Qual è il modo migliore per prenderti cura del tuo viso? Il prof. Di Pietro ci ha svelato tutti i segreti

Il viso è la parte più esposta del tuo corpo: la prima con cui vieni in contatto e che presenti al mondo esterno. Quali sono i principali rischi da cui devi guardarti e soprattutto, come puoi proteggere la pelle del tuo volto?
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Intervista al Prof. Antonino Di Pietro Specialista in dermatologia e direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano.

Il viso è il pezzo più importante nel puzzle della nostra identità, quello che allo specchio ci rivela chi siamo e come stiamo. Ma è anche il biglietto da visita con cui tutti i giorni ci presentiamo e ci mostriamo al mondo. Capisci quindi che tra tutti gli elementi che costituiscono il nostro corpo, il viso è forse quello più delicato e che merita un pizzico di attenzione in più. Ne abbiamo parlato con il professor Antonino Di Pietro, specialista in dermatologia e direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano: tra consigli, raccomandazioni e segreti ci ha svelato i trucchi per prendercene cura.

Professor Di Pietro, quali sono le minacce per la pelle del nostro viso?

La pelle del nostro viso ogni giorno viene minacciata dall’ambiente esterno in cui viviamo. Soprattutto dalla luce solare, che è fondamentale ed è una fonte di vita ma che, quando colpisce in maniera eccessiva la nostra pelle, può distruggere le membrane cellulare e arrivare al loro nucleo causando danni. Più passano i decenni e più la pelle tende a difendersi dalla luce esterna con maggior difficoltà. Per questo le cellule, invecchiando, producono sempre meno collagene ed elastina e noi, di fatto, cominciamo ad invecchiare. Con il tempo poi i danni dell’ambiente circostante colpiscono anche i vasi sanguigni, soprattutto i capillari più superficiali, che tendono così a perdere elasticità. Noi ci accorgiamo che invecchiamo perché sulle guance e ai lati del naso appaiono dei piccoli capillari: è il primo segnale che la nostra pelle sta invecchiando. Quando questi si dilatano, il sangue scorre più lentamente all’intento della pelle e, poiché arriva meno ossigeno, le cellule perdono la loro forza e diminuisce la quantità di collagene ed elastina che sono in grado di fabbricare. Tutti questi processi a volte si sommano anche a fattori legati al patrimonio genetico: c’è chi molto velocemente va incontro a questi problemi sotto influsso degli agenti esterni e chi ha cellule più forte e che reagiscono meglio.

Ci sono delle regole per eseguire una corretta pulizia del viso?

La nostra pelle raccoglie molto del pulviscolo che ci circonda e, soprattutto per chi vive in una grande città, ciò può anche essere dannoso perché trattiene carbone e idrocarburi combusti che vengono dagli scarichi delle auto. Queste sostanze si depositano sulla nostra cute e con il tempo possono anche danneggiare le cellule. Per questo è importante rimuoverle. Detergere il viso è un momento importante e dovrebbe essere fatto sempre con detergenti che fanno poca schiuma, che è considerata molto aggressiva. Nei detergenti sono presenti dei tensioattivi che causano le bolle: questi, utilizzati per sciogliere sostanze grassose, in grandi quantità finiscono con l’alterare anche i grassi fisiologici della nostra pelle, ovvero quel caratteristico film lipidico che ci avvolge e protegge e che contribuisce a tenere unite le cellule superficiali della nostra cute. Se usiamo saponi molto schiumogeni rischiamo di portare via i lipidi fisiologici della nostra pelle, le cellule perdono la loro coesione. E come un pavimento di una stanza in cui le mattonelle non sono più ben attaccate tra di loro, con il tempo si alterano, si creano micro-fessurazioni, si perde acqua e la pelle si disidrata diventando secca. Il mio consiglio, quindi, è di utilizzare latte detergente per pulire il viso.

Ci svela altri errori che non consociamo e che probabilmente commettiamo tutti i giorni senza accorgercene?

Un secondo errore molto comune nella detersione del viso è utilizzare acqua troppo calda. Questa sgrassa eccessivamente la cute e agisce in maniera aggressiva sui grassi fisiologici della nostra pelle. Sgrassandola troppo, nel momento dell’asciugatura la pelle tende ad essere più secca. Non bisogna neppure utilizzare asciugamani troppo ruvidi, con i quali si possono traumatizzare le cellule di superficie della cute favorendo l’insorgenza di infezioni o la disidratazione. Quindi, meglio lavare il viso sia con acqua tiepida, per favorire una vasodilatazione, sia con acqua più fresca, al termine del lavaggio, per la vasocostrizione. In questo modo si fa compiere una sorta di ginnastica ai vasi sanguigni della nostra pelle che favorisce l’ossigenazione. L’asciugamano, invece, deve essere possibilmente di cotone, che è la fibra migliore per la nostra pelle, e va utilizzato tamponando il viso o sfregandolo leggermente.

Come dobbiamo lavare il volto in presenza di acne o altri problemi dermatologici?

In passato si utilizzavano saponi allo zolfo o tutti quei detergenti che sgrassavano molto la cute. Si è poi capito, però, che era sbagliato perché se una cute acneica, che spesso è anche seborroica, viene sgrassata eccessivamente, nei minuti successivi diventata molto secca. Queste sostanze, infatti, scatenano una reazione paradosso sulle ghiandole del sebo: la pelle un po’ più secca spinge la ghiandole del sebo, già iperstimolate da fattori ormonali o dagli altri fattori dell’acne, a produrre più sebo. Si crea dunque una somma di stimoli sulle ghiandole del sebo che, dopo qualche minuto, porta la pelle a diventare ancora più grassa. Capito questo, anni fa noi dermatologi abbiamo cominciato a consigliare detergenti delicati per chi soffre di acne. Esistono detergenti che associano al potere lavante anche delle sostanze che possono mantenere in equilibrio la flora batterica presente sulla pelle, alterata in caso di acne. Un esempio recente sono i detergenti che sfruttano l’alusil, un nuovo principio attivo, un antibatterico naturale, che riequilibra l’eccessiva crescita di batteri quando sul viso compaiono i brufoli.

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Giornalista fin dalla prima volta che ho dovuto rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande”. Sulla carta, sono pubblicista dal altro…