Pfizer ha annunciato che il vaccino ha un’efficacia del 90%: ma cosa significa nel concreto questo numero?

Di fronte a un numero che, lo si intuisce facilmente, è piuttosto alto, lasciarsi andare all’entusiasmo è facile. Ma sai davvero a cosa corrisponda quel 90%? Ti sei chiesto anche tu cosa accada allora al restante 10%? Proviamo a capire insieme come vadano letti questi risultati (preliminari).
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Giulia Dallagiovanna 11 Novembre 2020
* ultima modifica il 05/03/2021

La grande notizia che sta circolando in questi giorni riguarda uno dei candidati vaccini contro il Covid-19. Nello specifico, quello prodotto dall'azienda farmaceutica americana Pfizer, in collaborazione con la tedesca BioN-Tech. È stato lo stesso amministratore delegato, Albert Bourla, ad annunciarlo: dopo la somministrazione di due dosi, l'efficacia rilevata è stata del 90%. E la verità è che mentre gli addetti ai lavori festeggiavano l'ottimo risultato, tu sarai rimasto un po' interdetto. Sì, ok, ma quindi? Nel restante 10% dei casi che accade? Insomma, quanto è buona questa buona notizia? Proviamo allora a capire insieme come vada letto questo 90%.

Risultati preliminari

Prima di tutto, chiariamo un punto fondamentale: al momento si tratta di risultati preliminari. Significa cioè che non esiste ancora uno studio pubblicato e sottoposto alla necessaria peer-review che riporti dati definitivi rispetto all'efficacia e alla sicurezza di questo vaccino. Nulla di strano, è la stessa azienda a precisarlo. Non sarai abituato a questo procedimento per il semplice fatto che, nella maggior parte dei casi, viene annunciata una scoperta a studio e sperimentazione terminati. La maggior parte dei casi, però, non riguarda una pandemia che sta tenendo in stallo il mondo intero. Ed è questa la ragione per cui la news è stata divulgata.

Ora quindi entriamo un po' di più dentro questi risultati. In altre parole, come si è arrivati a stabilire questo 90%? Prima di tutto, le sperimentazioni hanno raggiunto la fase 3, ovvero l'ultima e la più lunga, durante la quale il farmaco viene testato su un numero elevato di volontari per testarne in modo definitivo l'efficacia contro il virus e gli eventuali effetti collaterali che può provocare. Nel caso di Pfizer, i partecipanti sono 44mila, suddivisi in due gruppi: metà ha ricevuto il vaccino e metà, il cosiddetto gruppo di controllo, il placebo. A questo punto bisogna aspettare che entrino in contatto con il SARS-Cov-2 e capire cosa succeda. Come ricorda il professor Roberto Burioni su Medical Facts, ora è necessario aspettare che vengano registrate 156 infezioni. Al momento se ne sono registrate 94 e sembra che siano quasi tutte all'interno del secondo gruppo, quello dei non vaccinati. Ed ecco perché l'azienda ha comunicato un'efficacia del 90%.

La cautela di Pfizer

Pfizer è un'azienda farmaceutica statunitense, nonché la più grande società del mondo operante nel settore della ricerca. Esiste dal 1849 e dopo 170 anni di storia, non si rovinerebbe la reputazione da sola pubblicando comunicati che gonfiano i risultati realmente ottenuti o dai toni troppo entusiasti.

È lo stesso amministratore delegato a parlare di "efficacia ad interim" e a sottolineare: "Questo è un primo ma fondamentale passo del nostro lavoro per fornire un vaccino sicuro ed efficace.
È importante segnalare che non possiamo richiedere l'autorizzazione alla FDA per l'uso in situazione di emergenza solo sulla base di questi risultati di efficacia. Sono necessari anche ulteriori dati sulla sicurezza che stiamo continuando a raccogliere nello studio clinico in corso. Efficacia, sicurezza e produzione sono i tre requisiti necessari prima di poter richiedere l'autorizzazione". 

La stessa Pfizer precisa come siano necessari ulteriori dati prima di richiedere l'autorizzazione all'FDA

Per questo motivo, possiamo fidarci di quel 90% come dato preliminare. E soprattutto, possiamo esserne contenti: "Direi che è un momento storicoha commentato Kathrin Jansen, capo della Ricerca e sviluppo sui vaccini in Pfizer – Qualcosa del genere non è mai successo prima. Il mondo ha dovuto affrontare una situazione così terribile, la pandemia, ed essere in grado in così poco tempo di fare ciò che di solito richiede molti anni. Sentire che all'analisi ad interim abbiamo raggiunto un'efficacia di oltre il 90%, è stato quasi sbalorditivo".

