Pichetto Fratin insiste sui biocarburanti, ma alcuni studi bocciano la proposta: ecco perché

In Italia e in UE rimane acceso il dibattito sui carburanti per il settore delle auto, con il ministro Pichetto Fratin a favore di alternative (e dubbioso sullo stop dei veicoli a benzina entro il 2035) e l’Unione europea convinta di procedere con il Fit for 55. Intanto alcuni studi confermano le tesi europee: la strada da percorrere non prevede biocarburanti o efuels, ma l’elettrificazione dei veicoli.
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Francesco Castagna 16 Giugno 2023

Il termine entro cui tutti i Paesi dell'Unione europea devono smettere di produrre auto alimentate a benzina (tranne per alcune eccezioni, nello specifico si parla di tutte le case automobilistiche che producono massimo mille vetture all'anno) è ormai sempre più certo: il 2035 sarà l'anno della riconversione, mentre per chi possiede attualmente un auto con questo tipo di carburante il tempo limite si sposta al 2050. Ci restano quindi poco meno di trent'anni prima di vedere un parco auto con una faccia completamente diversa. Poche parole chiave: diversificazione, alternative a idrogeno ma, soprattutto, elettrificazione.

Attualmente il mercato delle auto elettriche è in ripresa, dopo aver subito una rapida discesa nel 2022 a causa della scadenza degli incentivi, poi riconfermati dal ministro Giorgetti. Dati alla mano però, se i dati Unrae di aprile 2023 mostrano un rialzo in positivo, in linea generale il mercato auto elettriche Italia è fermo al 3,1% del totale. Solo tre immatricolazioni su 100 quindi riguardano questo tipo di veicoli, un numero ancora troppo basso per l'obiettivo che l'Italia si è prefissato a livello europeo con il Fit for 55, il pacchetto di misure volto a limitare le emissioni di CO2 entro il 2035.

Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin si è detto più volte contrario all'ipotesi di rimanere entro i termini previsti. Ha provato nel corso del suo mandato a proporre in sede europea un'alternativa: sì alla transizione, ma con l'aiuto dei biocarburanti. Lo aveva detto ancor prima di diventare ministro, lo ha ribadito alla Cop27, lo ha poi sostenuto al G7 in Giappone e continua a rimanere sulla sua posizione.

A Maggio, durante un evento organizzato da Forza Italia, Fratin aveva detto "Non la penso come l'Unione Europea. L'Italia condivide l'obiettivo dell'abbattimento delle emissioni di Co2 al 2030 e la neutralità al 2050, ma si tratta di definire il percorso. Quello che conta sono appunto le emissioni, non gli strumenti. Quindi l'elettrico non è l'unica via, ma ci sono anche i biocarburanti".

Ora lo ha ricordato anche ai microfoni di Sky Tg24 durante un'intervista in cui ha prima parlato di materie prime (il litio serve a produrre le batterie necessarie per il funzionamento delle auto elettriche), poi sulle auto ha affermato “Io non credo che si arriverà a uno stop totale entro il 2035. Sono però convinto che la strada per il futuro sia l’elettrico. Ma non al 100%, come pensa Bruxelles. Un’alternativa potrebbe essere l'idrogeno. Oppure i biocarburanti, anche se l'Ue non la pensa ancora così".

Alcuni tecnici e ricercatori hanno già bocciato da mesi la strada proposta dal ministro: le alternative devono essere considerate soltanto per i settori hard to abate, come il trasporto aereo e quello marittimo. Transport & Environment, tra le più note ong che si occupano di mobilità sostenibile, ha pubblicato un'analisi definendo sia i biofuels che gli efuels "Inquinanti, inefficienti e scarsamente disponibili". I dati pubblicati dai ricercatori infatti mostrano come "Lʼutilizzo di biocarburanti e carburanti sintetici, in veicoli con motore a combustione, sia una soluzione fino a quasi 5 volte meno efficiente, in termini di consumi energetici, rispetto alle prestazioni dei veicoli elettrici a batteria".

A parità di fabbisogno di mobilità quindi, i veicoli alimentati con biocarburanti o efuels richiedono una quota nettamente maggiore di energia, così facendo le emissioni di CO2 sono potenzialmente maggiori rispetto ai veicoli elettrici a batteria.