Perché donare il latte materno può aiutare tanti bambini prematuri

Bisogna essere in buona salute, seguire un corretto stile di vita e allattare il proprio bambino nel primo anno di vita. Sono i requisiti fondmentali per diventare una mamma donatrice e aiutare con il proprio latte materno i bambini che nascono prematuri.
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Gaia Cortese 20 Maggio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

È di poche settimane la (buona) notizia che arriva dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che comunica come nell'anno appena concluso le donazioni di latte materno siano raddoppiate: 758 litri di latte donati da 133 neo-mamme. La maggior parte del latte materno raccolto nel 2019 è stata messa a disposizione di 229 neonati con particolari esigenze terapeutiche ricoverati nell'Ospedale Pediatrico, mentre circa 200 litri (25% del totale) sono stati consegnati ad altre Terapie Intensive Neonatali della Regione Lazio. Ma perché è così importante il latte materno, e ancora di più donarlo?

Il latte materno

Il latte materno è un alimento completo che contiene tutti i nutrienti necessari, e nelle proporzioni ideali, per la crescita ottimale del neonato. Nei primi giorni si presenta come colostro, un liquido di colore giallo, piuttosto denso, particolarmente ricco di proteine, sali minerali e soprattutto di anticorpi che permettono al bambino di proteggersi da eventuali infezioni e di adattarsi al meglio alla nuova vita extra-uterina. Dal terzo giorno il colostro si trasforma in latte di transizione, fino a tramutarsi nuovamente in latte maturo dal 20° giorno in avanti. Il latte materno è costituito per l'87% da acqua, ma contiene anche zuccheri (lattosio e altri oligosaccaridi), proteine, grassi, vitamine, minerali, enzimi e ormoni.

Una risorsa per i bambini prematuri

A beneficiare del latte materno sono soprattutto i bambini prematuri perché, come spiega in questo articolo il Professore Fabio Mosca, Presidente della Società Italiana di Neonatalogia e Direttore Terapia Intensiva Neonatale al Policlinico di Milano: “Nel loro caso non è soltanto un nutriente, ma il primo strumento di difesa immunitaria”. E aggiunge quanto sia fondamentale l’apertura delle terapie intensive neonatali senza limiti di orario proprio per favorire l’allattamento: “Soprattutto nelle prime settimane, il bambino ha necessità di attaccarsi al seno più volte, anche di notte – continua il Professore Fabio Mosca -. In media il neonato poppa 8-12 volte in 24 ore, a intervalli non sempre regolari. Dal momento che la produzione di latte inizia quando il piccolo comincia a succhiare, non occorre aspettare che il seno si riempia tra un pasto e l’altro”.

Il latte materno protegge quindi i bambini prematuri e quelli altamente pre-termine con un peso inferiore a 1500 grammi; sono neonati particolarmente delicati che, grazie al latte materno donato, hanno maggiori garanzie di proteggersi dalle infezioni e da eventuali patologie intestinali che, in questa fase della loro vita, possono essere molto gravi. Non solo. Il latte materno promuove anche lo sviluppo cerebrale migliorando gli aspetti neuro cognitivi e determina una riduzione della durata della degenza ospedaliera, oltre ad offrire una protezione a medio-lungo termine sul rischio cardiovascolare e metabolico.

Come donare il latte materno

La necessità di donare il latte materno si presenta quindi nel momento in cui un bambino nasce prematuramente  (tra la 22ª settimana e la 37ª settimana completa di gestazione) e la sua mamma non ha ancora avuto il tempo di produrre il latte. In questo caso, ricevere latte materno da un'altra mamma è per il bambino prematuro una possibilità eccezionale.

La mamma che decide di donare il suo latte può essere certa che non ci sono assolutamente controindicazioni nel farlo perché non si toglie latte al proprio bambino, ma al limite, se ne stimola la produzione. Ci si può quindi rivolgere a una delle Banche del Latte Umano Donato (BLUD) distribuite sul territorio: sono strutture create con lo specifico scopo di raccogliere, trattare e distribuire il latte donato da mamme precedentemente selezionate.

Per diventare una donatrice bisogna essere in buona salute, seguire un corretto stile di vita e naturalmente allattare il proprio bambino nel primo anno di vita. Prima di donare si esegue un semplice screening che raccoglie la storia clinica della mamma donatrice e si eseguono specifici esami sierologici (epatite B, epatite C, infezione da HIV).

"Possono donare tutte le madri in buona salute, che seguono un corretto stile di vita e hanno una quantità di latte superiore alle esigenze del proprio figlio dalle prime settimane di vita fino ad un anno di età – ha spiegato Guglielmo Salvatori, responsabile di Educazione nutrizionale neonatale e BLUD -. Donare il latte è un gesto prezioso per tanti bambini malati. Non costa nulla, non è doloroso ed è molto semplice".

Il parere dell'esperto

Abbiamo sentito sull'argomento il Dottor Massimo Luca Castellazzi, medico chirurgo, specialista in pediatria presso l'Ospedale Città di Sesto San Giovanni: "Il latte materno è universalmente riconosciuto come l'alimento ideale per tutti i neonati. I neonati prematuri rappresentano una problematica non trascurabile e anche per loro il latte materno rappresenta l'alimento ideale. Nel momento in cui per i prematuri, soprattutto quelli più gravi e con peso alla nascita inferiore a 1.500 grammi, il latte materno non sia disponibile, il latte umano donato può essere considerato una valida alternativa. Infatti, rispetto alla nutrizione con formule per pretermine, il latte umano donato presenta numerosi vantaggi. In particolare si associa a una minore incidenza di enterocolite necrotizzante e ad una migliore tolleranza alimentare.

Inoltre contribuisce alla riduzione delle sepsi e di altre condizioni tipiche del prematuro quali la retinopatia del prematuro e la broncodisplasia polmonare. Infine l'utilizzo del latte umano donato nei prematuri può avere effetti nel ridurre l'incidenza di ipertensione arteriosa e l’insulino-resistenza in età adolescenziale.

Con tali obiettivi, le banche del latte umano donato hanno la funzione di selezionare, raccogliere, controllare, trattare, conservare e distribuire il latte umano donato da madri che hanno una produzione lattea superiore a quella necessaria a soddisfare le esigenze nutrizionali del proprio bambino. E, nonostante il trattamento termico, necessario per inattivare i microrganismi e per la sua conservazione, alteri parzialmente le proprietà biologiche e nutrizionali del latte umano donato, questo ultimo rappresenta comunque la scelta migliore subito dopo il latte materno per i piccoli prematuri."

Fonti | Fondazione Veronesi, ANSA, AIBLUD Onlus

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