Quale impatto ha il caldo sul tuo corpo? A quali sintomi dovresti fare attenzione? Ne parliamo con il dottor Kasongo

L’aumento delle temperatura è una tendenza con cui dovremo fare i conti sempre più spesso, ma come si adatta il nostro corpo? E fino a che punto può resistere? Con il dottor Albert Kasongo abbiamo individuato i sintomi a cui fare più attenzione e come possiamo proteggerci al meglio dall’attuale condizione metereologica e climatica.
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Giulia Dallagiovanna 18 Luglio 2023
* ultima modifica il 29/07/2023
Intervista al Dott. Albert Kasongo Medico

"Con l'aumento delle temperature dovremo aspettarci anche più problemi di salute legati al caldo, soprattutto nelle fasce più fragili della popolazione. Pazienti anziani, ma anche cardiopatici o che soffrono già di disturbi respiratori. Tutte quelle persone che potranno avere difficoltà a compensare gli equilibri che il nostro corpo deve raggiugere per far fronte alle condizioni metereologiche e climatiche". Assieme al dottor Albert Kasongo, medico, abbiamo voluto capire meglio quale sia l'impatto di queste ondate di calore sempre più intense sul nostro corpo.

Partiamo dal cuore, come reagisce a queste temperature torride?

Con il caldo si verifica una dilatazione periferica dei vasi sanguigni che provoca un abbassamento della pressione. Di conseguenza, potremmo avere numerose difficoltà.

Da quali sintomi capiamo che il caldo è eccessivo per il nostro corpo?

Si può andare incontro a condizioni di estrema debolezza, magari accompagnati anche da difficoltà nel linguaggio e confusione mentale. Possiamo inoltre avere quello che normalmente chiamiamo svenimento e che in realtà si tratta di sincope, ovvero una perdita di coscienza improvvisa che ci fa ritrovare per terra, diversa dalla lipotimia, che sono episodi momentanei in cui si perdono i sensi e si vedono le stelline o tutto nero.

Cosa dovremmo fare in questi casi?

In caso di lipotimia, chi è vicino a noi dovrebbe aiutarci ad assumere la posizione di anti-shock. Bisogna stendere la persona e sollevarle le gambe per facilitare il ritorno venoso al cuore. Se invece la situazione è più grave, come sincope e confusione mentale, è necessario rivolgersi subito al pronto soccorso.

In che modo afa e umidità possono peggiorare la situazione?

L'afa e l'umidità possono accelerare questi processi. In questo senso un buon deumidificatore può essere utile per alleviare il disagio.

Parlando invece del sole, perché è importante proteggersi dai raggi ultravioletti anche quando siamo in città?

Il sole arriva comunque, esattamente come quando siamo al mare, e può provocare danni alla nostra pelle. Ci raggiungono sempre, infatti, i raggi UVA e UVB, questi ultimi sono responsabili dell'abbronzatura e delle scottature, quando non prendiamo le giuste precauzioni prima di esporci.

È importante ricordare che esistono due livelli di protezione: la maggior parte delle creme protettive sul mercato contiene dei filtri solari, che suddividono i raggi del sole in raggi più piccoli per evitare danni diretti, più gravi e localizzati in una sola zona. I raggi, però, arrivano comunque. Gli schermi solari invece fanno rimbalzare i raggi, come fossero dei veri e propri specchi. Sono quindi i presidi migliori per proteggersi e sarebbe quindi bene utilizzare prodotti che abbiano la scritta UV-A cerchiata.

Cosa dovremmo mangiare per far fronte a questo caldo?

Quando le temperature aumentano, il nostro metabolismo ha bisogno di meno calorie e quindi anche il nostro corpo ci chiederà meno frequentemente del cibo. Potremmo però sentirci più stanchi e senza forze: come possiamo fare? È necessario consumare alimenti freschi che contribuiscano anche all'idratazione. Una buona idea è cuocere un po' più a lungo i cibi, utilizzare meno sale e condire con olio a crudo.

Il mio consiglio inoltre è quello di mangiare porzioni più piccole e più volte al giorno, in modo da stimolare maggiormente il metabolismo ed evitare di sovraccaricare l'organismo da un punto di vista calorico. Infine, naturalmente, bere molta acqua.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.