
Ha cominciato nel 2011 suonando un brano di Beethoven a Plara, un’elefantessa cieca che in quel momento stava mangiando del bambù. Non appena ha iniziato a sentire le note del pianoforte, l’enorme pachiderma ha smesso di dedicarsi al cibo, fermandosi ad ascoltare. Da quel momento, Paul Barton ha capito che avrebbe potuto aiutare quegli enormi animali a trascorrere almeno qualche minuto in serenità. Già, perché gli elefanti a cui il pianista dedica le sue canzoni hanno alle spalle una vita di abusi e maltrattamenti che hanno provocato in loro ferite e traumi molto forti.
Questi enormi animali sono stati per molto tempo impiegati per trasportare alberi, tronchi e attrezzature per il disboscamento, pratica divenuta illegale nel 2014 in Thailandia. Oggi, gran parte degli elefanti un tempo utilizzati come mero mezzo di trasporto, torturati e picchiati quotidianamente, vivono liberi e protetti in Santuari in cui alcuni volontari provvedono al loro recupero e al loro benessere. Paul Barton, ha deciso di contribuire a questo benessere e di farlo con la propria musica. Perché la musica fa bene al cuore. Anche a quello degli elefanti.