Quanta acqua si spreca nella produzione e nell’uso dei cosmetici?

L’acqua è il bene più prezioso del mondo ed è anche il più sprecato. L’industria cosmetica, come i consumatori, stanno iniziando ad avere percezione di quanto il mondo della bellezza abusi e abbia abusato di questa materia prima. Proviamo, insieme, a fare il quadro della situazione e a capire la portata del problema.
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Rubrica a cura di Valentina Rorato
26 Maggio 2022

Produrre e usare i cosmetici significa consumare tantissima acqua. Se pensavi che l’unico tuo spreco fosse non chiudere il rubinetto mentre ti lavi i denti, hai peccato di superficialità. L'acqua è l'ingrediente più comune nella formulazione dei cosmetici, spesso comparendo per prima sulle etichette. A seconda della categoria, in media i prodotti di bellezza possono contenere dal 60% all'85% di acqua. Per entrare un po’ più nel dettaglio: una crema idratante media contiene il 60 percento o più di acqua, mentre shampoo e balsami liquidi sono peggiori, e comprendono circa l' 80%.  A questo devi aggiungere un altro elemento importante: molti prodotti devono essere risciacquati, come i detergenti, e ciò causa un ulteriore consumo.

L‘Organizzazione Mondiale della Sanità e l'UNICEF stimano che una persona su tre nel mondo non ha accesso all'acqua potabile pulita. Secondo il World Water Development Report 2020 delle Nazioni Unite, nel 2050 il 52% della popolazione mondiale vivrà in regioni che "soffriranno per la mancanza dell'acqua". E in mezzo all'incombente crisi idrica globale – considerata più pericolosa anche del coronavirus, afferma sempre il rapporto delle Nazioni Unite – oltre l'80% dei prodotti di bellezza sul mercato contiene grandi dosi della risorsa in diminuzione. A volte fino al 95 percento .

Qual è il settore che consuma più acqua?

Il consumo maggiore di acqua si deve all'agricoltura (che assorbe circa il 70% delle risorse idriche), ma il boom dell'industria della cura personale e dei cosmetici sta contribuendo ampiamente al problema. Uno che semplicemente non è sostenibile. Pensa che una persona media nel mondo occidentale consuma 140 litri al giorno (che comprendono lavarsi, fare il bagno e uso domestico). La buona notizia, però, è che i consumatori iniziano a farse delle domande e a essere consapevoli dell'impatto. Ciò causa  pressione sui marchi di bellezza, che inevitabilmente sono spinti a creare soluzioni sostenibili.

I cosmetici inquinano l’acqua

Ci vuole acqua per coltivare le piante da cui si estraggono i principi attivi, ci vuole acqua per lavarsi e molta acqua è contenuta nei prodotti. Il quadro però non finisce qui. Perché la produzione dei cosmetici inquina: il problema principale di shampoo, lozioni e simili sono le plastiche, che finiscono negli scarichi (le cosiddette acque reflue) e nei mari. Lì si decompongono in piccole particelle, le cosiddette microplastiche, che attirano gli inquinanti come una calamita. Gli animali spesso confondono questi frammenti di veleno con il cibo.

Che cosa stanno facendo le aziende?

Le principali aziende di bellezza hanno raccolto la sfida. L'Oreal si è impegnata a ridurre il consumo di acqua di un enorme 60% (per unità di prodotto finito) entro il prossimo anno e Unilever ha fissato obiettivi per dimezzare l'impatto ambientale (compreso il consumo di acqua) della produzione e dell'uso dei suoi prodotti entro il 2030.

Procter & Gamble ha anche lanciato le confezioni di ricarica "Refill the Good" per i suoi marchi di prodotti per la cura dei capelli. Un numero sorprendente di marchi è anche coinvolto in iniziative per la protezione degli oceani. L’azienda Stop The Water While Using Me ha fondato Good Water Projects per aiutare le regioni soggette a stress idrico. “Acqua for Life”, la campagna per le acque pulite di Giorgio Armani lanciata nel 2010 e ancora in corso, persegue lo stesso obiettivo con la Croce Verde. Grazie ad Armani, sono stati investiti oltre 12 milioni di euro in iniziative dedicate all’acqua, consentendo di estendere l’accesso all’acqua pulita a più di 437 mila persone in 21 Paesi nel mondo, dal Sud America all’Africa. E quest’anno, nel 2022, il progetto Acqua for life ha iniziato a supportare il programma Wash-water, sanitation and hygiene di Unicef in Kenya, dove il 38% della popolazione non ha accesso ai servizi basilari legati all’acqua e il 67% non ha accesso ai servizi igienici di base. Sta lavorando molto bene anche Biotherm che sostiene la missione di ricerca della Tara Ocean Foundation con la sua iniziativa "Water Lovers" per proteggere la salute dei mari.

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Diplomata al Liceo Scientifico e Laureata in Lettere Moderne, ho saputo coniugare il mondo scientifico e quello umanistico nel mio lavoro, altro…