
C'è un cambiamento radicale per chi ama i tatuaggi, per chi li fa o semplicemente per chi sta pensando di farsene uno. A partire dal 4 gennaio infatti non sarà più possibile utilizzare alcuni colori e in particolare il rosso, il giallo, l'arancione e il marrone. La decisione è stata presa a livello europeo e fa parte del regolamento REACH sulle sostanze chimiche ed è giustificata dalla presenza di isopropanolo all'interno di questi inchiostri. Annunciato un anno fa, il provvedimento entra ora in vigore e inciderà in modo significativo non solo sui gusti dei clienti, ma anche sul lavoro dei tatuatori.
Prima di tutto, perché l'isopropanolo viene vietato? Questa sostanza in realtà è un alcol e viene inserito in alcuni inchiostri per fungere da solvente all'interno del quale sono sospesi i pigmenti di colore e permette di sterilizzare l'intera soluzione. Il problema, però, è che il componente si è rivelato essere rischioso per la salute in quanto potrebbe provocare irritazione agli occhi, secchezza dell'epidermide, danni al sistema nervoso e addirittura favorire l'insorgenza di un tumore. Fin qui, non ci sono dubbi: è giusto bandire un prodotto potenzialmente dannoso per chi lo riceve.
Non tutti i colori verranno subito messi al bando. Ancora per un anno infatti sarà possibile utilizzare il blu e il verde, nonostante anche questi contengano isopropanolo. Il problema, però, è che non sono ancora stati trovati dei pigmenti che li possano sostituire e delle soluzioni di inchiostro che non rappresentino un rischio per la salute, come invece è possibile per le altre tinte già menzionate. Ma c'è anche un altro elemento da considerare: senza l'ombreggiatura blu, realizzare un tatuaggio diventerebbe piuttosto difficile, sia pure in bianco e nero. Tutto rimandato dunque al 2023, scadenza alla quale sarebbe bene arrivare già con una soluzione.
Questo regolamento non giunge inaspettato. I produttori di inchiostro per tatuaggi hanno avuto oltre un anno per adattarsi alle nuove normative e arrivare alla scadenza preparati. Perché non l'hanno fatto? Perché, come ha spiegato Eugenio Arneodo, rappresentante dell’Associazione Tatuatori.it, il problema è prima di tutto la sostituzione dei pigmenti, che non apparirebbe così semplice come preventivato dall'UE. Inoltre, sull'etichetta bisognerà descrivere il prodotto e tutte le sue caratteristiche esattamente come già accade per un alimento. Un lavoro che sarebbe troppo oneroso per poter essere portato a termine ed entrare a regime nelle tempistiche previste.
Fonte| Regolamento REACH