Oggi chiude Ecomondo 2018: quattro progetti di economia circolare made in Italy

Pannolini usati che diventano sedie, grandi eventi sportivi resi ecosostenibili e plastica che si trasforma in casette d’emergenza per gli sfollati. Ecomondo 2018 ha messo in comunicazione settori diversi, tutti riuniti attorno all’economia circolare. Ecco quattro progetti presentati alla fiera.
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Giulia Dallagiovanna 9 Novembre 2018

Finisce la fiera, rimangono in vita i progetti. Ecomondo, l'esposizione dedicata all'economia circolare, chiude i battenti dell'edizione 2018, ma l'esposizione di Rimini ha permesso di fare un bilancio sui risultati raggiunti finora e di dare il via ad alcuni progetti che serviranno a raggiungere i quattro obiettivi che i partecipanti si sono prefissati: città più sostenibili, incremento delle energie rinnovabili, sviluppo dell'economia del riciclo e lancio di start up green.

La fotografia della circular economy che ne esce è quella di un sistema sempre più grande e che riunisce più settori insieme. Industria, certo, ma anche ricerca, cultura, istituzioni e società civile. Eppure scommetto che, in fondo, questo meccanismo ti suona ancora un po' nuovo. E hai ragione, perché uno dei problemi emersi durante la quattro giorni di fiera è la carenza di comunicazione: le imprese si impegnano a diventare più green, ma non lo spiegano.

Durante una tavola rotonda organizzata nella mattinata del 9 novembre si è scoperto che sempre più aziende sono sensibili al tema della sostenibilità ambientale, ma solo l'11% di loro cerca anche di spiegarlo al pubblico. Per le altre rimane semplicemente una voce all'interno del bilancio, non esattamente una delle prime cose che ti capita di leggere durante la giornata.

L'Italia ricicla l'80% dei rifiuti industriali, ma ci sono troppi sprechi nella rete idrica

Ma allora vediamo di capire insieme a che punto siamo, in un settore che peraltro vede il nostro Paese ai primi posti nelle classifiche europee.  Solo nel 2017, otto imballaggi su dieci sono stati avviati al riciclo oppure usati per produrre energia. In generale, siamo attualmente in grado di riutilizzare quasi l'80% dei rifiuti industriali e abbiamo risparmiato 140 milioni in un anno dal recupero di quelli tecnologici. Inoltre, otto aziende italiane alla guida di diversi settori, come Costa Crociere, Bulgari ed Enel, hanno firmato un documento che le impegna a sviluppare un approccio italiano all'economia circolare.

Ci sono anche degli interventi seri e urgenti da mettere in atto, come la manutenzione alla rete idrica, visto che il 40% dell'acqua si perde per strada prima di arrivare al rubinetto di casa tua. L'Unione europea ha già avviato quattro procedure d'infrazione nei confronti dell'Italia e il Commissario straordinario unico per la Depurazione, Enrico Rolle, ha spiegato che le soluzioni anti-spreco devono concentrarsi soprattutto in Sicilia, Calabria e Campania.

Insomma, non possiamo dormire sugli allori, ma è evidente che i nostri sforzi per fare bene la raccolta differenziata, stanno producendo degli ottimi risultati.

Su Ohga ti avevamo già raccontato di Ecomondo 2018 e della piattaforma del Bio-metano, un documento che segna un punto d'incontro fra industria, agricoltura e utilities per la produzione di gas a impatto zero. Ma vediamo ora quattro progetti in particolare che sono stati presentati a quest'edizione della fiera:

Progretto Kiss

Forse non ci avrai mai fatto troppo caso, ma i grandi eventi sportivi non sono sempre ecosostenibili. E lo sono davvero poco, quando si tratta di gare automobilistiche o motociclistiche. Il progetto Kiss (Keep It Sunshine and Sustainable) è nato esattamente a questo scopo. Vede uniti insieme il circuito di Misano e quello del Mugello, che se segui il MotoGp, saprai essere due tappe fondamentali del mondiale.

Durante questi due eventi, gli organizzatori hanno cercato di riciclare tutto il possibile: rifiuti dei partecipanti e degli spettatori, cibo in eccesso e addirittura l'olio dei motori. Intere aree sono state destinate alla raccolta differenziata e oltre 2.400 pasti sono stati recuperati. L'obiettivo era soprattutto sensibilizzare le migliaia di fan presenti al rispetto dell'ambiente e l'attenzione è stata puntata soprattutto contro l'abbandono dei mozziconi di sigaretta.

Fatersmart

Premiata per lo sviluppo sostenibile nel settore "Rifiuti e risorse", l'azienda di Pescara ha sviluppato e costruito il primo impianto industriale al mondo per il riciclo dei pannolini e degli assorbenti usati. Sono riusciti a mettere in atto un sistema che separa i principali componenti (plastica, cellulosa, polimeri assorbenti) e li riusa in modi diversi. Se ti sembra un settore marginale, sappi che in Italia se ne gettano via 7mila ogni minuto. Sono il 3,7% del totale dei rifiuti urbani all'anno.

Fatersmart ha pensato che invece potrebbero diventare sedie di plastica, mollette, imballaggi industriali o altri prodotti assorbenti. In ogni caso, possono essere recuperati al 100%. Il sistema è detto carbon negative: significa che sono maggiori le emissioni che evita, rispetto a quelle che genera. Si parla, per essere precisi, di 450 chilogrammi di CO2 risparmiata, per ogni tonnellata trattata.

Fishing for Litter

In sei mesi nel mar Mediterraneo sono state raccolte 4,8 tonnellate di rifiuti. Nella maggior parte dei casi si trattava di oggetti di plastica monouso. Il progetto sperimentale di Legambiente, Fishing for Litter, non nomina nuovi pescatori della plastica, ma permette a chi lavora in mare per mestiere di poter portare a terra tutta l'immondizia che finisce nelle reti assieme ai pesci. Possono, cioè, smaltirli senza rischiare di incorrere in multe.

E in poco tempo i risultati sono stati evidenti, se da maggio a settembre sono state trovate 1,8 tonnellate solo nell'arcipelago toscano e 1,6 in due soli mesi di pesca a largo di Terracina, nel Lazio. Legambiente ha chiesto dal palco di Ecomondo che venga approvata al più presto una legge italiana contro la plastica monouso e che permetta ai pescatori di contribuire a ripulire i mari.

Il Po D'AMare

In Italia non abbiamo solo il problema dei rifiuti, ma anche quello delle emergenze ambientali. Terremoti e alluvioni che distruggono interi paesi e lasciano senza casa centinaia di persone. Questi due mondi si sono uniti grazie alla collaborazione fra Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta e il riciclo degli imballaggi di plastica, e l'organizzazione non governativa Waste Free Oceans.

Il teatro dell'incontro è il fiume Po. Corepla ha installato a 40 chilometri dalla foce una sorta di sistema di dighe: barriere fisse galleggianti e imbarcazioni a pescaggio ridotto che catturano la plastica riversata nel corso d'acqua, senza disturbare la flora e la fauna della zona. L'ong ha creato un ponte con il gruppo inglese Protomax Plastics che sono riusciti a trasformare i rifiuti in pannelli edilizi. Con questo materiale è stato costruito il primo modello di casetta d'emergenza, facile da montare e smontare e molto resistente.

Credits: foto di copertina dal sito di Ecomondo