Quando estrarre i denti del giudizio

Che i denti del giudizio siano da estrarre sempre e comunque è una falsa credenza. Se non provocano fastidi e sono allineati con gli altri denti si può tranquillamente lasciarli nella loro posizione. Ci sono casi invece in cui l’intervento di estrazione dei terzi molari diventa una scelta quasi obbligata, tuttavia ci sentiamo di tranquillizzare tutti dicendo che in molti casi è possibile eseguire un’estrazione rapida e indolore grazie all’uso delle leve.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Dott. Fabio Cozzolino Specialista in Implantologia e Parodontologia
23 Maggio 2019 * ultima modifica il 20/07/2022

I più fortunati lamentano solo un leggero disturbo quando stanno per erompere i denti del giudizio, altri invece devono fare i conti con una sintomatologia più importante e dolorosa. Nel caso in cui sia presente un’infezione i sintomi più comuni sono gonfiore, dolore e sanguinamento gengivale, alito cattivo, mal di testa che può irradiarsi fino all’orecchio, difficoltà nella masticazione e nella deglutizione. Per tenere sotto controllo il dolore può essere sufficiente un antinfiammatorio non steroideo, tuttavia se questo è molto intenso e perdura per molto tempo è il caso di sottoporsi a una visita di controllo per valutare se è necessaria un’estrazione.

Perché si estraggono i denti del giudizio

Di solito in odontoiatria si pratica un approccio conservativo, il cui obiettivo è salvaguardare il dente naturale del paziente evitando il più possibile l’estrazione.

Con i denti del giudizio invece si pratica anche l’estrazione preventiva, ad esempio in caso di carie profonda o se il dente è mal posizionato e rischia con il tempo di cariare il settimo molare. I terzi molari sono un’eredità del passato e non sono più coinvolti nella masticazione. Spesso non trovano spazio per erompere correttamente in arcata in quanto la nostra bocca si è rimpicciolita rispetto a quella dei nostri antenati ma il numero dei denti non è cambiato.

La loro presenza o assenza quindi non influisce sulla corretta funzionalità della bocca ed è per questo che in caso di problemi si tende ad estrarli con più leggerezza rispetto agli altri elementi dentari, soprattutto oggi che è possibile effettuare estrazioni atraumatiche senza l’uso di pinze.

Quando estrarre il dente del giudizio

I denti del giudizio vanno tolti solo se necessario o a scopo preventivo se possono creare danni ad altri elementi dentari. I casi in cui non si può prescindere dall’estrazione sono diversi:

Eruzione orizzontale

Se per mancanza di spazio il dente del giudizio erompe in modo orizzontale è raccomandabile l’estrazione preventiva. In questo caso infatti il molare esercita pressione sugli altri denti provocando un forte dolore. Inoltre c’è il rischio che venga a formarsi una carie nella parte posteriore dei settimi che è molto difficile da trattare.

Prima dell’ortodonzia

Prima di mettere l’apparecchio potrebbe essere necessario recuperare spazio in arcata attraverso l’estrazione dei denti del giudizio. In passato si pensava che i denti del giudizio, soprattutto se posizionati in modo orizzontale, potessero disallineare i denti anteriori con la loro spinta. Era quindi prassi comune l'estrazione preventiva. Oggi è stato dimostrato che non sono i denti del giudizio a far accavallare i denti anteriori ma è la risultante delle forze masticatorie che spinge tutti i denti in avanti. Per questo non si estraggono più i denti del giudizio solo per impedire o bloccare il disallineamento dei denti anteriori.

Dente incluso

Può capitare che i denti del giudizio rimangano totalmente o parzialmente intrappolati nella gengiva. Nei casi di inclusione dentale spesso si procede con l’estrazione. Tuttavia, se il molare non è fuoriuscito dalla gengiva, non presenta sintomatologia e soprattutto non è inclinato verso il settimo – con il rischio di danneggiarlo – si può decidere di non intervenire controllando la situazione nel tempo.

Carie

Per la loro posizione arretrata i denti del giudizio non riescono ad essere puliti in modo efficace e di conseguenza si cariano più facilmente. Quando la carie è molto estesa si tende ad estrarre il dente.

Estrazione atraumatica

Di norma l’estrazione del dente del giudizio viene effettuata tramite l’utilizzo di pinze con le quali si applica una forza laterale che allenta la presa della gengiva consentendo al dentista di tirare via il dente. Per quanto possa essere semplice, questa tecnica non è esente da rischi in quanto spesso si verifica la frattura del molare che costringe il paziente a una lunga seduta operatoria per eliminare tutti i frammenti rimasti nell’osso. Inoltre non è raro che nel post operatorio si presenti un’infiammazione dell’osso alveolare nota come alveolite. Tuttavia applicando una tecnica estrattiva diversa è possibile evitare al paziente tutti i disagi dell’estrazione dentale classicamente intesa e con minor discomfort post operatorio.

Se il dente del giudizio è fuoriuscito correttamente dalla gengiva può essere estratto in modo rapido e soprattutto indolore. Questa tecnica estrattiva atraumatica, anche detta EWF (Extraction Without Forceps), prevede l’uso di leve al posto delle classiche pinze. Con le leve si imprime una forza che va dal basso verso l’alto consentendo al dente di fuoriuscire dalla gengiva e dall’osso in pochi secondi lungo la sua direzione di minore resistenza riducendo il rischio di frattura della radice.

Estrazione del dente del giudizio incluso

L’estrazione del dente del giudizio incluso merita un discorso a parte in quanto rappresenta un vero e proprio intervento chirurgico che come tale ha i suoi rischi. Come la parestesia, cioè una perdita di sensibilità che può arrivare a interessare la lingua e il labbro e può essere permanente. Questo pericolo si presenta perché la radice del dente si trova vicino al nervo alveolare che può essere danneggiato dalle frese usate per segare il dente. I rischi vengono minimizzati se al posto delle frese si procede con la chirurgia orale sonica che utilizza le vibrazioni per tagliare i tessuti duri senza recare danno al nervo alveolare.

Odontoiatra parodontologo e implantologo, iscritto all’ordine il 23/06/1997 con N° TO 1968. Fondatore di Zerodonto, blog di odontoiatria con cui ha altro…
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.