anno. In Spagna, Pedro Sánchez ha deciso che il Covid verrà trattato come l'influenza: basta tamponi a tappeto, solo test a campione. E la parola endemia viene sempre più utilizzata.

Dunque no, nonostante l'incremento esponenziale dei contagi, non è come l'anno scorso. Certo, a patto di essere vaccinati.

Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…