Orticaria acquagenica: cos’è e come si manifesta la cosiddetta “allergia all’acqua”

E’ una patologia molto rara e ne soffrono pochissime persone in tutto il mondo. Ma per loro la vita è piena di ostacoli: lavarsi, piangere, sudare, uscire in un giorno di pioggia sono azioni che possono scatenare prurito, l’insorgere di pomfi rossastri sulla pelle e persino bruciore. Se avverti uno di questi sintomi, rivolgiti subito a un dermatologo.
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Giulia Dallagiovanna 11 Dicembre 2018
* ultima modifica il 12/06/2020
Con la collaborazione del Dott. Antonio Del Sorbo specialista in Dermatologia e Venereologia

Ci sono gesti che compi quotidianamente e anche più volte al giorno. Azioni che ti sembrano naturali, come lavarti la faccia al mattino, farti una doccia oppure sciacquarti le mani. Forse non sai che per alcune persone questi comportamenti non sono affatto ovvi. La loro pelle infatti potrebbe riempirsi di pomfi rossastri, prudere e anche a dolere. Succede a chi è allergico all'acqua. Per essere precisi, non si tratta di una vera e propria reazione allergica, ma di una forma di orticaria, detta acquagenica perché si manifesta al contatto con questo liquido. Non ha importanza il livello di salinità o la temperatura alla quale avviene l'esposizione. Sono sufficienti anche poche gocce di pioggia o addirittura qualche lacrima.

E' una patologia ancora semi sconosciuta: non si sa in qualche modo venga innescata questa reazione e non esiste una cura specifica. E' molto rara, ma nel caso ti accorgessi che la tua pelle presenta macchie rossastre dopo un bagno in mare o in piscina, rivolgiti subito a un dermatologo.

Cos'è l'orticaria acquagenica

Innanzitutto, come ti dicevo prima, l'orticaria acquagenica non è un'allergia. E non è una sorta di intolleranza all'acqua in generale, altrimenti, considerando che il corpo ne è costituito per il 70%, chi soffre di una tale patologia non avrebbe possibilità di sopravvivere. Si tratta di una vera e propria orticaria fisica, cioè di una manifestazione esantematica che avviene nel momento in cui la pelle entra in contatto con agenti fisici esterni. Inizialmente si pensò all'azione di cloro e sodio, presenti soprattutto nell'acqua del rubinetto. Ma questo non avrebbe spiegato come mai alcune persone ne soffrissero anche dopo aver sudato o pianto. Insomma, di questa malattia si conosce ancora poco. Anche perché sembra che in tutto il mondo, ne soffrano solo poche persone e che nella letteratura medica si siano registrati un numero molto ridotto di casi. Troppo pochi per effettuare studi approfonditi. Al momento, sembra che si manifesti soprattutto nelle donne durante la pubertà e l'adolescenza.

Le teorie sulle cause che scatenano questa eccessiva reazione cutanea sono diverse. In un primo momento si è attribuita una certa importanza alle cellule morte che si trovano sullo strato superficiale del derma. Al contatto con l'acqua avrebbero attivato una reazione immunitaria, cioè, in sostanza, un'allergia. Ma come ti dicevo prima, in seguito si è appurato che si trattasse di un'orticaria in piena regola perciò al momento si sostiene un'altra ipotesi. In qualche modo c'entrano i mastociti, cioè delle cellule che producono e immagazzinano l'istamina. Questa sostanza stimola la dilatazione dei vasi e ne aumenta la permeabilità, dando origine ai ponfi rossastri. Inoltre, è responsabile dell'aumento della sensibilità delle terminazioni sensitive periferiche e provoca il prurito. Quello che non si riesce a capire è come mai l'acqua riesca ad attivare questo meccanismo.

I sintomi dell'orticaria acquagenica

L'orticaria acquagenica si manifesta dopo circa 20 o 30 minuti che sei entrato a contatto con l'acqua. Non ha importanza che sia acqua di mare, piscina o rubinetto. Può trattarsi anche di sudore, lacrime e perfino la pioggia. Se soffri di questa patologia, compariranno sulla tua pelle dei pomfi di dimensioni che vanno dal 1 ai 3 millimetri. E' probabile che prudano e anche che tu avverta una sensazione di bruciore.

