Per tutte le donne gelate che non hanno diritto di scegliere: il Nobel a Ernaux è una (piccola) luce di speranza

Annie Ernaux ha ricevuto ieri il Nobel per la Letteratura. Mentre negli Stati Uniti il diritto all’aborto non è più garantito e in Italia vengono finanziate le associazioni ProVita, è un piccolo segno di speranza che l’ambito riconoscimento vada a un’autrice che ha lottato tutta la vita in difesa dei diritti delle donne.
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Giulia Dallagiovanna 7 Ottobre 2022

Negli Stati Uniti, il diritto all'aborto non è più garantito a livello federale. 14 Stati hanno già vietato, del tutto o solo in parte, l'uso della pillola RU486. In Ungheria, le donne che scelgono di interrompere una gravidanza dovranno prima ascoltare il battito del feto. In Piemonte, le associazioni ProVita hanno ricevuto 400mila euro dalla Regione per stanziare fondi da destinare a chi vorrebbe abortire per "non dover rinunciare alla gravidanza che desiderano". A Stoccolma, il Nobel per la Letteratura 2022 è stato assegnato ad Annie Ernaux. E questa è una piccola (piccolissima) luce di speranza che si accende in uno scenario sempre più buio.

L'Evento è il libro che più di tutti centra la questione che abbiamo voluto sollevare. Romanzo autobiografico, racconta di una studentessa universitaria che, ventenne, si ritrova incinta nella Francia del 1963, dove anche solo la parola aborto era un tabù. È costretta quindi a percorrere vie clandestine, con tutti i rischi che queste comportano.

Ma è ne La donna gelata che ritroviamo le radici del problema. Una donna alla quale, fin da piccola, viene insegnato a tenere un quaderno dei sacrifici, per allenare la sua propensione alla rinuncia e preparsi nel modo migliore al suo futuro ruolo di madre.

Gelata, nelle ambizioni e nelle scelte. Gelate, come siamo ancora oggi.

Gelate, come quando arriviamo al fatidico bivio: investo sulla carriera o scelgo di avere dei figli? Entrambe le strade non sono possibili. O almeno, non per tutte, non fino in fondo. Non quanto lo è per un uomo.

Gelate, come quando ci chiediamo, confuse, se questi figli li vogliamo davvero o se quel desiderio di maternità sia frutto della pressione sociale.

Gelate, come quando vediamo comparire quelle due lineette sul test di gravidanza, in un momento che giusto proprio non lo è. Magari ci siamo scordate il contraccettivo, per una qualsiasi ragione. Colpa nostra naturalmente, non del partner. Magari proprio lui ci ha chiesto di non usarlo. Magari non ha funzionato e non ce ne siamo accorte subito. Magari siamo rimaste vittime di uno stupro. Magari, invece, è semplicemente accaduto.

Gelate, come quando scegliamo di tenerlo, ma il nostro contratto di lavoro non prevede la maternità.

Gelate, come quando vorremmo rientrare al lavoro, ma i gli asili nido sono saturi e una baby sitter per l'intera giornata costa troppo.

Gelate, come quando ci viene consigliato di scegliere una professione più adatta a una donna.

Gelate, come quando ci viene ribadito che è impossibile che una donna non voglia figli. Un giorno se ne pentirà.

Gelate, come quando proviamo a esercitare un diritto che, ci ha ricordato anche la futura premier, è garantito per legge, ma non riusciamo a trovare una struttura sanitaria che abbia almeno un medico non obiettore di coscienza. (Anzi, quando si parla di aborto chirurgico, è necessaria un'intera equipe).

Gelate, come quando il nostro appuntamento per l'interruzione volontaria di gravidanza viene continuamente rimandato, fino a lasciare scadere il termine dei 90 giorni.

Gelate, come quando subiamo un aborto spontaneo e non possiamo piangere perché, va bè dai, era solo un grumo di cellule. Invece, quando l'interruzione è volontaria, abbiamo ucciso un bambino.

Gelate, come quando si riuniscono pool di uomini a spiegarci quali siano le necessità e i desideri di una donna.

Gelate, come ogni volta che pensiamo di avere ormai acquisito un diritto e invece ci troviamo a dover ricominciare tutto da capo.

A una donna nessun tipo di scelta viene davvero garantita. Nemmeno la contraccezione: proprio ieri AIFA ha rimandato la decisione sulla gratuità della pillola anticoncezionale.

Ancora oggi, nel 2022, la nostra vita è fatta di aut aut: o la carriera o i figli, o ti adegui e sei felice o sei una stronza. E in ogni caso, sbaglierai. Non sarai mai abbastanza. Il Nobel ad Annie Ernaux ci ricorda che l'unica scelta giusta è quella di rimanere fedeli a noi stesse. E che tutto quello che uno Stato democratico dovrebbe fare, sarebbe permettercelo.

Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…