Il tempo vola e in questi casi la definizione calza a pennello. Abbiamo poco tempo per portare avanti la transizione ecologica ed energetica delle nostre economie e il trasporto aereo è considerato tra i settori hard to abate, ovvero quelli in cui il processo di elettrificazione è più difficile da attuare e perciò è complicato abbattere le emissioni dell'intero comparto. Ci restano pochi anni, perché dobbiamo ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e raggiungere l'obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050, ovvero gli obiettivi fissati nel Green Deal europeo.

Ormai l'inquinamento derivante dal trasporto aereo è ampiamente certificato dall'Unione europea e da diversi centri di studi mondiali. Anche se il settore dei trasporti in UE contribuisce soltanto all’ 8% di anidride carbonica nell'atmosfera, tale mercato è in rapida crescita rispetto agli altri e proprio per questo bisogna intervenire.

A livello mondiale invece, il trasporto aereo contribuisce al 2,4% delle emissioni di CO2, secondo i dati dell'International Council on Clean Transportation. Questo dato ti sembrerà veramente molto piccolo, ma pensa che lo stesso ente ci rivela che se tutti gli esseri umani prendessero un solo volo a lungo raggio all’anno, le emissioni dell'aviazione civile supererebbero quelle degli Stati Uniti.

Pensare dunque che l'azione di un singolo abbia un impatto ininfluente sull'ambiente è un grande errore. Al mondo siamo ormai otto miliardi di persone e dobbiamo cominciare a pensare che ogni piccolo gesto potrebbe essere messo in atto da qualsiasi persona.

Singolarmente volare non ha quindi un impatto sull'ambiente così rilevante, ma se pensiamo che insieme a noi viaggiano almeno 80 persone, possiamo capire come sia effettivamente vero che volare produce 285 grammi di CO2 per ogni passeggero (con una media di 88 persone a volo) per km. Rispetto agli altri mezzi di trasporto, l'aereo inquina quasi sette volte per passeggero in più di una macchina (42 grammi di CO2).