Va distinta però dal cosiddetto prurito acquagenico, che non produce vere e proprie eruzioni cutanee, ma solo, appunto, prurito. Anche in questo caso il problema è legato alla liberazione nella pelle di alcuni neurostrasmettitori (come istamina o aceticolina) a opera del sistema nervoso autonomo cutaneo. Dura solitamente qualche minuto e si attenua a mano a mano che la pelle si asciuga. Anche in questo caso è importante che ne parli dubito con un dermatologo, anche per escludere la presenza di eventuali altri problemi più importanti.

Come intervenire

La prima cosa da fare è asciugare la zona del derma che presenta pomfi o eritemi. Fai attenzione però a tamponare e non sfregare la pelle per non peggiorare l'orticaria. Dopodiché rivolgiti subito a un dermatologo per capire quale terapia intraprendere. Non esiste infatti una cura vera e propria per questo tipi di orticaria, perché i casi sono troppo pochi e non è stato possibile effettuare studi più approfonditi.

Solitamente si ricorre all'utilizzo di alcuni antistaminici impiegati anche in altre varianti cliniche di orticaria. Secondo uno studio pubblicato nel 2016 sul Journal of Asthma and Allergy, buona parte dei pazienti reagirebbe bene a una terapia a base di antistaminici attivi sui recettori istaminergici di tipo H1, utilizzati anche per la cura di altre forme di orticaria. Questi farmaci infatti servono a diminuire il livello di permeabilità dei vasi e a ridurre la formazioni di pomfi ed edemi. Ma, prosegue lo studio, ci sono persone che hanno bisogno di ulteriori interventi.

Come prevenire l'orticaria acquagenica

A gennaio 2017 Mireille D'Ornano, deputata francese al Parlamento europeo nel gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta, ha presentato una proposta di risoluzione nella quale chiedeva che la Commissione europea, attraverso le agenzie competenti dell'Unione, sostenesse la ricerca sull'orticaria acquagenica per arrivare alla formulazione di un trattamento preventivo.

Come immaginerai, però, se soffri di orticaria acquagenica dovrai cercare di esporti il meno possibile al contatto con l'acqua. Evita di compiere azioni che ti facciano sudare e indossa vestiti molto leggeri, soprattutto quando fa caldo. Inoltre, e questo è ancora più difficile, cerca di evitare che i condotti lacrimali si attivino. In pratica, prova a non piangere, a non commuoverti e a evitare che ti lacrimino gli occhi per un qualunque motivo. Per quanto riguarda la doccia, solitamente chi soffre di questa patologia non ne fa più di una a settimana e fa in modo che duri il meno possibile. In ogni caso, parlane con il tuo dermatologo per attivare le migliori strategie di prevenzione.

Abbiamo raccolto il parere del dottor Antonio del Sorbo, specialista in Dermatologia e Venereologia e operante nel salernitano, che ha parlato di orticaria acquagenica in un articolo pubblicato sul sito Ildermatologorisponde.it:

"I fenomeni di ipersensibilità all’acqua (per esempio prurito acquagenico, orticaria acquagenica, acquadinia) non sono frequentissimi in ambulatorio dermatologico, ma la loro diffusione nella popolazione è probabilmente sottostimata. Ci sono degli esami a cui ci si può sottoporre per verificare se si soffre di questa malattia. Oltre ai comuni esami ematochimici, può essere effettuato un test da contatto con acqua, che rientra tra quelli per orticaria fisica (TOF) praticati al momento della visita dermatologica. Si effettua applicando sulla pelle del dorso per 20 minuti una garza bagnata con acqua di rubinetto a temperatura corporea, per evitare falsi positivi dovuti a interferenza di eventuali altre orticarie fisiche (per esempio orticaria da freddo di Frank, orticaria da freddo ritardata di Soter, orticaria da caldo di Duke).

La terapia farmacologica per questa problematica cutanea viene programmata al momento della visita medica, a seconda del quadro clinico del paziente. Alcuni antistaminici possono ad esempio migliorare l’iperreattività cutanea nei confronti dell’acqua. Il miglioramento della sintomatologia con capsacinoidi (sostanze chimiche affini alla capsaicina, estratta dal peperoncino, ndr.),  per uso topico è probabilmente dovuto al possibile coinvolgimento del sistema vanilloide cutaneo (recettori presenti sulla superficie delle cellule della pelle, ndr.) nella determinazione della soglia del dolore, nei confronti di uno stimolo ordinario come l’acqua, che normalmente provoca fastidi."

Fonte| Istituto allergologico lombardo

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