Oggi è il World Obesity Day: la pandemia ha portato a un aumento di peso tra gli italiani

A farne le spese sono soprattutto adolescenti e bambini, rimasti inattivi durante la pandemia per Covid e aumentati di peso per inattività e alimentazione scorretta. A sostenerlo sono le indagini e i sondaggi resi noti in occasione della Giornata mondiale contro l’obesità 2021.
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Gaia Cortese 11 Ottobre 2021
* ultima modifica il 11/10/2021

Ottocento milioni di persone al mondo soffrono di obesità. È il dato allarmante denunciato in occasione del World Obesity Day, la Giornata mondiale contro l’obesità che si celebra come ogni anno l’11 ottobre.

Questa giornata nasce con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza su questa malattia che a tutti gli effetti è uno dei problemi di salute pubblica più impegnativi del ventunesimo secolo. Se ne parla in occasione del World Obesity Day informando su quale sia l’alimentazione più corretta per prevenire questa patologia, su come fare prevenzione adottando uno stile di vita corretto e soprattutto su quanto sia importante non stigmatizzare la malattia.

Secondo quanto riporta il sito di Humanitas l’obesità è una malattia che rappresenta uno dei maggiori problemi di salute pubblica a livello mondiale e che incide in maniera considerevole sull'aspettativa di vita di una persona. L'obesità, infatti, provoca problemi come l'ipertensione, il diabete mellito, le apnee notturne e le patologie cardiovascolari.

La situazione in Italia post pandemia

Secondo l’associazione italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) in Italia almeno una persona su dieci soffre di questo disturbo dell’alimentazione. A peggiorare la situazione ci ha pensato la pandemia da Covid che ha radicalmente cambiato le abitudini di vita e di consumo di molti italiani.

In attesa di essere pubblicata sulla rivista International Journal Obesity, ma resa nota in concomitanza dell’Obesity Day 2021, una ricerca condotta su un campione di 1.300 pazienti obesi in cura nei Centri Obesity Day afferenti all’Adi ha rivelato come durante i periodi di lockdown il 48,8% delle persone intervistate sia aumentato di peso.

Come riportato su Adnkronos, "Nei pazienti in cui si è verificato l’aumento del peso il benessere psico-fisico è diminuito del 69,6%, il 62% ha manifestato difficoltà emotive, principalmente paura e insoddisfazione, il 55% ha sperimentato un cambiamento nella qualità/quantità del sonno con insonnia o risveglio precoce, il 56% ha ridotto l’attività fisica, il 68% ha incontrato difficoltà a seguire la dieta, il 58% non si è tenuto in contatto con il proprio centro o consulente, ma soprattutto la maggioranza di essi ha mangiato male riducendo drasticamente la quantità di cibi presenti nella dieta mediterranea".

Anche Coldiretti sulla base di alcuni dati Istat ha riportato che “durante la pandemia una persona su quattro ha dichiarato di aver mangiato maggiori quantità di cibo rispetto a prima, ma se si considerano i più giovani, la percentuale sale al 40%. I lockdown e le misure di prevenzione, con la chiusura a più riprese delle scuole in un anno e oltre di Covid, hanno impattato pesantemente sulla salute dei minori ancora più che sugli adulti che, tra le esigenze lavorative e la possibilità di fare attività fisica almeno individuale, sono riusciti ad assorbire meglio i problemi causati dalla permanenza forzata tra le mura domestiche”.

Come prevenire l’obesità

La buona notizia è che, non solo siamo quasi fuori dall'emergenza provocata dalla diffusione del Covid-19, ma anche che l'obesità si può prevenire e curare. Innanzitutto è importante adottare misure per prevenire l'aumento di peso e i problemi di salute che ne conseguono. Come? Adottando una sana e corretta alimentazione, praticando attività fisica regolare e tenendo sotto controllo il peso corporeo.

Una persona adulta dovrebbe dedicare all'attività fisica almeno 30 minuti al giorno per 5 volte alla settimana, mentre per quanto riguarda la dieta alimentare andrebbe privilegiato il consumo di frutta e verdura e limitato considerevolmente il consumo di grassi saturi, zuccheri e alcolici.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.