L’eparina si può assumere sotto forma di iniezione sottocutanea (in alcuni casi gravi anche endovenosa), collirio o pomata. Ma chi ne deve fare uso e per quanto tempo?
In caso di ferite e lesioni che provocano un’emorragia, la capacità del sangue di produrre coaguli è un evento positivo, perché diminuiscono e fermano la perdita di sangue stesso; in assenza di un evento traumatico, però, la formazione di coaguli all’interno di vasi sanguigni o cuore, chiamati trombi, è una condizione pericolosa, che può mettere anche a rischio la vita della persona: per questo motivo l’assunzione di eparina, come prevenzione nella formazione di coaguli, può prevenire danni molto gravi e addirittura la morte.
I casi in cui è necessario assumere eparina sono:
L’eparina, quindi, si può assumere sia come terapia preventiva per la formazione di coaguli, sia per evitare che coaguli già presenti peggiorino. Per questo motivo, in base alla causa scatenante, si assumerà eparina per periodi di tempo diversi; inoltre, se si assume tramite flebo questa funzionerà immediatamente, mentre se si procede con un’iniezione sottopelle gli effetti si riscontreranno in una/due ore.
Ad esempio, dopo interventi chirurgici che impediscono alla persona di muoversi per un periodo di tempo, potrebbe essere necessaria l’assunzione di eparina per sette giorni o fino a quando sarà possibile prevenire le formazioni di coaguli tornando a camminare.
Nei casi in cui l’eparina si assuma come terapia i tempi possono essere più lunghi: per trattare la tromboembolia venosa, ad esempio, l’assunzione di eparina è generalmente indicata per tre mesi, e in alcuni casi per un tempo indeterminato, così come nelle situazioni di trombosi venosa profonda.