Come deve essere letto il 90%

Dopo aver chiarito alcuni punti, torniamo alla domanda fondamentale: come lo devi leggere questo 90%? Semplificando al massimo, si potrebbe dire che se 10 persone ricevono le due dosi di vaccino previste da Pfizer, solo una contrarrà il Covid-19. In realtà, il discorso è più complesso, anche perché esistono diversi tipi di immunità che un farmaco di questo tipo può puntare a garantire. Quella che forse avrai in mente tu è la più semplice da intuire e allo stesso tempo la più difficile da realizzare: la capacità di prevenire del tutto l'infezione. Entri in contatto con il Coronavirus, ma il tuo organismo gli mette subito davanti il suo esercito di anticorpi, senza che questo abbia il tempo di cominciare a replicarsi. Dunque, nessuna infezione e nessuna malattia.

Per la verità, nella maggior parte dei casi e soprattutto per quanto riguarda i candidati vaccini contro il Covid-19, lo scopo è soprattutto quello di prevenire la malattia. In poche parole, magari ti infetti anche, ma gli anticorpi impediscono il virus di replicarsi al punto da provocare davvero il Covid-19.

L'FDA aveva posto come soglia minima di efficacia il 50%, l'OMS il 70%

Sembra, ma dobbiamo comunque attendere gli studi definitivi, che il 90% si riferisca a questo risultato. Come numero in sé per sé, va oltre le aspettative. La Food and Drug Administration, cioè l'ente che autorizza il commercio dei farmaci negli Stati Uniti, aveva posto come soglia minima di efficacia il 50%. L'Organizzazione mondiale della sanità aveva invece auspicato che si raggiungesse almeno il 70%. E questa è la ragione di tutto l'entusiasmo che la notizia sta riscuotendo.

Il confronto con altri vaccini

Per capire ancora meglio cosa significhi quel 90%, ti potrebbe essere utile confrontarlo con l'efficacia dei vaccini che già conosci, riportata in diverse pagine del sito del Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti.

Partiamo dal più banale, quello contro l'influenza. E già qui abbiamo un primo dato importante, perché la sua efficacia è tra il 40% e il 60%. Ci sono però alcuni fattori da tenere presente. Prima di tutto, la differenza è data anche dalla condizioni di salute della persona che lo riceve. E poi, come forse già saprai, i virus influenzali mutano molto velocemente, al punto da essere diversi ogni anno e da richiedere una nuova formulazione del farmaco immunizzante. Nello specifico, il tipo di vaccino che abbiamo a disposizione oggi è risultato più forte contro i patogeni del ceppo B, mentre quelli del ceppo A lo mettono ancora un po' in difficoltà. Eppure, rimane la migliore arma che abbiamo per proteggerci dall'influenza e dalle sue possibili complicanze.

Per fortuna, il SARS-Cov-2 ha già dimostrato di mutare molto lentamente, dunque il vaccino che riceverà l'autorizzazione avrà probabilmente un periodo di efficacia più lungo. Guardiamo allora ad altri vaccini dall'effetto durevole, come quello contro il morbillo. Il confronto è utile, perché anche in questo caso sono necessarie due dosi: tu stesso ne avrai ricevuto uno da piccolo e ti sarai poi dovuto sottoporre al cosiddetto "richiamo". Bene, l'efficacia di questo vaccino è del 93% alla prima somministrazione e del 97% dopo la seconda. E se parliamo di varicella? L'efficacia si attesta attorno al 92%.

Ci sono poi vaccini che hanno consentito la scomparsa, totale o parziale, di una malattia. Mi riferisco ad esempio al vaccino contro il vaiolo, che risultava efficace al 95%. Oppure a quello per prevenire la poliomielite, con un'efficacia addirittura del 99%.

Il 90% dunque rimane un buon risultato, ottimo se si tiene presente che stiamo parlando di un eventuale primo vaccino, sviluppato in meno di un anno. Immaginando che lo possa ricevere circa il 70% della popolazione mondiale, si potrebbe anche arrivare a impedire del tutto la circolazione del virus.

Cosa succede ora

Dopo la pubblicazione di questa notizia, non accade nulla. Pfizer infatti deve aspettare di raggiungere i 156 infetti registrati all'interno del suo campione, cosa che potrebbe accadere già alla fine di questa settimana. A quel punto, se l'efficacia fosse confermata, chiederà l'approvazione di emergenza all'FDA e la sua messa in commercio, che avverrebbe comunque non prima del 2021.

L'ente americano esaminerà tutti i dati attraverso una commissione indipendente e si accerterà che il vaccino sia davvero efficace. Non solo, valuterà anche gli eventuali effetti collaterali che al momento sarebbero: dolore nel punto in cui è stata effettuata l'iniezione, febbre e debolezza temporanea.

Quindi la vera notizia è che abbiamo delle date, più certe di prima, per l'uscita del vaccino. Naturalmente, dovrà continuare a procedere tutto nel migliore dei modi, altrimenti ci ritroveremo punto e capo. Ma il fatto che vi siano già almeno due candidati (Pfizer e AstraZeneca) in dirittura di arrivo ti fa intravedere, stavolta per davvero, la luce in fondo al tunnel.

Fonti| CDC; U.S. Department of Health and Human Service; Pfizer Italia

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