Ma quali inutili, le unghie sono essenziali per la nostra vita: ma le tieni davvero in buona salute?

Senza le unghie non potremmo manipolare oggetti con la precisione che abbiamo oggi e soprattutto perderemmo uno specchio sullo stato di salite del nostro corpo. Tuttavia spesso finiamo per sottovalutarle con azioni e comportamenti potenzialmente pericolosi.
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Intervista alla Dott.ssa Federica Donadini Dermatologa

Le tagliamo, le coloriamo, a volte le mangiamo pure. Fin da piccoli apprendiamo che le unghie sono degli annessi cutanei che fanno indissolubilmente parte della nostra pelle ma spesso finiamo per attribuire loro una presunta scarsa utilità. Inconsciamente tendiamo così a darle per scontate e a sottovalutarne una corretta cura.

Le unghie, però, non rappresentano un puro elemento estetico regalatoci dalla Natura in un particolare momento del nostro processo evolutivo. Sono, piuttosto, strutture essenziali per l’uomo.

Senza, infatti, non saresti in grado di utilizzare le mani con la stessa precisione che hai oggi. Non riusciresti a maneggiare un ago, a fare il nodo alle scarpe o a distinguere con precisione una superficie ruvida da una liscia.

Senza le unghie perderesti poi anche uno degli specchi in grado di riflettere lo stato di salute del tuo corpo. Un’alterazione nella loro forma o nella colorazione, ci ha confermato la dottoressa Federica Donadini, specialista in dermatologia, potrebbe essere il campanello d’allarme di un problema fisico, una patologia legata ai vasi sanguigni per esempio, oppure di un disturbo comportamentale: l’onicofagia (cioè il vizio di mangiarsi le unghie) può infatti nascondere più di un disagio psicologico, specialmente nei più piccoli.

Dottoressa Donadini, proviamo a fare un giro di periscopio a 360°. Com’è fatta un’unghia sana? 

L’unghia è composta da delle lamelle di cheratina, ovvero una proteina. È per questo che i trattamenti per tenerle in buona salute prevedono il consumo di proteine. Un’unghia sana la si riconosce perché è liscia, dura, caratterizzata da poche scanalature ed estremamente adesa al letto ungueale, ovvero la parte di cute sotto l’unghia stessa.

Cosa può danneggiarle? 

Le nostre unghie possono esser danneggiate da un uso sconsiderato di detergenti molto forti, anche su base alcolica o da cure di bellezza inappropriate. Molto spesso le unghie a fini di make up vengono limate e fresate troppo, pertanto la lamina dell’unghia si assottiglia e si indebolisce.

Quando, guardando le nostre mani, dobbiamo cominciare a preoccuparci? 

Nel momento in cui l’unghia comincia a perdere i suoi caratteri di durezza e di colore. Quest’ultima caratteristica è decisamente importante. L’eventuale comparsa di bande scure iperpigmentate che partono dalla base dell’unghia, che a volte può apparire come un’ematoma dovuto alla classica mano chiusa nella portiera, deve per esempio essere subito rapportata al dermatologo. Dietro a questi segnali potrebbe nascondersi il melanoma acrale, una delle patologie tipiche legate alle unghie che può anche avere esiti mortali.

Altri campanelli d’allarme?

Sono famose le sindromi da unghie gialle, dette “nail yellow syndromes”. Si tratta di condizioni rare dovute a comportamenti e stili di vita poco equilibrati, come l’abuso di sigarette, che può alterare la colorazione naturale delle unghie, o il frequente utilizzo di smalto e prodotti cosmetici oppure legate a disturbi del fegato e della cistifellea. Un altro esempio è la sindrome da acrocianosi, in cui la sottrazione del sangue dovuta a una costrizione dei piccoli vasi cutanei nella parte più distale delle nostre falangi fa sì che le unghie appaiono blu.

Come possiamo prendercene cura? 

È importante tagliarle corte, limarle e tenerle abbastanza tonde con i bordi non troppo acuminati. Più si tengono corte e più si evita che batteri e sporcizia si accumulino al di sotto di esse. Non vanno poi tolte le pellicine che corrono attorno all’unghia e non bisogna assolutamente eliminare la cuticola. Se si usa lo smalto, è importante che sia rimovibile e che l’unghia non venga fresata.

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Giornalista fin dalla prima volta che ho dovuto rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande”. Sulla carta, sono pubblicista dal altro…