Perché il futuro della moda è l’agricoltura rigenerativa?

Esiste un filo invisibile che unisce l’industria della moda all’agricoltura. Moltissimi fashion brand si sono accorti che per ridurre le emissioni di gas serra è fondamentale ripensare alle tecniche di coltivazione. E’ così che si è deciso che il futuro delle fibre naturali deve arrivare da quella che è stata chiamata agricoltura rigenerativa.
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Rubrica a cura di Valentina Rorato
2 Giugno 2021

Che cosa hanno in comune la moda e l’agricoltura rigenerativa? Sono due mondi completamente separati, eppure rigenerare, che per assonanza ricorda molto il termine riciclare, sembra essere la nuova parola d’ordine dei grandi brand di lusso.

Il primo a parlarne è stato gruppo Kering, proprietario di Gucci e Saint Laurent (e non solo). In che modo? È stato co-fondatore del Fondo rigenerativo per la natura, volto a convertire un milione di ettari di terreno per la produzione di materie prime per la moda dai normali terreni agricoli all'agricoltura rigenerativa in cinque anni.

Ha dato il via a una sorta di catena industriale, aprendo le strade a tantissime altre società. Per esempio, la New Zealand Merino Company – a febbraio – ha annunciato di essersi unita a Allbirds, Icebreaker e Smartwool per creare la prima piattaforma dedicata alla lana rigenerativa.

Più o meno, sulla stessa falsa riga anche The North Face e Patagonia che propongono abbigliamento in cotone rigenerativo. 

Perché alla moda interessa l’agricoltura rigenerativa?

Moltissimi capi di abbigliamento sono realizzati per esempio in cotone, come le t-shirt e i jeans, o in lana, tosata da pecore al pascolo in un campo. Ma non solo, anche gli accessori potrebbero essere confezionati con pelli di mucche allevate in una fattoria. La domanda che si sono fatti i brand è come vengono allevati gli animali e coltivati i campi? Perché proprio qui si può inquinare e distruggere la natura.

Come dovresti sapere, l’agricoltura industriale utilizza fertilizzanti azotati, che favoriscono le emissioni di gas serra, come l’anidride carbonica. Il suolo ha perso 139 miliardi di tonnellate di CO2 e a causa della lavorazione del terreno, del pascolo eccessivo e dello sviluppo dello sprawl urbano e suburbano.

E per fermare le emissioni bisogna ripensare proprio ai processi di produzione partendo dalla base, in questo caso proprio dai campi. La moda è molto in ritardo in questo processo di riqualifica ambientale, ma si sta molto impegnando nella sua lotta a diventare carbon neutral.

Cos'è l'agricoltura rigenerativa

Come anticipato, molte fibre provengono dalle coltivazioni di materie prime. Queste coltivazioni avvengono normalmente attraverso pratiche di agricoltura industriale, che potrebbero includere pesticidi, fertilizzanti acquistati in negozio, aratura o piccoli filari ordinati di un singolo raccolto.

Gli agricoltori rigenerativi amano le "colture di copertura”. Che cosa sono? Sono piante dall'aspetto erbaceo come il trifoglio, che aiutano a limitare le erbacce vere e alla fine vengono falciate e lasciate a marcire come pacciame.

E non è tutto, perché colture di copertura catturano naturalmente il carbonio nella nostra atmosfera e lo immagazzinano, attraverso le loro radici, nella terra. Il carbonio alimenta il suolo, così come lo aiuta a trattenere l'acqua; a loro volta, le piante crescono meglio e c'è meno erosione del suolo e siccità (sebbene gli scienziati non siano ancora sicuri di quanto carbonio possa essere immagazzinato nel suolo).

L'idea è di mescolare diversi tipi di piante nello stesso campo, permettendo alle colture di copertura nutrienti di diffondersi selvaggiamente, mescolandosi, ad esempio, con mais o cotone. In questo modo gli animali, polli, pecore e bovini, possono pascolare sugli edibili e in cambio fertilizzano i campi con i loro escrementi.

Agricoltura biologica vs agricoltura rigenerativa

Sicuramente adesso ti starai chiedendo quale sia la differenza tra agricoltura biologica e agricoltura rigenerativa. La prima riguarda ciò che non stai spruzzando, quindi quello che coltivi può essere biologico ma non essere rigenerativo.  Per molti, l'agricoltura rigenerativa è essenzialmente la nuova agricoltura biologica o sostenibile, ma va oltre. Perché oltre a non usare i prodotti chimici, l'agricoltura rigenerativa riempie e rafforza le piante, il suolo e la natura che lo circonda.

Le fattorie rigenerative sono un mondo estremamente affascinante. Alcune implementano anche "strisce impollinatrici" di colture che attirano api e farfalle nell'area, oppure aggiungono "colture trappola" per allontanare i parassiti dalle loro colture eroiche al posto dei pesticidi chimici. Praticamente imita ciò che la fa già.

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Diplomata al Liceo Scientifico e Laureata in Lettere Moderne, ho saputo coniugare il mondo scientifico e quello umanistico nel mio lavoro, altro…